L’articolo contiene spoiler su Brooklyn Nine-Nine
Più o meno un anno fa il cast e la produzione dietro la comedy poliziesca più famosa di sempre, comunicarono di aver cestinato completamente i copioni dell’ottava stagione per riscriverli da capo. Per uno show così attento a rappresentare il bene del mondo poliziesco, era impossibile voltarsi dall’altra parte come se nulla fosse dopo la morte di George Floyd. A queste dichiarazioni i fan della serie non hanno temuto un calo di qualità, ma il seme del dubbio su come sarebbe stata l’ultima stagione di Brooklyn Nine-Nine era ormai piantato.
Sarà in grado di farci ridere come ha sempre fatto? Saprà alternare questi momenti alle scene emozionanti e contemporanee che avremmo dovuto vedere? Ma soprattutto: riuscirà a concludersi con un finale soddisfacente? La risposta a tutte queste domande, finalmente, la abbiamo. È un conciso, chiaro e indubbio: sì.
La stagione finale di Brooklyn Nine-Nine ha deciso di mostrarci un’ultima grande tirata lavorativa del novantanovesimo distretto, inserendo al suo interno tutto quello che avevamo bisogno di vedere.
Non siamo qui a dirvi di essere soddisfatti, perché quello che proviamo è un’aspettata, ma sempre ben gradita sorpresa. La stagione finale e il doppio episodio conclusivo sono riusciti a consolidare questo prodotto come una delle comedy più consistenti e qualitative di sempre. Probabilmente la migliore tra quelle iniziate nell’ultimo decennio.
Un finale, senza giri di parole, perfetto
L’intera ultima stagione è stata un costante richiamo al presente e passato contemporaneamente. L’abbandono di Rosa al distretto, ad esempio, è stata una svolta narrativa che non avremmo mai immaginato eppure ha fornito nuovo appeal al suo personaggio e i rapporti con Holt, Amy e Jake. Forse la serie voleva dirci qualcosa. Forse già dal primo episodio, con l’abbandono di Rosa e il pensionamento di Hitchcock, Dan Goor e Michael Schur stavano provando a mandare dei messaggi subliminali. Devi andare avanti, anche se non è quello che gli altri si aspettano da te; soprattutto se non è quello che gli altri si aspettano da te.
Tra l’ultimo viaggio con Doug Judy verso il carcere e un lungo e frastagliato tira e molla tra Holt e Kevin, la serie stava concludendo tutte le trame narrative lasciate aperte nel corso degli anni, pronti a chiudere il tutto col botto. L’ultimo incredibile colpo annuale. Questa volta non legato a nessuna festività, pronto a celebrare l’addio di Amy, Holt e proprio Jake che ha deciso di abbandonare il distretto per diventare un padre a tempo pieno. Vorremmo provare a descrivervi quanto sia stato fuori di testa il doppio episodio finale (trovate la nostra recensione qui), ma nulla rappresenterebbe davvero le nostre emozioni guardandolo.
Per quaranta minuti abbiamo ripercorso sette anni delle nostre vite e di quelle dei personaggi. Ritrovando vecchie conoscenze e ricordando momenti che ci sono rimasti in testa dal primo secondo in cui li abbiamo visti. Perché sì, se oggi cantate “I Want It That Way” in modo diverso, è a causa di questa serie.
Abbiamo visto e seguito il finale nel modo in cui Jake ci aveva preparato: in attesa del botto finale. Quel grande momento che suscita stupore grazie ai fuochi d’artificio più grandi di sempre. A proposito, grazie per averci raccontato di quel giorno in cui è nata la camminata di gruppo.
Ma come abbiamo detto, non siamo stati soddisfatti, siamo stati stupiti
Tutto ci aspettavamo dalla più grande puntata di una serie così pazza. Meno che quello che abbiamo ricevuto. È difficile spiegarlo, ma siamo felici di non aver visto quel finale a effetto che aveva in testa Jake. Ormai sono passati otto anni e il nostro Peralta ha compreso che la vita non è sempre come te l’aspetti. Il grande spettacolo di fuochi d’artificio sarebbe stato tanto, troppo lontano da quel che avevamo bisogno. E come è sempre stato negli ultimi otto anni, la serie sapeva cosa volevamo ancora meglio di noi stessi.
