La prima puntata di Bim Bum Bam andò in onda nel 1981. All’epoca uscì su una televisione locale privata regionale, Antenna Nord, di proprietà del editore Rusconi. Nel 1982 entrò a far parte del palinsesto della neonata Italia1 che, nel 1983, venne acquistata da Silvio Berlusconi, allora presidente delle reti Mediaset.
Fino agli anni Novanta il programma per bambini e ragazzi andò in onda su Italia1. Poi passò a Canale5 fino al 1997 per poi tornare alla destinazione iniziale e restarci fino alla conclusione, nel 2002.
Per oltre vent’anni Bim Bum Bam è stato un appuntamento fisso, solitamente tra le 16 e le 18, al quale milioni di bambini e ragazzini non hanno mai mancato di partecipare perché contenitore di cartoni animati e anime. A proposito: conoscete la differenza tra un cartone animato e un anime? È presto detta. In Italia un anime è un cartone animato esclusivamente giapponese che tratta argomenti per un pubblico non solo composto da bambini. Mentre un cartone animato è… tutto il resto. Detta così suona molto semplificata ma il senso è quello.
Tornando a Bim Bum Bam la trasmissione nel corso del tempo ebbe diverse trasformazioni. Inizialmente funzionava come contenitore di cartoni animati. In seguito vennero inseriti dei conduttori che, oltre a introdurre i cartoni, facevano dei piccoli sketch di intrattenimento, piccoli giochi a premi e l’angolo della posta (al quale, chi vi scrive non si vergogna a dirlo, ha inviato decine e decine di letterine con tanto di orrendi disegnini).
Il primo e più famoso tra i conduttori di Bim Bum Bam è certamente… il pupazzo Uan che salutava il suo pubblico con un caloroso “ciao uanini”. Accanto a lui si alternarono nomi più o meno noti tra i quali Paolo Bonolis, Licia Colò ed Emanuela Blanchard.
Parlare di Bim Bum Bam però vuol dire parlare di cartoni animati, con le loro caratteristiche sigle. Nel corso degli anni molti sono stati gli spettacoli dedicati ai più piccoli. Alcuni per la durata di una stagione. Altri, invece, sono stati replicati perché grandi successi e oggi si trovano sulle piattaforme più conosciute.
Abbiamo stilato una classifica che però, lo sappiamo, non accontenterà tutti. Parlare di Bim Bum Bam è una cosa che tocca il tasto nostalgia aprendo i cassetti dei ricordi e dei sospiri.
Questa è la nostra classifica. Nei commenti scriveteci la vostra!
10) Piccoli problemi di cuore
Marmalade Boy è il titolo originale di questo anime tratto dall’omonimo manga (il tipico fumetto giapponese) di Wataru Yoshizumi. Prodotto dalla Toei Animation, studio di animazione tra i più importanti in Giappone, Piccoli problemi di cuore andò in onda su TV Asahi tra il 1994 e il 1995 per un totale di 76 puntate.
In Italia il prodotto giapponese venne acquistato da Mediaset e trasmesso su Canale5, inizialmente, poi su Italia1 dove ottenne un successo incredibile per via delle sue tematiche sentimentali dedicate principalmente agli adolescenti.
Come spesso accade Piccoli problemi di cuore venne adattato per il pubblico italiano con il consenso dell’autrice e della casa di animazione. Delle 76 puntate originali se ne ricavarono 63 attraverso abili tagli che ne fecero un prodotto praticamente nuovo.
La sigla presenta un arrangiamento completamente diverso dalle originali e viene usata sia in apertura che in chiusura. È scritta da Alessandra Valeri Manera e musicata da Franco Fasano, ed è interpretata da Cristina D’Avena.
9) Siamo fatti così
Uno di più interessanti prodotti divulgativi di fine anni Ottanta, Siamo fatti così è un cartone animato dedicata al funzionamento del corpo umano creato da fumettista francese Albert Barillé con le musiche di Michel Legrand, vincitore di tre premi Oscar.
Siamo fatti così racconta, in 26 episodi, come funziona il corpo umano in maniera scientificamente ben dettagliata. Per ogni puntata veniva affrontato, attraverso figure antropomorfe situate nel corpo umano, un problema o una malattia. Particelle del sangue, sinapsi, nervi, ogni particolare interessato al problema viene reso graficamente attraverso dei personaggi e descritto nel modo in cui funziona nel corpo umano.
