Attenzione, l’articolo contiene spoiler sulle prime due stagioni di Bridgerton.
La seconda stagione di Bridgerton, approdata su Netflix il 25 marzo 2022, ha saputo stupirci in molti modi. In primis, non ci ha fatto sentire per niente l’assenza del Duca di Hastings, spazzando via i dubbi e le perplessità che erano sorti all’annuncio dell’uscita dal cast di Regé-Jean Page. Poi, ancor più sorprendentemente, la serie si è sganciata in maniera importante dalla ricetta di trash e situazioni grottesche che aveva fatto da colonna portante alla prima stagione, cambiando radicalmente i propri punti di forza. A beneficiarne è stata soprattutto la scrittura dei personaggi, che in questo secondo capitolo acquistano una profondità maggiore e colpiscono il pubblico con una miglior delineazione. Tra i personaggi che hanno acquistato una luce nuova e più intensa, spicca senz’altro quello di Eloise Bridgerton, interpretata dalla 32enne Claudia Jessie.
Qualche sprazzo della vera personalità di Eloise era emerso dalla prima stagione di Bridgerton, ma è con la seconda che la ragazza comincia a brillare. E in modo molto interessante.
Durante la visione della stagione di debutto di Bridgerton avevamo colto alcuni dei tratti principali di Eloise e l’avevamo riconosciuta subito come una ragazza determinata, colta, interessata più alla sostanza che alla forma e allergica ai convenevoli. Spesso l’avevamo vista a confronto con Daphne, la protagonista, un confronto esplicitato anche dalle parole della stessa Eloise, che ha spesso dichiarato di non essere come Daphne. Una diversità non sempre vista come positiva, soprattutto dalla sua famiglia (in particolare dalla madre), e che ha talvolta creato del disagio e della sofferenza nella ragazza. Ma è proprio questa lontananza da Daphne – e da quasi tutte le fanciulle della serie – a rendere così speciale Eloise.
In parte, questo allontanamento da tutto ciò che è convenzionale era sottolineato in maniera concreta, sempre nella prima stagione, da tutti quei momenti in cui Eloise, spesso accompagnata da Penelope Featherington (altra outsider della serie, anche se in modo diverso) si allontanava da balli, da sale eleganti o dalla folla che passeggiava nei cortili, per raggiungere luoghi più appartati e tranquilli: una vera e propria fuga.
Ma nel primo capitolo, l’elemento chiave nella definizione della personalità di Eloise Bridgerton è stato senz’altro il suo improvvisarsi detective nel tentativo di scoprire l’identità di Lady Whistledon. Mentre tutte le altre fanciulle davano uno sguardo famelico al gossip anonimo per cercare di capire cosa interessasse a questo o a quell’altro Lord e per nutrirsi di pettegolezzi, interrogandosi sì sull’identità della misteriosa Lady ma senza muovere un muscolo per scoprirla, Eloise non è stata con le mani in mano. Si è messa in gioco, in azione: e questo è proprio quello che la differenzia.
Eloise non aspetta, non segue la corrente. Eloise fa. Eloise decide.
La seconda stagione ha avuto il pregio di riprendere tutti i fili di questa matassa e rielaborarli per approfondire ancor meglio questo personaggio che, col suo modo di fare schietto e anticonvenzionale, può essere considerato proprio uno stile di vita.
Nel primo episodio assistiamo al tanto atteso momento del debutto in società. O meglio, al tanto-atteso-da-tutti-ma-non-da-Eloise momento del debutto in società. Un giorno sognato per anni dalla maggior parte delle giovani dell’epoca, il momento che segna la partecipazione massiccia a balli, eventi e feste e, soprattutto, il momento che marca l’inizio della ricerca di un marito. Una bellissima fiaba, l’incubo peggiore di Eloise Bridgerton.
