Quante volte, guardando le nostre serie tv preferite, ci siamo imbattuti in momenti, scene o personaggi che ci hanno stupito a tal punto da farci interrogare sul come, sul quando e sul perché ciò che vedevamo stesse accadendo? Oggi la barriera tra cinema e serialità si è pressoché sfaldata, ed è così che è iniziato un processo di contaminazione reciproca che ci fa apprezzare maggiormente le idee di alcuni dei geni che creano e rendono realtà le serie che vediamo ogni giorno. Una delle menti più eccelse, in questo senso, è senza dubbio Vince Gilligan: il padre assoluto dell’universo Breaking Bad. Per quanto in questo specifico caso ci sia davvero poco da obiettare, o meglio, praticamente nulla, abbiamo pensato ad alcune domande che ci piacerebbe porre al creatore della serie; nel seguente articolo, infatti, vogliamo provare a immaginarci di tenere una spensierata discussione con un genio dei nostri tempi, Vince Gilligan, ponendogli domande che, in un fan di Breaking Bad, suscitano curiosità e voglia di conoscere determinati meccanismi che hanno portato l’autore a realizzare le sue due opere esattamente nel modo in cui le conosciamo.
1) Qual è stato il momento esatto in cui ha iniziato a pensare di sviluppare la trama di Better Call Saul, insieme a Peter Gould?
Per un fan, il momento immediatamente riconducibile a questa ipotetica decisione, non può che essere nell’episodio della seconda stagione intitolato appunto Better Call Saul, quando Saul Goodman entra finalmente in azione, venendo rapito da Jesse e Walter e condotto in mezzo al deserto, di fronte a una fossa. In quella circostanza, il brutale modus operandi dei due protagonisti, riaffiora in Saul i ricordi del suo burrascoso passato con i Salamanca, e in particolare con Lalo, che viene citato proprio in questa occasione. Ecco, se per un fan è quello il momento in cui Vince Gilligan ha deciso di ampliare l’universo Breaking Bad e ha cominciato a costruire lo spin-off che tutti conosciamo, è ovvio che non sia possibile che Gilligan abbia deciso di seminare un indizio del genere così, senza aver pensato prima ad alcun tipo di implicazione narrativa. Ecco, per questo motivo, conoscere il momento e il modo in cui nella mente dell’autore ha cominciato a balenare l’idea di uno spin-off su Saul Goodman, potrebbe essere utile per capire quanto grande fosse, effettivamente, per Gilligan stesso, la portata narrativa della sua creazione, perché per elaborare un intreccio del genere ci vuole una solida base, ed è forse proprio nel processo di creazione del personaggio di Saul, che Gilligan ha pensato: “Ehi, ma questo sarebbe perfetto per una storia tutta per sé”.
2) Ha mai pensato, davvero, di sviluppare più di uno spin-off?
Uno dei dubbi più ricorrenti tra i fan, e non è per niente difficile crederlo, riguarda la possibilità di vedere, in futuro, altri spin-off di Breaking Bad, specialmente dopo il successo ottenuto da Better Call Saul. E’ ovvio che, dopo quindici anni dalla messa in onda del primo episodio della serie originale, è assurdo anche soltanto pensare che possa essere realizzato un ulteriore capitolo dell’universo Breaking Bad. I motivi sono ben noti: un cast già in partenza adulto, l’esaurimento di praticamente tutte le storie in sospeso e l’inevitabile assottigliarsi del margine di errore, perché dopo due capolavori diventa sempre più difficile ripetersi. Ma forse, ed è qui che vogliamo arrivare, perché è questo che sarebbe interessante sapere, Vince Gilligan ha davvero pensato, in passato, di sviluppare l’universo Breaking Bad in modo orizzontale, dedicando a ogni personaggio il giusto spazio per esprimersi; intendiamoci: non per forza ogni capitolo deve essere composto da sei stagioni; personaggi come Mike o Hank, per esempio, potrebbero essere tranquillamente sviluppati in singolo in progetti molto più ristretti e, perciò, anche meno rischiosi. Ecco, ora che ci siamo spiegati, sarebbe sicuramente d’interesse conoscere le reali idee di Vince Gilligan in merito alla possibilità di rendere Breaking Bad un vero e proprio universo in continua espansione, modo in cui characters determinanti come Gus Fring, Lalo Salamanca e altri potrebbero trovare nuova linfa vitale.
3) Quanto ha inciso la personalità di Bryan Cranston sul personaggio di Walter White?
Quale miglior interlocutore per rispondere a questa domanda, se non l’autore che ha dato vita al suo personaggio? Già, perché Bryan Cranston ha sempre dichiarato di dovere molto a Walter White, sia a livello personale che, ovviamente, per quel che riguarda la sua carriera. Sarebbe molto interessante sapere, però, quanto invece Walter White deve a Bryan Cranston, perché sicuramente è stato il primo a nascere, almeno nelle idee di Gilligan; piuttosto che soffermarci sul “perché Cranston”, che poi è una di quelle domande che spesso e volentieri non hanno nemmeno una risposta effettiva, perché nella scelta di un cast ci sono centinaia di fattori che subentrano e fanno ricadere la scelta su un attore piuttosto che su un altro; sarebbe interessante invece, conoscere l’opinione di chi ha conosciuto entrambi, personaggio e attore, mettendoli in contatto tra loro prima di chiunque altro, per capire quanto effettivamente abbia aggiunto di suo, Bryan Cranston, alla personalità di Walter White, e quanto poi questo sia stato libero di agire in tal senso sul set. Il lavoro di Cranston e Gilligan sul protagonista di Breaking Bad può avere tantissime implicazioni, dall’aspetto, all’attitudine, il modo di vestire e di parlare, perfino di respirare: ogni dettaglio, in un’opera dettagliata come Breaking Bad, può aver avuto un impatto fondamentale, e sarebbe interessantissimo scoprire, tramite l’autore, quanti di questi elementi siano derivati proprio dalla volontà dell’interprete di Walter White.
