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#IlMicrocosmo – Piacere, Heisenberg

Walter White
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Se stai leggendo questo articolo, significa che le serie tv sono la tua vita: la puntualità dei dettagli, le sfumature delle immagini, la complessa immediatezza di quel messaggio inviato e in pochi istanti recepito, lasciando però a chi è dall’altra parte dello schermo la responsabilità di capirlo. Libidine.
Le serie sono questo ma c’è molto di più, per scoprirlo occorre analizzarle fino ai tanti piccoli atomi che le compongono, le singole scene. Il compito di questa rubrica sarà per l’appunto quello di calarsi dentro i microcosmi dell’universo più ganzo che ci sia nel tentativo di avvicinare il lettore (che non è altro che l’occupazione part-time dello spettatore) al messaggio di cui sopra: enjoy!

PIACERE, HEISENBERG

Il New Mexico : arida, meravigliosa, selvaggia terra del Sud, costantemente calpestata dai più grandi figli di buona donna del pianeta che, senza ammetterlo, si sono anche un po’ affezionati a quel clima così particolare e al profumo dell’aria, così come hanno fatto milioni di telespettatori guardando questa serie capolavoro.

La prima inquadratura della scena più iconica di Breaking Bad raffigura alla perfezione quella che in America chiamano “The land of Enchantment“, vi ritroviamo infatti il deserto sconfinato, le montagne in lontananza e la predetta prole del meretricio, perfettamente schierati per esaltare questa sorta di grandangolo.

Per la precisione contiamo 4 sgherri, i loro leader, un principe e un vecchio poliziotto corrotto, scortati rispettivamente da due minacciosi suv e dalla vecchia ma orgogliosa carretta dello sbirro. Perfino un cieco si accorgerebbe che c’è una trattativa in atto, di più, “una trattativa fra trafficanti di droga”, che in molti casi è un sinonimo di “omicidio plurimo”.

Il New Mexico di Breaking Bad
Il New Mexico di Breaking Bad

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Parte forte il quattrocchi, incalza l’avversario con spavalderia ma anche con la sicurezza di chi sa di cosa sta parlando. Ottima strategia comunicativa.

Chi cazzo sei?

Rilancia sorridente ancorché sorpreso il boccoluto, arroccato dietro i suoi anni di esperienza e a quel giubbotto di pelle che si muove un po’ troppo palesemente per non tradire una qual certa tensione.

Andiamo, tutti voi sapete bene chi sono. Dì il mio nome” Che poi, nella versione originale, sarebbe l’epico ed ormai storico “SAY MY NAME”.

Le rughe sul suo muso si fanno più plastiche, profonde, quasi si riescono a intravedere le fiamme dell’inferno in fondo ad esse e badate che non è un’esagerazione se si considera chi è colui che ha appena proferito la frase.

Fermiamoci un secondo, ma quella è una frase? Certo che no. E’ la manifestazione della propria totale superiorità, è l’ispettore Callaghan che estrae la sua 44 Magnum, è la mossa decisiva, è la conseguenza della consapevolezza di avere già vinto.

Tuttavia non finisce lì, perché il rivale gli mente spudoratamente per nascondere la propria sconfitta e allora lui, divertito, getta chili di sale sull’altrui ferita e al contempo sazia l’appetito del suo ego.

Sono il cuoco. Io sono l’uomo che ha ucciso Gus Fring!” – “Stronzate, l’ha fatto fuori il cartello” – “Ne sei sicuro?”

Il trafficante di Phoenix
Il trafficante di Phoenix

Segue il più classico dei silenzi assordanti, intervallato dai volti degli attori non protagonisti, in particolare quello dello sbirro che impercettibilmente consiglia ai propri colleghi di non pensare neanche per un secondo a fare qualche stronzata perché l’uomo che li ha appena sodomizzati verbalmente non è uno che scherza, anzi, è uno che se può farti del male te ne fa un po’ di più del necessario affinché tu non te lo possa scordare mai. E questo caso non fa eccezione, perché quell’ego ha ancora fame.

E adesso, dì il mio nome” – “Sei Heisenberg” – “Hai maledettamente ragione

Heisenberg. Non Walter White, non l’uomo privo di personalità ed autostima, non l’escluso dalla Gray Matter Technologies, non il professore di chimica sfigato: Heisenberg.

Questa scena è al contempo il punto più alto e anche quello di non ritorno per il personaggio interpretato dal divino Cranston semplicemente perché finalmente riesce a toccare l’apice della catena alimentare del mondo della metanfetamina, convincendo gli squali arrivati per mangiarselo a lavorare per lui e conquistando la leadership di un mercato tanto pericoloso quanto remunerativo : un’impresa che richiede un cervello fuori dalla norma, ma dalla quale non è più possibile tornare indietro da vivi come ben sa il già citato venditore di polli. Nella difficoltà Walt ha elaborato un piano perfetto che però è destinato a sopraffarlo prima o poi come sempre accade in queste situazioni cristallizzate, ma non prima di farlo entrare ufficialmente nella leggenda grazie a quelle metalliche, terrorizzanti e inflessibili parole.

Huevos grandes.