La serie Burning Body (che potete recuperare qui), uscita su Netflix nel settembre 2023, racconta una storia vera di cronaca nera che sconvolse la Spagna. Anche se in maniera un tantino romanzata. Un true crime che riporta sul piccolo schermo una sempre gradita Úrsula Corberó, ex Tokyo de La Casa de Papel, qui in veste di “donna fatale”.
Nel 2017, una terrificante scoperta scioccò il paese iberico: il corpo carbonizzato di un uomo all’interno di un’auto nei pressi del bacino di Foix, a un’ora da Barcellona. Solo grazie alla targa dell’auto e a un frammento di protesi non danneggiato dal fuoco fu possibile identificare il corpo. Era Pedro Rodríguez (Jose Manuel Poga), agente di polizia di Barcellona, all’epoca fidanzato con Rosa Peral (Úrsula Corberó), anche lei agente di polizia.
Il caso raccontato da Burning Body divenne noto anche come “Crimine della Guardia Urbana”.
All’epoca, Rosa Peral era separata dall’ex marito con il quale litigava continuamente per la custodia della figlia. Aveva iniziato una relazione con Pedro Rodriguez, ma anche con lui le cose non andavano bene. Ciò l’aveva portata a frequentare un altro collega, anche lui agente di polizia: Albert López (Quim Gutiérrez). Quando, a maggio 2017, il compagno di Rosa viene trovato morto carbonizzato nel bagagliaio della sua auto, le indagini inizialmente si concentrano sull’ex marito di Rosa. Questo, però, prima che venga a galla la verità: Rosa e Albert hanno pianificato l’omicidio di Pedro insieme.
Questo è l’unico dato incontrovertibile dell’indagine che, ancora oggi, ha ampie zone d’ombra. In Burning Body, Rosa Peral è ritratta, piuttosto prevedibilmente, come una vera donna fatale. Una donna capace di manipolare l’amante Albert e convincerlo ad aiutarla a uccidere il suo compagno. Nella realtà non è mai stato chiarito in che misura Rosa e Albert siano effettivamente responsabili della morte di Pedro. Questo perché, fin da quando sono scattate le manette ai polsi, hanno cominciato ad accusarsi a vicenda. Nemmeno le indagini forensi sono riuscite a dare una risposta inequivocabile. Questo proprio a causa dello stato in cui è stato rinvenuto il corpo.
Perché il caso del delitto della Guardia Urbana di Barcellona è diventato così famoso in Spagna? Perché ha contribuito a spalancare una finestra inquietante su una realtà di abusi, relazioni tossiche e violenze all’interno dell’ambiente della polizia.
Burning Body (640×360)
Le indagini cominciano con il ritrovamento dei resti della macchina e del corpo carbonizzato di Pedro. L’auto si trovava vicino al bacino idrico di Foix, a un’ora di macchina dal centro di Barcellona. Gli investigatori, però, scoprono che Pedro è deceduto nella casa che condivideva con Rosa nella località balneare di Vilanova i la Geltrú. Precisamente nelle prime ore del 2 maggio 2017.
Non è stato possibile stabilire i dettagli precisi dell’omicidio a causa dello stato in cui si trovava il corpo: le prove contro Rosa e Albert sono però schiaccianti. I due avevano entrambi i telefoni con sé la notte in cui Pedro fu assassinato, e dalle intercettazioni dei loro dispositivi risultano molte telefonate tra Rosa e Albert nelle ore prima dell’omicidio. In più, il sangue di Pedro viene ritrovato nel seminterrato della casa che l’uomo condivideva con Rosa.
Dopo la morte di Pedro, Rosa e Albert hanno sostenuto una versione dell’evento orientata ad accusare l’ex marito di Rosa dell’omicidio. Questa versione, però, non ha convinto polizia, che ha arrestato i due amanti e li ha accusati di omicidio. I due, entrambi poliziotti appartenenti all’ordine della Guardia Urbana di Barcellona, hanno ottenuto 25 e 20 anni di reclusione per l’omicidio di Pedro.
Nel corso del processo, è emerso che i due erano pronti a far ricadere la colpa sull’ex marito di Rosa. Avrebbero infatti contato sul fatto che i rapporti tra i due erano particolarmente tesi. Nel giorno successivo all’omicidio, i due hanno continuato a usare il telefono e la macchina di Rodrìguez, lasciando tracce proprio nei pressi dell’abitazione dell’ex di Rosa. Tutto ciò, appunto, per far ricadere i sospetti su di lui. I due amanti avrebbero anche dichiarato che Pedro avrebbe avuto uno scontro con l’ex marito di Rosa per motivi di gelosia, circostanza assolutamente smentita dalle indagini.
Nonostante fossero entrambi poliziotti, sia Rosa che Albert hanno commesso “distrazioni” così grossolane da condurli entrambi dietro le sbarre.
Burning Body (640×360)
Oltre a Burning Body, dove la vicenda del crimine della Guardia è raccontata in modo piuttosto romanzato, su Netflix è possibile trovare anche una docuserie, Rosa Peral’s Tapes, in cui la storia è raccontata anche dal punto di vista di Rosa. Qui, ovviamente, Rosa continua a perorare la propria causa dichiarandosi innocente.
La donna giura di non essere responsabile dell’assassinio del compagno e accusa Albert di averla ricattata. Stando alle sue parole, l’uomo l’avrebbe minacciata di fare del male a sua figlia se non avesse fatto ciò che voleva lui. Albert, di rimando, sostiene di aver visto il corpo dell’uomo già morto all’interno del bagagliaio e di aver avuto un ruolo unicamente nella distruzione del cadavere.
La circostanza più classica che si verifica nei casi in cui un crimine è commesso da una coppia: lui che accusa lei, lei che accusa lui. Una circostanza con la quale Burning Body va a nozze, allestendo una narrazione incentrata sulla figura “maledetta” di Rosa Peral, che continua a suscitare interrogativi anche dopo la sua sentenza definitiva.
Un’affascinante arpia manipolatrice, come suggerito in Burning Body attraverso l’interpretazione di Corberò, un’assassina impacciata o addirittura un’innocente calunniata? Allo spettatore l’ardua sentenza, anche se sicuramente la presenza del volto de La Casa de Papel rende difficile un giudizio oggettivo. Di sicuro Burning Body fa un lavoro apprezzabile nel concentrarsi maggiormente sulla componente investigativa, rispetto a quella mystery. Anche se la confezione forse a tratti eccessivamente patinata fa storcere un po’ il naso ai puristi del true crime (qui trovate una carrellata dei migliori titoli degli ultimi anni), più attenti alla ricostruzione storica che ai barocchismi thriller.