4) Se potesse tornare indietro e cambiare un singolo passaggio nella trama o nella caratterizzazione di un personaggio, cambierebbe qualcosa? E se sì, che cosa?
Questa è, forse, la domanda più complessa di tutte. E’ difficile, praticamente impossibile trovare un’imperfezione in un opera d’arte come Breaking Bad (Better Call Saul annessa), ma è anche vero che i grandi autori, nella gelosia che giustamente provano per le proprie creature, spesso e volentieri si portano dietro qualche rimpianto, nel peggiore dei casi, o almeno qualche piccolo dubbio irrisolto, qualche what if che hanno deciso di accantonare per i più ovvi motivi. Da fan è semplice ragionare con i what if, che sono il pane quotidiano di chi guarda, oltre che la disgrazia delle serie quando la fandom prende il sopravvento (ma questo è un altro discorso); per un autore però, molto spesso, le cose vanno in un certo modo perché è così che devono andare, e soltanto dopo si può ragionare su come sarebbe cambiato tutto se questo fosse successo prima o dopo o quel personaggio avesse fatto quella fine invece che quell’altra, e così via. Ed è solo dopo aver concluso sia Better Call Saul che Breaking Bad, ci immaginiamo, che Vince Gilligan possa essersi fermato a pensare, per esempio: ma se Jane fosse durata più di una stagione, che sviluppo avrebbe avuto il personaggio di Jesse? O ancora, quanto ci sarebbe stato bene un confronto tra Walter White e Howard Hamlin in Breaking Bad? Anche solo per poter dire “Ma quello l’avevo già visto da qualche parte!”. Gli spunti sono davvero tanti, ma con i se e con i ma non si fa la storia, cosa che invece Vince Gilligan ha fatto, eccome, e si può anche stare a fantasticare, ma va benissimo tutto così com’è.
5) Come nasce la decisione di far scoprire la verità a Hank in quel modo?
Questa è una domanda che, personalmente, balena nella mia testa da quando ho visto quella scena. Dopo che Hank, nel bel mezzo di una apparentemente tranquilla grigliata a casa del suo stimato cognato, si siede sulla tavoletta in tutta tranquillità e, nello scegliere la rivista da sfogliare per quel personalissimo momento, si imbatte in un libro con dedica che improvvisamente gli fa crollare il mondo addosso. Ecco, ciò che viene da pensare a primissimo impatto è: “Davvero? Così?”. Dopo tutto questo tempo e tutti i modi in cui Walter poteva essere colto in flagrante dal cognato agente della DEA, è così che va a finire? La risposta è sì, non poteva succedere in modo diverso, ed è perfetto. Piuttosto, concedeteci di voler capire come e quando Vince Gilligan abbia deciso che Walter White, il più folle e controverso genio criminale del sud degli Stati Uniti, doveva farsi scoprire nel modo più imbarazzante possibile, perché quello sì, che è un momento di genialità di cui parlare. Il percorso di Walter White è stato un continuo crescendo, fino all’ultima evoluzione di Heisenberg, ma è proprio nel momento più convincente del suo personaggio che finisce vittima di se stesso per una incredibile svista. Insomma, sarebbe interessante conoscere qualche dettaglio sulla scelta di concludere in questo modo la corsa di Heisenberg, che da lì in poi vedrà tutti i pezzi del puzzle scomporsi, sentirà il peso del suo mondo che gli crolla addosso.
6) Qual è il personaggio di Better Call Saul che più di tutti avrebbe voluto vedere anche in Breaking Bad?
Concludiamo con una domanda molto divisoria già per il pubblico in sé; se dovessimo sceglierne soltanto uno, sarebbe difficile prendere una decisione: Kim Wexler, Lalo Salamanca, Howard Hamlin, Chuck McGill e via discorrendo, sono tutti personaggi che, presi singolarmente, avrebbero un impatto e un peso ben diverso sulla storia di Breaking Bad. In linea teorica, i due che maggiormente potrebbero apportare un valore aggiunto alla trama sono i primi due, e siamo sicuri che Vince Gilligan, vedendoli “crescere” in termini di personalità all’interno della serie, avrà pensato più volte a quanto sarebbero stati perfetti per un ruolo nella sua prima grande creazione. Kim Wexler avrebbe dato più profondità al personaggio di Saul, fin da subito, o se fosse subentrata nel finale avrebbe rappresentato comunque un enorme turning point su cui lavorare e che avrebbe rappresentato un ponte diretto per la storia di Better Call Saul; mentre per quel che riguarda Lalo, si parla del Salamanca più duro, quello più cattivo e convincente di tutta la famiglia, è facile immaginarsi l’epicità di un suo faccia a faccia con Heisenberg, o di una rivalità più lunga con Gus Fring. In ogni caso, si tratta di personaggi che hanno avuto un ruolo funzionale alla trama di Breaking Bad proprio perché hanno “spiegato” tanti aspetti legati ai personaggi della serie, permettendo un’analisi più profonda a cavallo tra le due opere, ma sarebbe interessante conoscere l’opinione di Gilligan in persona sugli eventuali risvolti che avrebbero potuto comportare se inseriti nel cast di Breaking Bad. E siamo sicuri che quel genio ci abbia pensato più di una volta.