Vediamo di mettere subito in chiaro la situazione. Californication non è la migliore serie che possiate vedere. Non è nemmeno una serie che ha cambiato il modo di vedere i telefilm. Per quelle possiamo consigliarvi decisamente dell’altro.
Tuttavia, una volta cominciata non riuscirete a staccarvi dallo schermo.
Ammaliati da cosa? Dalla grandezza della sua scrittura, degna del miglior Martin? Dagli effetti speciali strabordanti alla Christopher Nolan? O ancora dalle scenografie mozzafiato?
No. Sarete ammaliati dall’unico grande Sole che illumina questa serie: Hank Moody.
Uno dei personaggi meglio riusciti di tutto il panorama televisivo. Eclettico. Giano Bifronte, anzi Trifronte, anzi Centofronte.
Un personaggio che incarna in sé una miriade di stereotipi, solitamente difficili da trovare in un solo uomo. Lo scrittore maledetto con il vizio dell’alcol, perennemente in crisi artistica, alla folle ricerca di una nuova musa. Ricerca che spiega la sua anima da seduttore iperattivo e donnaiolo. Nichilista e depresso, innamorato e al contempo incapace di mantenere e reggere psicologicamente una stabilità emotiva e relazionale.
Hank Moody è il padre fuori dalle regole che distrugge la prole psicologicamente, ma anche il padre follemente innamorato di sua figlia, Becca. È tutto questo e nulla di tutto ciò, allo stesso tempo.
La sua grandezza risiede in questa sua polivalenza, ma soprattutto nella sua inalterabilità.
Nel corso di tutte le stagioni, Moody non varia se non per pochi istanti e comunque di pochissimo. Mentre il suo mondo cambia e corre rapido verso la maturità e il futuro, lui rimane immobile a guardare le sue certezze che svaniscono.
È come fossilizzato nella sua indifferenza a tutto ciò che lo circonda, fatta eccezione per Becca e per Karen, la sua musa. La donna di cui scrive, per cui scrive e che rappresenta il suo continuo scopo irraggiungibile, la sua ossessione perenne immersa in un mare di edonismo e promiscuità.
Un personaggio fuori dalle righe, ma amabile in tutto il suo essere cinico e “str***o”, interpretato da un magistrale David Duchovny. Vincitore di un Golden Globe nel 2008 per questo ruolo, Duchovny incarna la figura di Hank con la sua indifferenza stampata in faccia, la sigaretta perennemente a portata di labbra, l’aura da narcisista e quell’aria da donnaiolo senza sosta che colleziona conquiste disprezzando se stesso ad ogni passo della sua vita.
La figura di Hank Moody si può serenamente catalogare come grottesca, come tutta Californication. Una serie che si costituisce di situazioni oscene, personaggi paradossali che sfiorano Hank senza intaccare il suo credo e il suo modo di vivere.
A tutto questo, però, va aggiunta la figura di Karen. Vera e propria ancora di questo telefilm, della sua trama e del suo protagonista.
Karen è l’obbiettivo perenne di Hank.
Il suo continuo tentativo di ricongiungersi con lei è il cuore battente e lo spirito di tutto il prodotto che chiamiamo Californication. È la sua musa, il motivo per cui scrive, ma non lo ferma dal conquistare ogni ragazza che si presenta davanti a lui. Un paradosso, un modo di vivere incoerente che distrugge la sua stabilità. Hank ama Karen e Karen ricambierebbe anche, se non fosse per il bisogno sterminato di lui di amare anche tutto il mondo.
La figura di Hank Moody è rappresentabile, se vogliamo, da una chimera composta da BoJack e Dottor House, con la simpatica partecipazione di Charles Bukowski e Dorian Gray.
Bukowski e BoJack per quanto riguarda lo stile di vita distruttivo e distruggente. Dottor House e Dorian Gray per tutto ciò che comprende la sua personalità e la continua ricerca dell’edonismo sfrenato.
È un emulo inconsapevole, il nostro eroe.
Anche lui possiede un ritratto che paga al posto suo per le sue malefatte e per i suoi peccati.
Un ritratto che, tuttavia, non è per nulla nascosto, ma si trova in bella mostra fra le lettere cubitali di Hollywood. Come se fosse un’attrazione della città che tanto odia. Una città che per Hank rappresenta una prigione di perversione e disperazione, descritta con disprezzo come una maledizione perenne alla sua persona.
In questa Highway to Hell che ha scelto di percorrere, l’edonismo e il piacere egoistico senza fine sono i padroni del suo destino.
La grandezza di un personaggio come Hank Moody risiede nella fusione fra comicità e tragicità, di realtà e falsità. Caratteristiche che rendono il protagonista di Californication unico, indimenticabile e, nonostante gli stereotipi, innovativo.
Quindi, tornando all’incipit di questo articolo: Cos’ha Hank Moody che gli altri non possiedono? Tutto. E niente.
Meglio spiegare.
Ha tutto, prova tutto, percepisce tutto ciò che ognuno di noi vorrebbe provare, ma non ha niente, perché tutto prima o poi gli scivola dalle mani peccato dopo peccato, errore dopo errore, delusione dopo delusione.
Vi consigliamo di vedere Californication? Certamente sì. Anche e soprattutto per Hank Moody.
Supereroe decadente di un mondo che sta crollando al grido di You Can’t Always Get What You Want (non puoi sempre avere quello che vuoi).