No, non stiamo parlando della tanto attesa vittoria di Hitchcock ormai teorizzata da chiunque nel fandom e stranamente appagante a suo modo, che vi piaccia o meno. Eppure quando si è girata quella sedia un torpore si è diffuso dentro di noi, esattamente come al ritorno di Gina Linetty. Dopo tanti cambiamenti, tante paure, tanti dubbi sul finale, i personaggi erano tutti lì. Dal primo all’ultimo, nella stessa stanza, dove tutto era iniziato. Senza fare un paragone con i colossi che si sono conclusi alla perfezione, abbiamo iniziato a provare quel senso di conclusione che serie come Friends e Scrubs ci avevano dato.
L’ultimo scambio di battute tra tutti i personaggi è intimo e dolce. Abbastanza lontani da avere la possibilità di parlare a coppie, abbastanza vicini da guardarsi e provare emozioni. Con Boyle che sarà il secondo designato del capitano Terry in questa nuova avventura. Rosa e Amy che consolidano la loro amicizia e dicono a voce alta quanto l’una sia stata importante per l’altra.
Per poi arrivare a Jake Peralta e Raymond Holt
Chi non ha visto almeno un briciolo di Cox e J.D. nell’ultimo discorso del capitano e del detective sta mentendo a sé stesso. Peralta ha sempre visto in Holt una figura paterna. Certo, lo ammira come capo esattamente come tutti gli altri nel distretto, ma lui aveva bisogno di qualcosa in più. Jake Peralta era alla disperata ricerca di un padre, lo ha sottolineato nei modi più scherzosi e stupidi durante le stagioni, eppure le sue motivazioni erano vere.
Cresciuto senza un punto di riferimento maschile, con un vuoto completo da quel punto di vista, arrivando ad affezionarsi quasi in modo ingenuo a chiunque possa solo lontanamente ricoprire quel ruolo. La sua infinita fiducia nel prossimo è indotta dal bisogno di fidarsi di qualcuno e la costante ricerca di una conferma. Dopo tanti fallimenti è seduto per l’ultima volta di fronte al suo capitano. Entrambi stanno per lasciare la nave, insieme, ma non ha bisogno di dire nulla. Jake è felice di questo rapporto, comunque si concluda. Quindi Brooklyn Nine-Nine ci sorprende di nuovo e fa parlare Raymond.
Sentire da Holt che sarebbe fiero di avere Peralta come figlio non ha prezzo. È quello che Jake e noi abbiamo aspettato per anni, la perfetta conclusione di un rapporto cercato e finalmente raggiunto. Certo, non vale una briciola di sentire il capitano usare “Titolo del tuo film porno“, perché o si fa un film o non si fa nulla, altro che video.
Brooklyn Nine-Nine si conclude, ma non è finita per i personaggi
L’ultimo addio, con i nostri protagonisti che entrano in ascensore e ci salutano, sarebbe stata una conclusione più che soddisfacente. I fan di Hitchcock dovranno rammaricarsi in quanto abbiamo scoperto che il titolo di “Gran Campione del Novantanovesimo” verrà rimesso in gioco. Potranno aver lasciato il distretto, potranno non essere più colleghi, ma se pensavate che questo avrebbe impedito a Jake, Amy, Charles, Rosa, Gina, Terry, Hitchcock, Scully e Holt di contendersi una qualsiasi cianfrusaglia pur di stare insieme, vi sbagliavate di grosso.
Diciamolo sottovoce: non sarebbe neanche una pessima idea per un futuro film o una reunion della serie. Anche se servirebbe trovare un vincitore inaspettato. E se vogliamo essere sorpresi c’è un solo distretto che possiamo chiamare: il Novantanovesimo.