Ci siamo risvegliati in un mondo in cui Camera Café, una delle più famose sitcom italiane, è in realtà una serie drammatica, ambientata tra gli uffici di una multinazionale che si occupa di vendere C-14, componenti pregiate delle comuni stampanti. Il nostro punto di vista è quello di Guido Geller, che nell’universo precedentemente conosciuto era il temutissimo responsabile delle risorse umane, sempre pronto ad annotare problematiche e criticità sul suo famoso libretto. In questa realtà, però, Guido Geller è invece un fondamentale componente dell’azienda a cui tutti si rivolgono per parlare dei propri problemi, oltre che di quelli riguardanti la quotidianità lavorativa. Geller è una specie di psicologo personale dei dipendenti che, tra corruzione, soprusi subiti e screzi comuni, vede in lui una sorta di punto di riferimento. Ogni puntata di Camera Café si apre con un colloquio di Geller con uno dei personaggi, che fa luce sui propri problemi e, con una serie di flashback, racconta la sua storia. In questa versione di Camera Café, i dipendenti sono alla ricerca di un punto di riferimento, di un qualcuno che offra loro uno sguardo sul mondo esterno, che dagli stretti uffici dell’azienda sembra così piccolo e lontano, quasi irraggiungibile.
La vita al limite di Paolo Bitta
La settimana del dottor Geller parte con uno dei dipendenti più problematici dell’azienda: Paolo Bitta, uno dei protagonisti di Camera Café. Paolo è uno dei visitatori meno frequenti dell’ufficio del dottor Geller, è molto diffidente e non ama aprirsi con qualcuno che non sia il suo migliore amico, Luca. Eppure, proprio quest’ultimo è riuscito a convincerlo a confidarsi con il dottor Geller, in seguito all’ennesima ricaduta nell’alcol. Paolo, dopo aver perso la moglie Valeria in un incidente stradale appena due anni prima, non è stato più lo stesso. Un tempo era conosciuto per essere uno spensierato donnaiolo, un marito amorevole (e infedele) amante della libertà e della propria vita. Il giorno dell’incidente Paolo, come al solito, era piuttosto alticcio al volante, ma non era stata colpa sua: dalla dinamica si evinse che non avrebbe potuto fare nulla per evitare lo schianto con il tir, il cui autista si era addormentato e gli era finito addosso. Ma da quel giorno Paolo non sarebbe stato più lo stesso. E non erano soltanto i due figli indomabili a carico, il senso di colpa inevitabile o l’aver perso l’amore di una vita. No, niente di tutto ciò. Dal suo colloquio con il dottor Geller, si evince che, il vero punto di non ritorno nella depressione alcolica di Paolo è stato l’aver perso un simbolo, più che l’amore. Un simbolo che rappresentava tutto ciò che c’era di autentico nella sua vita, al di là della maschera del miglior venditore della città, titolo che Paolo aveva vinto per tre anni di fila e che aveva causato in lui un totale black-out: tra donne, alcol e droga non era più in grado di controllarsi. Valeria, per Paolo, era la madre dei suoi figli, la donna di casa, la figura materna per eccellenza, ma era anche il qualcosa da cui scappare, un ostacolo da evitare che lo spingeva ogni giorno oltre i propri limiti. E ora, tutto questo, per Paolo non c’era più.
Silvano e Patty: terapia di coppia
Subito dopo pranzo, ecco approdare nell’ufficio del dottor Geller due “clienti” fissi: Silvano e Patty. Silvano si è preoccupato di prenotare una visita con Geller per tutti i lunedì dell’anno alla stessa ora: le 14:30, subito dopo pranzo. Silvano e Patty sono una coppia decisamente atipica, la più famosa di Camera Café. Da quando la madre di Silvano, la signora Rogi, non c’è più, i due sono andati finalmente a vivere da soli insieme al loro unico figlio. Da un punto di vista economico i problemi sono tanti: la madre di Silvano ha lasciato tutto il suo patrimonio ad un certo Hernàn, un fisioterapista cubano che si era occupato di lei negli ultimi mesi di vita (il che resta tra il dramma e il comedy); gli stipendi di Silvano e Patty gli bastano a malapena per pagare il mutuo e mantenere il piccolo, e per i due, che già in passato non erano abituati a comportarsi come una coppia normale, è rimasta pochissima intimità. E’ tutta una questione di conti e di compiti da portare a termine, è tutto talmente tanto schematico e ripetitivo che sia Silvano che Patty hanno smesso di vivere, se non in simbiosi e lasciando scandire il proprio tempo agli impegni lavorativi e genitoriali. E l’appuntamento con il dott. Geller, per loro, fa parte del piano settimanale da rispettare. In realtà, è un po’ come se approfittassero della figura del magnanimo Geller perché non possono permettersi un consulente matrimoniale, e così hanno deciso di affidarsi a lui, cercando (goffamente) di non fargli notare tale intento. Ma Geller sa bene quanto conta per i dipendenti dell’azienda, è diventato un vero e proprio psicologo per loro, ed è sempre disposto ad aiutare chi si trova in difficoltà.
La solitudine di Luca
Un altro “paziente” fisso del dott. Geller, nonché il suo preferito, è Luca Nervi. Luca è l’ex sindacalista dell’azienda, attuale responsabile acquisti. Luca è sempre stato uno molto ambizioso, politicamente schierato e con degli ideali che ha sempre cercato di portare avanti anche in ambito lavorativo. Nonostante sia da sempre abituato alla solitudine, non avendo figli e con due brevissimi matrimoni alle spalle, la vita, per lui, è sempre più triste e buia. Le chiacchierate tra Luca e Geller, a cui dà ormai del tu, chiamandolo direttamente Guido, sono quasi sempre incentrate sull’attualità, su ciò che succede nel mondo e su episodi di quotidianità, niente di pesante o impegnativo. Geller, per Luca, è a tutti gli effetti un amico, e i rapporto tra i due è quanto di più sincero e leale ci sia in tutta Camera Café. I problemi di Luca, quelli veri, sono cominciati qualche tempo dopo la fine del matrimonio con Alex. Luca, dopo la fine dell’ennesima relazione, si è reso conto di stare davvero bene da solo, ma d’altro canto, ha capito di non aver mai amato realmente nessuno, di non conoscere l’amore. E’ stata un’illuminazione del tutto spontanea, una presa di coscienza che gli ha fatto capire di essere davvero solo, a questo mondo. E Luca ha accettato questa condizione con non poche difficoltà, pensando di essere inadatto, di avere qualcosa di sbagliato dentro di sé. E così, puntualmente, si ritrova a discutere con Guido di tutte quelle criticità della propria condizione che non è ancora riuscito a digerire. Per Guido, Luca è un amico, oltre che una pausa di leggerezza in mezzo al marasma di dipendenti che si lamentano delle proprie condizioni lavorative per i motivi più disparati, è come se entrambi apprendessero l’uno dall’altro, in un rapporto umano ormai più unico che raro.