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Britannia – Tra druidi e romani, vince David Morrissey

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Ho dato un’occhiata a Britannia, la nuova Serie Tv targata Sky Atlantic, e sono rimasta piacevolmente colpita.

Introdotta da una sigla bislacca che di epico o storico ha poco o nulla, forse sarebbe stata più adatta a qualcosa sul genere di Vinyl. Le premesse sono quelle di una Serie cruenta, spietata, in cui, al solito, i Romani sono dipinti come dei bastardoni incalliti.

E chi è uno tra i più bastardoni del mondo delle Serie Tv?

Ma è ovvio: il Governatore di The Walking Dead, quello che non ha esitato a far fuori Andrea (e, soprattutto, il caro Hershel), interpretato da David Morrissey.

In Britannia veste i panni del valoroso e un po’ viscido Aulo Plauzio, condottiero romano che lascia casa sua per partire alla conquista di una terra impervia, ostile ed ostica: l’attuale Gran Bretagna. Come da copione, il romano è crudele, spietato, privo di scrupoli e arrogante quanto basta da essere fin da subito odioso ed affascinante insieme. È freddo, razionale e segue un codice comportamentale che, nell’immaginario collettivo di Hollywood, è quasi diventato un cliché.

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In questa ottica inquadrata del mondo, in cui lui è un vincitore incontrastato, ma è anche il comandante in capo senza turbamenti e condizionamenti, fa da contraltare il popolo britannico, che, quando non è impegnato in lotte fratricide, segue un complicato rituale a metà tra il religioso e il pagano. Quest’ultimo fatto di giovani vergini che si ribattezzano in una cerimonia che è un incrocio tra i figli dei fiori a Woodstock e una serata come tante per la Manson family. Uno svitato che si cosparge il viso e il petto di qualcosa molto simile al pesto alla genovese e si getta dalle scogliere di Dover (e ha dei poteri alla mago Silvan) e una vecchia che ha le pupille così dilatate da far paura e ridere insieme.

Siamo quindi di fronte ad una dicotomia molto chiara. I Romani sono quelli concreti e cattivi, il popolo britannico quello dei rituali religiosi e della purezza spirituale. I primi si muovono nella logica della conquista, per i Britanni ci sono valori come la famiglia, la religione e via dicendo.

Per il momento, tra i Britanni non spicca ancora un personaggio preponderante. Sono un popolo che lotta contro l’invasore, quindi la loro azione è corale. Così su due piedi, io propendo per l’arciera dai capelli rossi che mi ricorda tanto Merida. Come lei è ribelle, un maschiaccio e mai sia che obbedisca agli ordini del padre. Ma siamo alla prima puntata, quindi tutto può ancora accadere.

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C’è comunque anche un burbero Reietto coi superpoteri, apparentemente privo di sentimenti e un po’ stralunato, che “adotta” una giovane indifesa e disperatamente bisognosa di protezione. Anche qui abbiamo del potenziale (e qualche vago richiamo al rapporto tra Hopper e Eleven in Stranger Things).

Dall’altra parte, tra i Romani, c’è solo un capitano. Ed è il buon David Morrissey, che, come sempre, ci regala una recitazione fredda, imperiosa, convincente e odiosissima. È bravo davvero, non c’è niente da dire: arrogante e sicuro di sé, avvolto in un pellicciotto che farebbe invidia a Jon Snow, comanda, uccide e cambia le vite delle persone intorno a lui. Alcune condannandole, altre salvandole. Sa sempre cosa fare e come farlo, senza nessuna esitazione.

Lui riuscirà dove Giulio Cesare ha fallito.

È sicuro di sé, proprio come lo era Roma all’epoca: indistruttibile, intoccabile, inarrestabile. Roma arriva, vede e vince, non c’è scelta o soluzione, non importa quanti Asterix, Russell Crowe e Spartacus gli si pongano davanti. Roma è la capitale del mondo e niente e nessuno, nemmeno il ruvido popolo britannico può interrompere la sua marcia trionfale.

Almeno sulla carta…

Aulo, a modo suo, prende sotto la propria ala protettiva il giovane soldato Antonio e lo guarda come il Governatore guardava Andrea quando ormai l’aveva sgamata, dandogli uno tra i consigli più preziosi mai sentiti: quando vuoi conquistare un territorio, devi lasciare il tuo segno e, senza fare troppi giri di parole, gli consiglia di liberare gli intestini. Sono seria.

Ottimo consiglio, perché a braghe calate, il povero Antonio viene catturato da un locale con la faccia dipinta e finisce in un gruppo satanista che si fa di crack, parla strano e gli fa fare un salto nel vuoto dalla cima di una cascata. Per poi restituirlo al mondo posseduto dagli spiriti. E, poi, finisce malissimo.

Vai a fidarti del Governatore…

Comunque, Britannia promette bene: incantevoli gli scenari, bravi gli attori, avvincente (anche se a tratti un po’ sopra le righe) la storia.

Direi sia il caso di darle una chance.

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