Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di Brooklyn 99
Classificare le stagioni di Brooklyn 99 è un compito arduo, e a tratti anche ingrato. La serie tv ci ha accompagnati dal 2013 al 2021 con otto stagioni irriverenti, divertenti e a tratti geniali. Brooklyn 99 non ha bisogno di presentazioni, il distretto più famoso della serialità televisiva ha un suo linguaggio originale che è entrato non solo nei nostri cuori ma soprattutto nell’immaginario collettivo. Eppure, inizialmente nessuno le avrebbe dato molto credito, tanto che alla fine della quinta stagione la serie avrebbe dovuto chiudersi, lasciandoci orfani di tantissime puntate divertenti e uniche. Fortunatamente questo non è successo e abbiamo potuto continuare a godere di quell’ironia tagliente ma anche molto alla mano di Brooklyn 99. La bellezza della serie sta sicuramente nella scrittura dei suoi personaggi: se non vi conquista l’apparente idiozia di Jake Peralta, di sicuro potrete amare il servilismo ragionato di Charles Boyle; se non vi piace la sfrontataggine di Rosa Diaz, potrete farvi conquistare facilmente dal maniacale razionalismo di Amy Santiago; oppure potreste amare Holt, tutti amano Holt. Insomma, mettere in fila le stagioni di Brooklyn 99 e affibbiare loro un numero non è facile per niente, si tratta di piccole sfumature che hanno reso una serie tv incredibile, che ha sempre tenuto botta e che difficilmente ha perso dei colpi, nonostante le otto stagioni.
8. Settima stagione
La settima è una stagione strana, che potremmo definire di passaggio, di transizione. Eppure, Brooklyn 99, nonostante la sfida, riesce come sempre a portare a casa il risultato. È una stagione con pochi episodi, tredici, che si conclude con la nascita del figlio di Jake e Amy e che si delinea, quindi, come una sorta di chiusura del cerchio tra i due. Ma tra tutte le stagioni è sicuramente quella che si ricorda di meno, con delle trame molto meno appassionanti rispetto a quello cui siamo abituati da Brooklyn 99, e sicuramente non tra le più divertenti. Forse, nella settima stagione, ci sono alcuni degli episodi più seri dell’intera serie come, ad esempio, il sesto episodio che vede Jake e Amy protagonisti di discussioni importanti come quella di mettere su famiglia. L’episodio è interessante a anche importante perché Brooklyn 99 ci racconta, con la sua tipica ironia, di un tema troppo poco spesso trattato, soprattutto in serie comedy come questa: la difficoltà di rimanere incinta, la complessità di cercare qualcosa che tarda ad arrivare. Per il resto, nella settimana stagione sembra che tutto sia leggermente ripetitivo; per cui rivediamo Adrian Pimento, rivediamo Kevin coinvolto in un caso insieme al cane Cheddar, c’è chiaramente una puntata che ha come protagonista Doug Judy, il bandito delle Pontiac. Insomma, la settimana è forse quella meno incredibile ma c’è da dire che riesce comunque sempre a farci ridere, pur utilizzando espedienti che conosciamo già.
7. Sesta stagione
Diciamoci la verità: la sesta stagione meriterebbe un plauso solamente per la seconda puntata, in cui si scopre la vecchia vita di Hitchcock e Scully e soprattutto si scopre il motivo del loro drastico cambiamento. Lo aspettavamo da tanto e Brooklyn 99, ancora una volta, non ha deluso le nostre aspettative. L’intera stagione sembra essere su un filo molto sottile tra la genialità e la mancata aderenza: se da una parte abbiamo il sopracitato episodio su Hitchcock e Scully, dall’altra c’è la 6×4, la puntata in cui Gina saluta il distretto, che è una delle più lente dell’intera serie e anche una delle puntate meno coinvolgenti; se da una parte c’è l’episodio numero otto, che tratta il tema della molestia sul lavoro in modo ironico e ragionato, dall’altra c’è l’episodio “Casovacanza” in cui Jake e Amy bisticciano amorevolmente sul loro futuro ma senza troppa originalità. Insomma, la sesta stagione riesce a portarsi a casa un risultato assolutamente sufficiente, altalenandosi tra alti e bassi e convincendo sempre grazie alla brillante ironia che contraddistingue Brooklyn 99. La puntata finale, va detto, vale tutta l’attesa: il distretto coinvolge i suoi personali super cattivi e mette su quella che sembra a tutti gli effetti una perfetta Suicide Squad.
