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Spike, il vampiro che ama anche senza l’anima

Buffy
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Spike non è come tutti gli altri. Vive senza regole, ama vantarsi delle sue azioni e nessuno sfugge alla sua ironia tagliente. Da vampiro dovrebbe temere una Cacciatrice, dovrebbe scappare quando sente che sta per avvicinarsi perché, del resto, uccidere quelli come lui è il compito della Prescelta. Ma l’anarchico e anticonformista Spike non ha paura, non si nasconde. Anzi, le cerca. Con loro gioca beffardamente tra le fiamme di una rivolta, balla una danza macabra su una metro in corsa, combatte finché uno dei due non muore. Tre ne ha affrontate (tra cui Buffy), due ne ha uccise: nessuno può vantare un palmares come il suo da questo punto di vista.

Da umano era un letterato, sebbene le sue poesie fossero talmente terribili da essere odiate da tutti. Persino dalla donna che amava. Questo suo lato intellettuale lo mantiene anche nella sua non vita grazie alle numerose citazioni che ogni tanto tira fuori dal cilindro. Già da lì dovevamo capire che lui conosce il vero significato dell’amore. Non sarà mai uno di quei vampiri che vogliono distruggere il mondo perché lui lo adora, assieme al Manchester United, i cani e le persone.

L’amore poi non è l’unica caratteristica umana che possiede: il senso dell’onore e della lealtà verso Buffy è assoluto, un qualcosa che un vampiro non dovrebbe provare.

Il modo con cui ricorda Joyce, lasciandole un mazzo di fiori in anonimo dopo la sua morte. Il modo con cui protegge Dawn da Glory: si lascia torturare brutalmente dalla Dea, accetta quel dolore, accetta persino la possibilità di morire. Non gli importa del suo destino, l’unica cosa che conta è che Dawn sia al sicuro. Perché non potrebbe mai fare una cosa che ferirebbe così profondamente Buffy. Anche se lei lo ritiene un essere spregevole, un vampiro della peggior specie, un mostro disgustoso che per qualche strana ragione è ossessionato da lei. Anche se ha creato un’orribile versione robotica di Buffy e, pure per questo, lo caccia e gli intima di stare lontano da lei. Non può però negare quanto Spike sia stato eroico nel proteggere la sua sorellina. È un gesto reale, che non dimenticherà mai. E lo ringrazia dandogli un dolce e tenero bacio.

Buffy

Quei sentimenti verso Buffy, Spike non riesce a comprenderli fino in fondo. Eppure non fanno che crescere senza sosta, senza possibilità di essere fermati, raggiungendo la loro massima espressione nella quinta stagione. Quando Glory rapisce Dawn, così da attivare la chiave per distruggere il mondo, Buffy deve intervenire. Mentre si sta armando in casa Summers, Spike le parla con la voce rotta dall’emozione e con il cuore in mano, nonostante quell’organo abbia ormai smesso di battere più di centocinquant’anni fa:

“So che non mi amerai mai, so di essere un mostro, ma tu mi tratti come un uomo…

Su quell’altura poi Buffy capisce qual è il suo destino: dare la vita per salvare l’umanità perché la morte è il suo dono. Serena e finalmente consapevole del suo fato, accetta la fine e si butta nel vuoto, mentre in sottofondo risuonano le sue parole. La scena, già straziante di suo, aumenta il suo climax emozionale quando la telecamera insiste su uno Spike che, stanco e distrutto, guarda il corpo senza vita della Cacciatrice. Il vampiro è a terra, si copre il volto insanguinato con le mani per nascondere il pianto. Sono lacrime vere, che non riesce a controllare, che non vuole controllare. Non è un qualcosa che si può fingere, nemmeno gli interessa continuare a fare il duro o il vampiro macho senz’anima. Non in questo momento. Adesso vive pienamente le sue emozioni.

Quelle lacrime sono l’espressione di un sentimento che una creatura come lui non dovrebbe avere: l’amore. Perché come fa un essere come lui ad amare? Come potrebbe? Nonostante questo, lui ci riesce: quella non è un’ossessione, non è un sentimento volatile che si perde nell’aria. È vero amore.

E quando Buffy muore, qualcosa in Spike si rompe. A differenza dei membri della Scooby gang, lui non ha nessuno da cui trarre conforto. Willow, Xander, Tara, Anya, Dawn e Giles trovano l’un l’altro una roccia a cui aggrapparsi in un momento così drammatico. Ma Spike? Buffy era la sua ragione di vita, il motivo per continuare a combattere quotidianamente. Vedere Dawn (e il Buffy-Bot) ogni giorno lo fa sì sentire vicino alla sua amata, ma gli ricorda costantemente e dolorosamente il vuoto che ha lasciato Buffy con il suo sacrificio.

Ecco perché, quando l’ha rivista, è stato il momento più bello in 150 anni di vita.

La guarda e capisce subito che è Buffy, la sua Buffy. Un po’ confusa, un po’ spaesata, ma è lei, viva e vegeta. Anche se il suo cuore si spezza nuovamente quando vede le mani della Cacciatrice. Sa esattamente perché sono ferite, si rende subito conto che la ragazza ha dovuto scavare per uscire dalla tomba perché lui ha fatto lo stesso dopo essere stato trasformato. E mentre è con lei, ci mostra un’altra volta la vera umanità di Buffy:

“Penso sempre alla promessa che ti feci, la promessa di proteggere Dawn. Se fossi riuscito a mantenerla tu non… non ti saresti dovuta buttare. Ma io voglio che tu sappia che ti ho salvata, non quando contava purtroppo, dopo. Ogni notte nei miei sogni io rivivo tutto daccapo ma in modo diverso. Sono sempre più veloce, più reattivo. Dozzine di volte, sempre in modi diversi. Ogni notte ti salvo!”

Quella è stata la prima volta da quando è diventato un vampiro che ha fallito. Ogni altra battaglia che ha intrapreso l’ha vinta, guadagnandosi un nome nel mondo dei demoni, diventando il leggendario William il Sanguinario. Persino Dracula lo rispetta. Ma ha mancato lo scontro più importante di tutti. Nella sua testa è colpa sua se Buffy è morta e i sensi di colpa sono così dilanianti che ancora non si è ripreso, che proteggere Dawn è diventato il suo scopo nella vita per rimediare a quello che ha fatto.

E questo prima ancora di riprendere la sua anima in Buffy.

Si vedono sprazzi di quell’uomo buono che è sempre stato, che nasconde per paura di essere umiliato nello stesso modo in cui fece Cecily. Certo, prima di capire di dover dare a Buffy l’amore che si merita, ha compiuto un gesto orribile. Ma il suo sguardo disgustato e terrorizzato dalla sua perversa oscurità, la realizzazione delle sue azioni lo convincono a cambiare, a riacquistare quell’anima del quale non si è mai pentito. Battendo il mostro dentro di lui e diventando ciò che era destinato a essere. Per lei.

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