Vai al contenuto
Home » Britannia

Britannia 1×07 – Forse i calzari sono solo calzari, Bruto

britannia
Ma prima di continuare con la lettura abbiamo entusiasmanti novità da condividere con te. A breve sarà disponibile Hall of Series Plus, il nostro servizio in abbonamento che ti permetterà di accedere a moltissimi contenuti esclusivi e in anteprima.

Inserisci il tuo indirizzo email e clicca su ‘Avvisami’ per essere notificato quando Plus sarà disponibile.

* campo obbligatorio

Il settimo episodio di Britannia è quel che si suol dire il tipico episodio di passaggio.

In questo episodio di Britannia ci ritroviamo a un crocevia, un punto di incontro che paradossalmente omette il concetto di incontro. Tre storyline che rispettano due dei tre principi aristotelici: unità di tempo e unità di spazio. Sei personaggi più uno che passano la medesima notte nel medesimo luogo senza incontrarsi veramente, ma avvertendo in un modo o nell’altro la presenza degli altri.

Britannia 1x07 - Forse i calzari sono solo calzari, Bruto

Eccetto Phelan e Ania/Brenna. La coppia regale, o divina che dir si voglia, arriva a Locker lie in cerca di riparo per la notte, come gli altri dopotutto, ma loro sono gli unici a non essere consapevoli della presenza di altre persone nel villaggio, se non per quegli strani rumori ripetitivi che Ania associa al vento, senza convincere particolarmente Phelan.

E dopotutto il povero principe ha ben altri problemi a cui pensare: Veran gli ha negato il suo diritto di Re preferendogli la sorella, ha liberato una pazza scriteriata che crede di essere, e forse è, Brenna dea della guerra, dei torrenti e dei sogni, la quale lo rende protagonista di una fantomatica profezia scritta proprio da Veran. E se ciò non bastasse il principe si ritrova un tifone gastrointestinale e la poco allettante prospettiva di aver messo incinta la pazza. Unica nota positiva? È probabile che i loro discendenti governino per generazioni. La beffa è che saranno re Regnensi.

“Il biondo mortale salva la dea, e il figlio del loro figlio regnerà sui regnensi per generazioni”.

Diciamo che Phelan è ben lontano dall’essere un uomo fortunato, e per di più possiede una certa attitudine a passare dalla padella (quella diabolica mogliettina non possiamo certo dimenticarla) alla brace della follia.

britannia

Un paio di episodi di Britannia fa abbiamo finalmente compreso che la nostra piccola ragazzina senza nome (che per semplicità chiameremo Cait) è la fantomatica prescelta. Quella speranza figlia di un padre cieco.

“Le schiere dei morti sono dietro di te, sei  tu l’eletta, soltanto tu puoi portarci  verso la luce. I morti cantano il tuo nome in questa notte illuminata dalla luna”. Ma qual è il nome?

Evidentemente siamo solo all’inizio di quella che almeno nelle intenzioni sarà una lunga strada, e se così fosse è possibile che Cait sia proprio Boudicca, la regina degli Iceni in grado di mettere a ferro e fuoco Roma in Britannia?

Probabilmente sto facendo il passo più lungo della gamba, tuttavia, dopo tanto ringhiare e inseguire, anche Divis è arrivato alla conclusione che forse, e dico forse, ha sbagliato nel ritenere quella ragazzina inutile. Tradizionalmente i grandi capi celti avevano sempre al fianco un mentore e consigliere, quello che poi è passato alla leggenda, e alla storia, come il Merlino. Sarà forse questo il destino di Divis? Dovrà essere lui a guidare l’eletta attraverso il tempo e renderla la regina di cui tutte le tribù hanno bisogno?

Tanti quesiti che devono attendere risposta. Certo è che Divis come mentore è davvero una scelta particolare. Quando non è posseduto dal demone Pwykka non è comunque un personaggio particolarmente affabile o affidabile, ma gli concediamo comunque il beneficio del dubbio. E poi si deve ammettere che il suo umorismo vagamente inglese, per quanto anacronistico, sia forse l’unico tratto di questa serie in grado di farci sorridere.

Britannia 1x07 - Forse i calzari sono solo calzari, Bruto

E parlando di sorrisi rubati non possiamo non concludere con Philo e Bruto, che in un qualche modo si sono ritrovati a essere protagonisti di un gioco di cui certo non conoscono le regole, in una terra fatta di morti e demoni.

La sorte li porta a scovare quella che mi piace definire la cantina della fattanza, o meglio la riserva di un qualche sacerdote del villaggio. E visto che nulla hanno da perdere, perché non provare a ingerire ogni sorta di schifezza lì celata?

Tra una pozione e l’altra Philo recupera il dono della parola, partendo da un concetto chiave, da quel pensiero che aleggia sullo spirito di ogni romano in Britannia: tanto orrore.

Ed è proprio l’orrore a circondarli, a nascondersi in ogni anfratto, in ogni angolo, in un terra in cui sono ancora gli dei a comandare. Ma è proprio in questa terra che Philo raggiunge la più pura delle consapevolezze: e se i calzari si rompessero non perché Pino l’ha voluto, ma perché sono solo consumati?

In ogni luogo ci sono dei diversi, e ciascuno pensa che le divinità altrui siano fasulle. Dunque non potrebbe forse essere che siano tutti fasulli? Tutte invenzioni perché l’uomo possa sentirsi più sicuro? In questo stato allucinato in cui la luna sembra sempre più bella, forse Philo ha compreso il più sacro e profano di tutti i segreti, l’unico modo per sopravvivere e, forse, vincere in una terra in cui gli dei governano ancora.

Britannia 1x07 - Forse i calzari sono solo calzari, Bruto

Forse i calzari sono solo calzari, e noi siamo soli, Bruto.

Leggi anche: Britannia 1×06 – Il casus belli

Leggi anche: Tra druidi e romani, vince David Morrissey