6. Quarta stagione di Brooklyn 99
Leggermente sotto tono rispetto a come Brooklyn 99 ci aveva abituato fin lì, la quarta stagione è un caso particolare. Brooklyn 99, nonostante il grande successo, aveva una fine prevista e avrebbe dovuto essere la quinta stagione. È probabile che gli autori abbiano cominciato ad andare verso una fine (cosa che notiamo anche nella trama dell’episodio quindici e in tutta la sottotrama della stagione, il distretto è vicino alla chiusura e Jake e Boyle devono affrontare il loro ultimo caso). Fortunatamente il destino di Brooklyn 99 è cambiato ma gli episodi della quarta hanno delle lacune probabilmente dovute ad una chiusura fantasma. Le prime puntate della quarta stagione sono dedicate esclusivamente al cambio di vita di Jake e Holt, che cercano di scappare dalla Florida, dove sono costretti a causa del programma protezione testimoni. Dopodiché ci sono delle trame interessanti come la lotta di Terry contro un poliziotto razzista oppure la storia del fuggitivo cui vengono dedicate due intere puntate davvero avvincenti, in cui i ragazzi del distretto 99 riescono a convertire la missione in una sfida personale divertentissima. La quarta stagione non è sicuramente la peggiore ma nemmeno una di quelle che ci ha lasciato a bocca aperta.
5. Terza stagione
La terza stagione di Brooklyn 99 ha solamente un piccolo difetto che la fa scendere in classifica: il calo di tensione, anche involontario. Jake e Amy sono finalmente una coppia, dopo due intere stagioni a sognare la loro storia d’amore, la tensione che si era creata tra loro (e quindi anche negli spettatori) comincia inevitabilmente a scendere e cominciano a diventare una costante cui piano piano ci si abitua. È forse, infatti, l’unica stagione in cui il rapporto tra Jake e Amy risulta più piatto, e non perché non abbia uno spessore di trama ben delineato, ma piuttosto perché risulta inevitabile che dopo tanto agognare, la passione scemi leggermente lasciando spazio al cambiamento. Per il resto ci sono alcune puntate geniali, come quella del recupero degli ostaggi di Boyle (in cui conosciamo il personaggio della sua ex moglie, che è un personaggio geniale quanto maniaco) o quella della missione sotto copertura di Hitchcock e Scully, capitata per sbaglio. Sull’altro fronte ci sono però anche alcuni temi che risultano leggermente sotto tono come la storia tra Rosa e Pimento, che non convince mai fino in fondo e che rischia spesso di risultare poco divertente e un po’ monotona. La terza stagione, inoltre, ha sicuramente uno dei finali più travolgenti dell’intera serie e uno dei cliffhanger più forti.
4. Ottava stagione di Brooklyn 99
Complice il fatto che, arrivati ad otto stagioni, è plausibile che la creatività inizi a vacillare anche per un prodotto ottimo come Brooklyn 99, l’ottava stagione ha qualche lacuna ma, ad onor del vero, ha anche delle puntate bellissime che si guadagnano da sole il posto alto in classifica. Stavolta è davvero la fine, l’ottava stagione sapeva di essere l’ultima, la conclusiva e questa volta ha davvero modo di salutare i suoi spettatori. Anche se le storie vedono quasi sempre protagonista Jake e sembrano lascino un po’ più indietro tutti gli altri, in realtà Brooklyn 99 fa un lavoro sul suo protagonista principale che va a coinvolgere tutti e che delinea una bellissima storia e un bellissimo addio. Le ultime due puntate, in cui Jake davvero dice addio al distretto, alla sua vita per come la conosceva, alle sue avventure e alle sue paure, sono sicuramente la cosa più bella della stagione e anche una delle cose più belle della serie. Le puntate sono dieci, poche rispetto a quello cui siamo abituati, ma sono il numero perfetto per ripercorrere alcuni dei punti focali di Brooklyn 99: Doug Judy, Holt e Kevin, Jake e Amy, la famiglia stramba di Boyle. L’ottava è la stagione che ci aiuta ad attutire il colpo, che ci aiuta ad affrontare la perdita.
