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Paolo Bitta e Peter Griffin: elogio alla mediocrità

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Se proviamo ad immaginare una bevuta al bar tra Paolo Bitta e Peter Griffin ciò che ci viene in mente è innanzitutto tanto, tantissimo alcol, ed in secondo luogo anche molte risate. No, non siamo pazzi. Non vi proporremo un articolo in cui immaginiamo un crossover tra Camera Café e I Griffin, o anche solo un paragone tra uno dei cartoni più famosi di sempre e una comunque godibile sitcom italiana, anche perché si tratta di due tipi di comicità piuttosto differenti. La volontà è quella di analizzare le similitudini tra due personaggi molto coloriti, due macchiette insomma, che presi singolarmente rappresentano tutti gli stereotipi dell’americano e dell’italiano medio, estremizzati in modo esagerato. All’apparenza potrebbe sembrare un’analisi forzata, ma andremo a vedere quanto effettivamente le analogie tra i due poli siano parecchie e quanto dunque le stesse produzioni tendano a vedere in modo simile i propri personaggi. Nonostante lo stile di vita americano sia molto differente da quello italiano, i cliché, per come sono visti in patria, vengono proiettati a livello internazionale rispecchiando in modo molto accurato ciò che effettivamente si vede da fuori, e questo è sinonimo di ottima autoironia

Camera Café: scuola di vita Paolo Bitta 

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Paolo Bitta è, insieme a Luca Nervi, il co-protagonista di Camera Café, ed è sicuramente il personaggio più caratterizzato e dettagliato della sitcom. Le sue passioni e fissazioni sono tutte ben delineate e note a chiunque, anche perché spesso motivo di vanto. Ama i Pooh, la sua Alfa ed il suo camper più di ogni altra cosa al mondo. E’ un alcolizzato e anche un sesso dipendente (e qui somiglia più a Quagmire che a Peter), evidentemente infedele alla moglie Valeria, nonostante spesso ne parli come non l’avesse mai tradita, aspetto che avvalora la sua figura di italiano medio, seppur estremizzato. Camera Café è la parodia di una azienda italiana composta piramidalmente da tutte le sue sezioni e da un’infinità di cliché su lavoratori e tipi differenti di personalità. Insomma, potremmo definirli tutti degli “italiani medi” se presi nei loro contesti, ma Paolo Bitta è esattamente il prototipo di maschio alpha italico, ignorante, rozzo e senza freni, ma soprattutto senza speranza. La sua è una vita violenta, fatta di alcol e donne (principalmente a pagamento), motori e conseguenti problemi con la giustizia, per non parlare della violenza vera e propria che ci viene raccontata nei suoi aneddoti su Pino, Budello e compagnia bella. Paolo si definisce un uomo con dei principi, prettamente materiali, ma pur sempre principi, fatti di idoli divinizzati (Roby Facchinetti su tutti) e teorie patriottiche non meglio motivate (per Paolo l’Alfa è l’unica macchina degna di quel nome), tutte cose in cui crede fedelmente e che lo caratterizzano. Il personaggio interpretato (magistralmente) da Paolo Kessisoglu è l’esaltazione dell’ignoranza e della spensieratezza che ne consegue. Paolo è anche estremamente narcisista, ama se stesso e la sua vita, che vive al massimo e senza preoccupazioni.

Perché, su tutti, Peter Griffin

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Tra tutte le sitcom americane piene di personaggi fortemente stereotipati, perché scegliere proprio I Griffin? E’ vero, ce ne sono talmente tante da avere l’imbarazzo della scelta. Ma per restringere il cerchio ho optato per il mondo animato, proprio perché è quello in cui si può spaziare di più a livello di stereotipi, anche con esagerazioni inverosimili. In questo ambito la famiglia americana probabilmente più amata e più longeva è quella de I Simpson. Homer incarna tanti stereotipi sugli americani, tra cui alcolismo e grossi problemi di alimentazione, gli stessi che ritroviamo in Peter, ma in modo molto più estremizzato. Già di per sé si tratta di due comicità diverse, seppur entrambe ricercate (molto di più che in Camera Café) con riferimenti politici, culturali e sociali che si sprecano. Ma l’ironia della serie di Matt Groening risulta essere “soft” se paragonata a quella de I Griffin. Nella serie firmata MacFarlane a farla da padrone è il black humor, spesso talmente pesante da causare frizioni politiche e severi richiami da parte delle emittenti televisive. In ogni caso, non sono di certo qui a fare uno scomodissimo paragone tra questi due storici colossi, ma vorrei che fosse chiaro il motivo della mia scelta. Entrambi sono la rappresentazione dell’americano medio, ma Peter lo è in modo più aggressivo, più grottesco (più alla Paolo Bitta!), il suo personaggio incarna in maniera molto più estrema i tipici cliché. Il papà di Family Guy è uno zotico americano di mezza età che soffre di disturbi alimentari, dati dalla sua pessima dieta e dal fatto che passi praticamente ogni sera a bere all’Ostrica Ubriaca. La voluta demenzialità di Peter è inoltre un ottimo mezzo per l’ironia dissacrante tipica del programma, ma allo stesso tempo viene sfruttata proprio per enfatizzare i tratti negativi dello stile di vita medio americano.

Paolo e Peter: una faccia identica di due medaglie diverse

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In Camera Café abbiamo avuto modo di imparare a menadito tutte le fissazioni di Paolo, dato che si tratta di elementi che tornano spesso nelle varie puntate. Peter invece non è un personaggio così ripetitivo, ma grazie al tempo conosciamo anche le sue abitudini. Entrambi, come già abbiamo visto, hanno grossi problemi comuni e disturbi legati a brutte dipendenze. Il rapporto malato che Paolo ha con le donne ci dimostra come anche l’infedeltà sia una caratteristica tipica dell’italiano medio, mentre l’obesità cronica di Peter è spesso ripresa in varie puntate. Ecco, a livello familiare il modo di relazionarsi è diverso. Peter ama Lois con tutto se stesso, mentre è molto più distaccato nel rapporto con i figli, soprattutto con Meg, che non perde occasione di tormentare. Paolo, al contrario, litiga spesso con Valeria e invece prova un affetto viscerale per Brad e Jonathan, che considera i suoi eredi in tutto e per tutto. Il concetto di famiglia italiana è ben diverso da quello di famiglia americana, e ciò è accentuato anche da questi dettagli comportamentali. In generale sia Paolo che Peter sono due personaggi estremamente comici, e la loro comicità proviene da una profonda e radicata ignoranza di base che li contraddistingue

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La rappresentazione dell’americano e dell’italiano medio perciò non risulta essere troppo differente, nonostante culturalmente ci siano non poche discordanze. Ciò su cui si potrebbe riflettere, almeno essendo noi da questo lato della barricata, è il fatto che all’estero, in questo caso negli USA, ci dipingano con i soliti stereotipi di mafia, pizza e mandolino, quando invece noi stessi ci raffiguriamo così simili a loro, in casi come questo. Per fare un esempio ancora più diretto e lampante basta prendere il film comico Italiano medio (appunto) di Maccio Capatonda, in cui il protagonista (lo stesso Marcello Macchia) viene raffigurato come un personaggio rozzo e soprattutto tremendamente ignorante, con la passione per le donne e per la sregolatezza. Altro che mafia, noi e gli americani siamo, purtroppo o per fortuna, più simili di quanto si pensi.

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