Gus Fring è stato il principale villain di Breaking Bad. Tutti gli amanti della Serie non possono non riconoscere il grande lavoro compiuto da Giancarlo Esposito per caratterizzare un personaggio che vive una parabola intrigante e spaventosa, dall’inizio alla fine. Ma la domanda è: si può amare il cattivo della storia? Certo, soprattutto se il cattivo è come Gus Fring: mimetizzato, pacato, corretto e subdolo. In attesa di apprezzarlo nuovamente nel prossimo futuro, cerchiamo di capire perchè lo abbiamo amato in passato.
1) Empatia verso il suo passato
Tutti ricorderanno la puntata della quarta stagione in cui vengono mostrati i primi contatti che Gus e il suo socio ebbero con gli esponenti di spicco del Cartello messicano: non proprio un buon inizio. Infatti, in una situazione che definire “ricca di astio” sarebbe un eufemismo, Hector Salamanca uccide il socio (nonchè miglior amico) di Gus, intimandogli di lasciar stare il traffico di droga e di continuare ad occuparsi del pollo. Inevitabile empatizzare con Fring in una situazione tanto drammatica e crudele.