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“It’s not time to make a change just relax, take it easy, you’re still young, that’s your fault, there’s so much you have know”. Non Father and Son, neanche father and daughter. In Californication si sovverte il naturale ordine delle cose, della struttura familiare. Becca Moody (Madeleine Martin), l’adolescente (all’inizio di Californication che potete vedere qui) nel suo periodo goth, di poche parole, in pieno personale smottamento emotivo che spesso si trova a reprimere per far fronte a quello dei genitori, due persone sui generis, che della genitorialità hanno un concetto totalmente personale. Hank Moody (David Duchovny) è l’antitesi del pater familias, trasgressivo con se stesso e con gli altri, irregolare nella sua vita di adulto e incapace di seguire i principi base della paternità.

Tutto compensato da fascino, simpatia e capacità di trasmettere comunque affetto, in finale, anche se nel mezzo fa di tutto per non essere credibile.

Un personaggio unico Hank Moody e la figlia Becca lo sa, ne riconosce le peculiarità che glielo fanno amare così profondamente e che al tempo stesso fanno sì che resti lontano. Karen Van der Beek (Natascha McElhone) è la madre che fa la madre anche se in stile Los Angeles, con una buona percentuale di ricerca di benessere personale. In Californication Karen potrebbe, in apparenza, ricoprire il ruolo del genitore consapevole, il punto fermo e di riferimento per Becca, senza scheletri fuori misura nell’armadio, un personaggio piuttosto bidimensionale (ne parliamo qui). Becca si trova ad essere anche con lei la persona più matura delle due. Essere figlia in Californication diventa un mestiere e Becca diventa forzosamente una stacanovista, una lavoratrice a tempo pieno per il progetto “salviamo papà e mamma”.

Come per prassi e abitudine americana, Becca vince sempre il titolo di impiegata del mese nel suo ruolo di figlia di una coppia che non lo è più. Il padre Hank la obbliga a fare degli straordinari per la sua innata capacità a creare situazioni paradossali che si riversano sulla madre e lei.

“All the times that I’ve cried, keeping all the things I knew inside”

Quanto è stato difficile per Becca essere responsabile dei propri genitori? Quante cose ha imparato e si è tenuta dentro? In Californication Becca è un po’ il grillo parlante tra due figure di pseudo adulti. Quando Hank non si trovava in situazioni al limite ci pensava Karen a sposarsi con uomini inadatti e Becca li accettava tutti ma restandone distante. Tutto quello che tratteneva dentro di sé ogni tanto traboccava in qualche affermazione tranchant soprattutto nei confronti di Hank. Tutto quello che sapeva e aveva imparato tramite il filtro dei litigi dei genitori nel quotidiano non ha bisogno di parole, basta il suo sguardo. Non infanzia ma adolescenza rubata, consapevolmente, perché la povera Becca ha deciso di sacrificarsi affinché Hank e Karen restino salvi nel suo mondo, che continuino a restare nell’orbita seppur impazzita dei loro tre pianeti che restano comunque indissolubilmente legati.

Californication, Becca Moody sta a guardare

Becca Moody in Californication 
 - da Charactour(800X440)

Un po’ come succede ai veri genitori che si trovano ad educare e contenere dei figli ribelli, Becca Moody si trova ad essere inascoltata. Per essere più precisi, l’ascolto di Hank e Karen non è mai totale e ha effetti benefici comunque limitati nel tempo. Decide di lasciare parlare gli sguardi, il suo fisico che da adolescente si trasforma in giovane adulta, il suo viso non cresciuto insieme a lei, fermo in un ovale quasi infantile. Becca Moody resta a guardare le folli corsi nell’inaccettabile di Hank e l’immobilità di Karen che si paralizza in relazioni sbagliate prima ancora di iniziare.

Come quei genitori rassegnati al proprio amore per i figli anche Becca resiste in nome del suo amore che è viscerale, soprattutto per lo scombinato Hank, suo personale figliol prodigo, il padre che spera muoia e risorga dalle sue ceneri per accoglierlo banchettando con il vitello grasso ucciso in suo onore.

“And it’s always been the same, same old story…now there’s a way and I know I have to go away, I know I have to go”

Alla fine, solo alla fine, quando (finalmente) il mondo degli adulti ir-responsabili le diventerà troppo stretto, Becca Moody lascerà la sua Californication, capirà che lasciare andare non significa rinunciare, che la sua strada nel mondo la sta aspettando, che non c’è più tempo da perdere. Voler diventare scrittrice come il padre per essere la parte buona di lui, quella che ha sempre brillato anche dietro i fumi dell’alcol. Se il figliol prodigo non torna da te allora fai qualcosa per essere lui. Nella sua personale Californication Becca continua a sovvertire il naturale ordine delle cose. Da figlia era diventata genitore e adesso non fa marcia indietro ma fa una scelta sovversiva per la sua famiglia ma soprattutto per Hank. Decide di sposarsi, giovane ventenne, ben sapendo che Hank e Karen non lo hanno mai voluto fare per scelta prima e per inerzia dopo.

L’atto più tradizionale che possa sancire un’unione diventa un gesto eversivo. Scegliere un legame sancito dalla legge, mettere una regola alla propria vita, scegliere di avere regole perché questo fa la sostanziale differenza tra Becca Moody e i suoi genitori. “Tutte le strade riportano a casa” così dice ad uno sbigottito Hank. Anche le regole, scelte, possono riportare a casa, quello che per te è casa e hai deciso che lo sia contro ogni evidenza. Becca se ne va da Los Angeles, gira l’America, l’Europa e riapproda a New York, dove tutto è cominciato, dove la sua famiglia scardinata dagli stereotipi l’ha generata, dove un Hank e una Karen hanno fatto i genitori per un po’ di anni. Prima di partire per il suo viaggio dell’eroe, Becca Moody dà l’ultima raccomandazione al padre, “Non devi restare fermo, continua a muoverti”, sì muoversi ma seguendo una meta. Becca Moody lo sa.