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Vi presento mio nonno: Hector Salamanca

hector salamanca
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Immagina di essere un bambino di sette anni. Immagina di dover fare un tema e di dover parlare di tuo nonno. Immagina quanto sai (poco) e quanto non sai (tantissimo). Immaginate tutto questo, riapriteli e vi ritroverete davanti la nuova rubrica di Hall of Series.

Tema – Parla di una persona della tua famiglia.

Mio nonno è speciale. Non è proprio mio nonno ma da quando sono piccolo lo chiamo così. È un parente molto anziano, e tutti nella famiglia gli vogliono bene. Si chiama Hector Salamanca.

Sta qui ad Albuquerque, ma non in casa. Da qualche anno è in una casa di riposo con altri anziani, dove tante persone si prendono cura di lui. Gli danno da mangiare, da bere, lo lavano, e papà mi dice che è felice così.

Ogni tanto vado a trovare il nonno, ma non spesso. Non voglio dirlo ai miei genitori, però a volte il nonno mi sembra strano. Non mi fa tanta paura, però un po’ sì. Tranne quando giochiamo insieme, lì mi diverto un mondo, perché è un qualcosa che facciamo solo noi due.

Giochiamo alla polizia, anche se papà non vuole che lo chiamo poliziotto, e parliamo. Nonno Hector non può parlare perché ha una brutta malattia, però ha un campanello che suona quando vuole dire qualcosa. Io prendo la tavola con le lettere e lui suona quando sono alla giusta riga e poi alla giusta colonna. Poi io scrivo la lettera sul foglio.

Ci mettiamo un po’ a parlare ma io mi diverto perché passiamo tempo assieme. È come un codice: io sono l’investigatore che deve capire il messaggio segreto col suo aiuto.

Hector Salamanca

Il nonno però non è stato sempre malato: quando ero più piccolo camminava ancora e ricordo che mi portava in tanti posti divertenti e particolari. Papà mi ha sempre detto che lui è famosissimo, infatti ora ho capito perché quando uscivamo insieme e prendevo le cose non me le facevano pagare, era perché aveva tanti amici in città e anche fuori.

Si è sempre preoccupato per me: una volta mi ha portato in un bar per grandi, dicendomi di non dirlo a nessuno, e quando un uomo si è comportato male con noi mi ha difeso. La musica era alta e io non sentii niente, però il nonno mi disse che quell’uomo mi aveva detto cose brutte e andava punito.

Hector Salamanca è il nome del mio supereroe.

Oppure una volta mi portò a mangiare del pollo in un posto che conosceva lui. Mi disse di aspettare in macchina anche se avevo caldo, mentre andava a ordinare. Io aspettai tanto tempo ma non avevo paura, però quando tornò disse di non aver ordinato perché il pollo lì faceva schifo.

Questo locale mi pare si chiami “Los Pollos Hermanos”, e anche se non ci sono mai entrato conosco il proprietario. È un vecchio amico del nonno. Non ci ho mai parlato ma a volte lo abbiamo incontrato quando andavamo a trovare Hector. I due fanno sempre lunghe chiacchierate, anche se all’uomo non piace fare il gioco della tabella come a me. Lui parla solo ma non ascolta il nonno, e mi chiedo come sia possibile.

Forse, visto che si conoscono da tanto tempo, si capiscono anche senza dire nulla. È qualcosa che piacerebbe imparare a fare anche a me, perché lì capisci di avere una una vera amicizia con qualcuno.

Gustavo Fring

Mi piace dove sta il nonno: ci sono tanti altri signori simpatici, fanno compleanni insieme e hanno degli infermieri che si prendono cura di loro. Ci sono anche delle regole speciali che papà mi ha detto di seguire anche se non sono scritte. Ad esempio: se al nonno cade qualcosa io non devo raccoglierlo, è un compito delle signorine che gli stanno dietro. E così papà dice che anche il nonno è felice. Forse perché vede che lavorano bene.

Anche se non è proprio mio nonno, a Hector Salamanca gli voglio un mondo di bene. È un uomo veramente forte e mi piacerebbe un giorno diventare come lui. Ho anche chiesto a papà se potrò avere il campanello anche io, perché mi piace il suono che fa quando suona. È rilassante.

breaking bad

A proposito di cose che mi piacciono: oggi pomeriggio con papà andremo a fare un viaggio oltre il confine. Mi porta a visitare la famiglia, dato che l’amico del nonno sarà lì. È un’evenienza molto speciale dice. Ci vediamo tutti alla casa di Don Eladio, è un uomo gentile con me, che conosce il nonno da tantissimo tempo. La sua casa è veramente enorme, è piena di macchine bellissime e ha una piscina gigantesca in cui fare i tuffi.

Ha anche questa bottiglia magica chiamata Zafiro Anejo, che non posso toccare ma ha un tappo brillantissimo. Sono sicuro che ci divertiremo tantissimo e che gli amici del nonno mi diranno tante cose da raccontargli quando andrò a trovarlo di nuovo.

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