Tante cose nella vita non conoscono ragione, come la fetta di pane che cade sempre dal lato della marmellata, l’ananas sulla pizza, la mai realizzata terza stagione di Mindhunter (ve ne abbiamo parlato qui) e tra tutte queste cose anche la relazione tra Buffy e Spike. Nati come avversari, cresciuti come alleati e, infine, divenuti amanti, la cacciatrice e il vampiro non sono mai stati una coppia convenzionale. La serie tv creata da Joss Whedon è e resterà sempre un caposaldo della serialità moderna, uno show destinato a un pubblico adolescente che è cresciuto piano piano trasformandosi in qualcosa di più: un cult.
Basato sull’omonimo film del 1992, il drama horror è andato in onda dal 1997 al 2003 per un totale di sette stagioni. Iniziato come uno show a tinte adolescenziali e sovrannaturali, Buffy the Vampire Slayer si è evoluto molto nel corso degli anni, allontanandosi, a un certo punto, dai toni più spensierati per imboccare un sentiero oscuro. A partire dalla quinta stagione, infatti, qualcosa cambia drasticamente. Un cambiamento che coincise con l’uscita di scena di Joss Whedon come showrunner e con la “morte” del personaggio di Buffy, che nel finale della quinta stagione compie l’ultimo sacrificio. E attenzione, in questa analisi non terremo ancora conto di ciò che accade nei fumetti.
La nostra eroina torna in vita ma decisamente cambiata, strappata a un luogo meraviglioso in cui aveva trovato finalmente la pace e la sua lotta si era conclusa.
La sesta stagione rappresenta, dunque, uno stacco netto rispetto a quella che può essere definita la prima era dello show. Si trasformano le relazioni tra i personaggi, la natura dei big villain e la stessa Buffy diventa un’eroina decisamente più tormentata e difficile (potete recuperare qui su DIsney+ la serie), privata di quella allegria che l’aveva contraddistinta nelle passate stagioni. Tra i tanti cambiamenti che incidono sulla narrazione, un ruolo non indifferente è giocato dal rapporto tra Buffy e Spike, che è sempre stato complicato ma che da questo momento in poi lo diventa ancora di più.
Eppure, nessuno potrà toglierci mai dalla testa che Spike era il vero lieto fine mai raggiunto di Buffy.
Angel e Spike rappresentano due fasi diverse della vita della cacciatrice, due tappe necessarie dell’evoluzione di questa persona che da ragazzina dalle grandi speranze si trasforma in donna inarrestabile e disincantata. Quando il percorso di Buffy ha inizio, la sua strada si incrocia necessariamente con quella di Angel. Il vampiro incarna lo stereotipo tipico del bello e maledetto, solo e annientato dai secoli che regge sulle sue spalle. Angel è il primo amore, quello di cui si parla nei grandi romanzi, uscito direttamente da un libro delle sorelle Brontë . Appare abbastanza ovvio e scontato che Buffy, ragazza dai grandi ideali romantici, ne rimanga folgorata ma a ben vedere il loro rapporto è sempre stato destinato a concludersi.
La luce della cacciatrice non è abbastanza per far svanire le ombre e l’oscurità che avvolgono Angel. La felicità è solo un effimero battito del cuore nella loro relazione.
Al rapporto sofferto ma allo stesso tempo puro tra Buffy e Angel, segue, quasi in maniera speculare, quello feroce e passionale tra la cacciatrice e Spike. L’alchimia tra i due è innegabile fin dall’inizio, seppur nasca come scontro. In Spike, la ragazza trova dapprima un rivale alla sua altezza, un vampiro che le tiene testa e che le risponde a tono ed è tutto questo che attira noi spettatori e ci fa salire su una delle ship più contorte e belle mai create da una serie tv. Paradossalmente, l’avversità con Spike innesca quella crescita interiore che porterà Buffy a maturare e trasformarsi da ragazza in donna o, secondo la teoria archetipica di Jung, da Vergine a Strega.
La “Vergine” Buffy innamorata del suo cavaliere oscuro, lascia il posto alla sé “Strega” attirata inesorabilmente verso le tenebre ma, stavolta, capace di controllarle.
Lo stesso Spike attraversa una trasformazione interiore man mano che i suoi sentimenti nei confronti della cacciatrice crescono. Se all’inizio non è in grado di comprenderli fino in fono e tenta, più e più volte, di negarli, alla fine l’attrazione ha il sopravvento portandolo a dichiararsi anche in maniera un po’ goffa. I due cadono nelle braccia l’uno dell’altra spinti, istintivamente, da una esaltazione carnale, da una affinità che li avvicina nella solitudine. Il “giro di vite” avviene dopo la resurrezione di Buffy, quando la donna, riportata indietro da quel locus amoenus, trova solo nella figura di Spike qualcuno che riesca a capirla sul serio.
Tuttavia, il legame che unisce questi due personaggi non riesce, quasi mai, a trovare la tanta agognata pace. Ci sono una violenza di fondo e delle scelte terribilmente sbagliate che costituiscono un vuoto invalicabile nella loro relazione. Distrutto dal male che le stava causando, Spike decide di abbandonare la città e compie un gesto estremo quando ritrova la sua anima. La serie tv non ha mai deciso di valorizzare davvero tutto questo, trattando spesso la coppia come una scelta di fandom quando si parlava davvero dell’opposto.
Contro ogni ragione, contro ogni logica, il sentimento tra questi due straordinari personaggi non cessa mai di esistere.
Spike decide di soffrire, di punirsi per il dolore causato alla donna che ama. Un sentimento così profondo che neppure Angel è forse stato in grado di provare, abbondando la città piuttosto che provarci fino in fondo. Spike non smette di lottare e Buffy si rende conto dell’uomo diverso che ha di fronte. Può chiamarsi amore tutto questo? Io credo di si, perché “amore” non conosce motivazioni che vadano al di là dell’amore stesso. Non risponde ad alcuna regola, non può essere definito o catalogato, farlo sarebbe davvero una sciocchezza. L’amore appresenta quella forza che ci spinge, senza un perché, a dare il meglio di noi stessi ed è esattamente quello che accade a Spike.
Il finale mai realizzato da questa ship simboleggia una delle mancanze più grandi dello show e, sicuramente, un enorme rimpianto per quasi tutti i fan di Buffy the Vampire Slayer. Prima della battaglia finale ci viene concessa un’occhiata fugace a ciò che sarebbe potuto essere se solo la loro storia avesse seguito un corso differente. La paura, il dolore e il pregiudizio ci hanno messo lo zampino impedendo a Buffy di fare un passo avanti quando il cuore le diceva invece di correre a per di fiato. Solo in quel terribile addio finale, la donna si rende conto che tutte le strade l’hanno sempre riportata da Spike ma ormai è troppo tardi.