La famiglia è un subbuglio, tutti sanno che non c’è molto da stare tranquilli: non sarà per niente come il debutto in società di Daphne. Quando vediamo la madre e i fratelli di Eloise in agitazione, siamo davanti soltanto al preludio del vero dramma, quello della diretta interessata. Ed Eloise vive la situazione in un modo talmente onesto e schietto da strappare una risata allo spettatore, senza però essere compatita o presa in giro. L’incapacità di mantenere la calma di Eloise è la stessa di un topolino che ha paura di essere rinchiuso in una gabbia. Tramite Eloise ci rendiamo conto che forse quel mondo di abiti scintillanti e gioielli non è necessariamente un sogno, come invece ci fanno intendere quasi tutti gli altri personaggi.
In un certo senso, Eloise smaschera la realtà. Proprio come vorrebbe fare con l’identità di Lady Whistledon.
Eloise Bridgerton ricerca la verità, sempre. Non le interessano i fronzoli, non le interessano le parole di circostanza e questo si riflette nella ripresa delle indagini su Lady Whistledon. Ma anche questo aspetto acquista uno spessore diverso in questa seconda stagione, perché emerge che la ragazza non vorrebbe scoprire nome e cognome della persona che si cela dietro il gossip per mera curiosità, ma perché vorrebbe discutere con lei.
Per Eloise, Lady Whistledon non è una fonte di pettegolezzo, ma una donna che scrive. E per una ragazza come Eloise che ama leggere e comincia proprio nella seconda stagione a interessarsi ad argomenti di attualità e al femminismo, questo è determinante. Ma non solo: Eloise riflette anche su come la scrittura di Lady Whistledon possa diventare un mezzo potente per diffondere idee più sostanziose e importanti.
E questa ricerca fa scontrare Eloise con un’altra cosa da lei sempre disprezzata e sottovalutata: l’amore. La sola idea di trovare un futuro marito è aberrante per Eloise, che risulta visibilmente insofferente ogni volta che si trova ad ascoltare sue coetanee parlare di matrimoni e di relazioni combinate. Però compare Theo, che non è il solito Duca o Visconte dalle belle maniere, ma un tipografo che, proprio come Eloise, ama leggere.
Non è da sottovalutare il fatto che Eloise si trovi per la prima volta in sintonia con una persona trovandola in un ambiente così diverso da quello della sua provenienza: è la dimostrazione ulteriore che la Bridgerton non appartenga del tutto a quel mondo di danze e inviti a bere il tè. In Theo, Eloise trova la persona perfetta per scambiare libri e condividere le proprie opinioni sull’uguaglianza dei genere e sulla lotta per l’affermazione dei diritti delle donne.
L’impronta femminista di Eloise rende il personaggio ancor più interessante.
La consapevolezza che Eloise acquista in questa seconda stagione in merito al femminismo e alla battaglia in cui le donne si ritrovano per far valere i propri diritti è fondamentale nel rendere il personaggio ancor più delineato: in questo modo, Eloise Bridgerton porta sullo schermo una tematica, cerca di trasmettere un messaggio. Nella prima stagione, non abbiamo visto nulla di simile, in alcun personaggio: qualche piccola morale qua e là magari l’abbiamo colta, ma niente di più. Ora, invece, Bridgerton comincia a trattare anche argomenti più profondi rispetto al colore giusto da indossare a un ballo e lo fa proprio tramite uno dei suoi personaggi più anticonvenzionali.
Eloise ha uno scopo, ha qualcosa in cui crede e qualcosa per cui pensa valga la pena lottare: è questo che dona tridimensionalità al personaggio, rendendolo più credibile, più umano e più vicino agli spettatori.
Se Eloise Bridgerton vivesse ai giorni nostri, sarebbe quella che odia andare alle feste dove ci si ubriaca e basta e non si fa niente di concreto; sarebbe quella che se avete un problema col fidanzato vi urla in faccia di mandarlo al diavolo; sarebbe quella che non appena sente odore di small talk scappa e si rifugia a leggere un libro; sarebbe quella che non se ne sta mai con le mani in mano ma cerca di raggiungere i propri obiettivi: per questo Eloise, in un certo senso, è proprio uno stile di vita.