3. Prima stagione
La prima stagione, che ci fa entrare per la prima volta nel novantanovesimo distretto, non può che guadagnarsi il podio. La prima stagione di Brooklyn 99 fa ridere, ci fa conoscere i personaggi, ci fa cominciare a sognare l’amore tra Jake e Amy, ci fa scalfire pezzetto per pezzetto la scorza dura del capitano Holt. Conosciamo per la prima volta l’Avvoltoio, comprendiamo l’avversione del capitano Holt per i regali, impariamo a conoscere le prime insicurezze di Terry, entriamo nel mondo fantastico che è la mente di Gina Linetti. La prima stagione ha il compito di farci innamorare di Brooklyn 99 e ci riesce benissimo, restituendoci una stagione iniziale con i fiocchi, una di quelle che ti fanno pensare che non si possa fare di meglio. Ci fa, infatti, subito capire quanto Brooklyn 99 abbia da raccontare, da mettere in gioco, da farci ridere. Nella primissima puntata della primissima stagione abbiamo già tutto: Jake che stuzzica Amy, Boyle che lo supporta in maniera ossessiva, Holt che detta le sue prime regole ferree, Terry devoto alla famiglia e al suo lavoro, Rosa impassibile e severa, Gina che è semplicemente Gina. Insomma, La prima stagione di Brooklyn 99 è sicuramente un capolavoro che può venire superato solo dalla sua parte migliore, dal suo aggiornamento, dalla sua evoluzione.
2. Seconda stagione di Brooklyn 99
La seconda è una stagione di tensione: Jake e Amy si amano, noi lo sappiamo, i loro colleghi lo sanno, persino loro lo sanno ma non riescono ad ammetterlo (e Teddy e Sophia si mettono in mezzo); Terry torna operativo, il bandito delle Pontiac è di nuovo all’attacco; Jake rivede suo padre dopo tanto tempo e la Wuntch mette Holt e la squadra in difficoltà. E poi c’è la puntata del weekend al mare, geniale, c’è quella dei mitici Jimmy Jabs (che scopriamo essere un’istituzione del distretto), c’è la catarsi di Jake all’esercitazione delle forze dell’ordine e c’è la tanto attesa ultima puntata in cui finalmente Jake e Amy si baciano per la prima volta, prima per lavoro poi per davvero. La seconda stagione è tensione e passione, ed è una delle migliori a mani basse, soprattutto per il modo geniale in cui questa tensione viene scaricata. Non c’è mai un vero e proprio colpo di scena, non c’è un cliffhanger forte. Sappiamo che Holt dovrà andare via ma tutto gira intorno alla coppia appena nata composta da Jake e Amy. La tensione viene gestita in maniera ironica, sempre divertente e mai scontata. La seconda stagione avrebbe potuto essere la migliore, se non avessero girato la quinta.
1. Quinta stagione
La quinta stagione è la più bella di tutte soprattutto perché è la più completa; si chiude il primo cerchio della storia d’amore tra Jake e Amy con la proposta di matrimonio di Jake durante la puntata di Halloween, ovviamente ci sarà il matrimonio con l’allarme bomba (“your butt, your butti s the bomb“); c’è la 5×14, la puntata interamente dedicata all’interrogatorio col dentista interpretato da Sterling K. Brown, una della puntate meglio scritte dell’intera serie e anche una delle puntate più avvincenti in assoluto; c’è la cold open più famosa della serie tv e non solo, quella in cui Jake canta insieme ai sospettati I Want it That Way dei Backstreet Boys; e poi c’è la puntata di Rosa che risponde alla chiamata della centrale per un fuggitivo armato e il distretto che affronta la situazione in vari modi, la tensione, la paura e lo sconforto. La quinta è sicuramente la stagione più intensa, divertente e allo stesso tempo completa. Riesce a racchiudere nei suoi ventidue episodi tutta l’essenza di Brooklyn 99 che è in grado, sì di far ridere, ma anche di raccontarci una bellissima storia d’amore, di raccontarci la paura, di raccontarci la verità. Sempre attraverso quella divertentissima lente ironica che ci ha fatto amare, quasi indistintamente, tutte e otto le stagioni.