La sigla è cantata da Cristina d’Avena ed è composta dalle musiche di Massimiliano Pani e dalle parole di Alessandra Valeri Manera
8) L’incantevole Creamy
A differenza di Piccoli problemi di cuore L’incantevole Creamy è un prodotto televisivo al quale seguì un manga, pubblicato in Italia sul Corriere dei Piccoli nel 1985. A produrre questo anime è lo studio di animazione Pierrot. L’incantevole Creamy, composta da 52 puntate, è la prima della cosiddetta saga delle “streghette dello studio Pierrot” insieme a Evelyn e la magia di un sogno d’amore, Magica magica Emi, Sandy dai mille colori e Fancy Lala.
In Italia andò in onda agli inizi del 1985 e fu un successo strepitoso.
Yu è una bambina vivace, con una fervida immaginazione e piena di sogni. Grazie a queste qualità riesce a trovare un’arca di cristallo dentro la quale è tenuto prigioniero PinoPino, un folletto, il quale per ringraziare la bambina le donerà un portacipria che le consentirà di trasformarsi, pronunciando la famosa formula “Pampulu-pimpulu-parim-pampùm, pimpulu-pampulu-parim-pampùm!” e fare magie. A vegliare su Yu PinoPino lascerà una coppia di gatti parlanti: Posi e Nega.
La sigla de L’incantevole Creamy è cantata da Cristina d’Avena ed è scritta da Alessandra Valeri Manera e musicata da Giordano Bruno Martelli.
7) I Puffi
Tratta dalle storie a fumetti scritte e disegnate dal fumettista belga Peyo, i Puffi è una serie animata televisiva creata negli Stati Uniti dalla celeberrima casa di produzione Hanna-Barbera. Nove stagioni, oltre quattrocento episodi della durata compresa tra gli undici e i ventidue minuti, i Puffi è una di quelle serie iconiche della televisione degli anni Ottanta e Novanta. In Italia il prodotto made in USA ebbe un successo strepitoso tanto da essere l’unica serie animata praticamente sempre presente nelle edizioni di Bim Bum Bam.
Le storie, praticamente auto conclusive, raccontano le avventure di piccole creature blu con i pantaloni e il caratteristico capello bianchi. All’incirca cento, i Puffi vivono in un villaggio nel bosco dentro case ricavate nei funghi. Hanno un acerrimo nemico, Gargamella, che cerca di catturarli per creare delle pozioni magiche.
I Puffi parlano il puffese, una lingua tutta loro caratterizzata dall’uso del termine puff declinato secondo la necessità creante così una parola che permetta allo spettatore di comprendere il significato del termine.
Le sigle sono cantate da Cristina d’Avena su testi di Alessandra Valeri Manera mentre la colonna sonora si avvale di famosi brani di musica classica come il terzo movimento del Chiaro di Luna di Beethoven, utilizzato solitamente in momenti altamente drammatici e, in particolare, dura le fughe dei Puffi da Gargamella
6) Mila e Shiro
Jun Makimura e Shizuo Koizumi sono gli autori del manga da cui è tratto l’anime prodotto dallo studio di animazione Knack Productions e andato in onda per la prima volta nel 1984.
In Italia l’anime venne trasmesso nel 1986 e il suo adattamento si limitò a tagli di scene a sfondo violento o, in chiave puramente ironica, con personaggi femminili in intimo.
Mentre il manga tratta praticamente solo la questione sportiva l’anime invece si occupa anche di amore, amicizia e famiglia.
Mila è una ragazzina di quattordici anni che arriva in città per frequentare le scuole superiori dopo aver vissuto in campagna con i nonni. È a scuola che scopre la pallavolo e se ne innamora dimostrando di possedere un talento non da poco, tanto da arrivare in Nazionale e competere per il Giappone nelle Olimpiadi di Seul del 1988.
Nella versione italiana Mila è imparentata con un’altra celebre pallavolista dei cartoni animati, Mimì. In realtà tra le due non c’è alcun vincolo di parentela.
Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo è la sigla di apertura e di chiusura dell’anime ed è cantata da Cristina d’Avena. Il testo è scritto da Alessandra Velari Manera la quale ha scritto anche quelli della versione spagnola e francese, tutti musicati da Carmelo Carucci.
5) Holly e Benji
Le infinite partite di calcio che duravano diversi episodi; le strane inquadrature caratteristiche del terreno di gioco tali da mettere in discussione qualsiasi teoria terrapiattista; le improbabili skills dei personaggi, capaci di colpire i palloni così forte da deformarli, per non parlare dei calci compiuti saltando sulla schiena dei compagni o l’uso dei pali della porta come leva per spingersi oltre l’impossibile; il fatto che il Giappone sfornasse campioni di calcio incredibili tanto da ridicolizzare quelli europei e sudamericani e il fatto che questi fossero per lo più bambini o adolescenti. Ecco, queste sono alcune delle peculiarità che hanno caratterizzato Holly e Benjii, l’anime tratto dal manga Capitan Tsubasa, andato in onda, per la prima volta in Italia, nel 1986.
Di Holly e Benji esistono ben cinque serie animate: Holly e Benjii, – Due fuoriclasse; Shin Captain Tsubasa (1995); Che campioni Holly e Benji!!! (1999); Holly & Benji Forever (2004-2005); e Captain Tsubasa (2019-2021). Quest’ultima è un reboot della prima serie.
La prima serie fu un successo straordinario in Italia. L’adattamento fa alcuni cambi di poco conto, come la città dove vive Holly o la durata delle partite che nella versione nostrana è sempre di 90 minuti mentre nella versione originale è di 40 minuti, quando Holly è alle elementari, e di 60 quando è alle medie.
Come in Mila e Shiro anche in Holly e Benji c’è un espediente narrativo che cerca di riunire due anime dello stesso tipo. Nello stesso periodo, infatti, Mediaset trasmise Palla al centro per Rudy facendo in modo che il protagonista di quest’ultimo cartone animato fosse compagno di scuola di Benji.
Per ciascun anime ci fu una rispettiva sigla. La prima venne scritta da Alessandra Valeri Manera e cantata da Paolo Picutti. Cristina d’Avena invece cantò quella di Che campioni Holly e Benjii.
4) Sailor Moon
Scritto e disegnato da Naoko Takeuchi all’inizio degli anni Novanta Pretty Guardian Sailor Moon è il manga dal quale la Toei Animation ricavò cinque serie televisive (duecento puntate), tre film cinematografici, due cortometraggi e tre special televisivi.
L’anime dedicato a Usagi, una ragazzina delle medie che incontra una gatta parlante di nome Luna la quale, attraverso una spilla magica la trasformerà in una guerriera sailor, fu un successo mondiale incredibile.
In Italia le prime due stagioni vennero trasmesse tra il 1995 e il 1997 ottenendo un grandissimo consenso tra il pubblico femminile più piccolo che adorava i personaggi delle Sailor, perché guerriere forti e indipendenti legate da un’amicizia leale e solida.
Il successo di Sailor Moon fu accompagnato, come spesso accadeva all’epoca, da una forte campagna promozionale di merchandising: tazze, bambole, abbigliamento, oggettistica per la scuola.
Seppure accusata di eccessiva violenza e di riferimenti all’omosessualità femminile dalle associazioni per la salvaguardia dell’infanzia Sailor Moon professa il tema dell’amicizia e della solidarietà femminile in maniera aperta ed esplicita per l’epoca.
Anche le sigle di Sailor Moon sono cantate da Cristina d’Avena, scritte da Alessandra Valeri Manera e musicate da Carmelo Carucci.
3) Kiss me Licia
Quando un prodotto ha successo è giusto sfruttarlo fino in fondo. Come nel caso di Kiss me Licia che dal manga venne prodotto l’anime e poi, in Italia almeno, diversi live action con protagonista proprio Cristina d’Avena nei panni di Licia.
L’anime fece la sua apparizione in Italia nell’autunno del 1985. È composto da 42 episodi ed è prodotto dalla Toei Animation. Racconta la storia di Licia, figlia di Marrabbio, che durante un acquazzone incontra Andrea e il suo gatto Giuliano, rifugiatisi in un tubo di cemento.
Licia, con un istinto materno proverbiale, si prende cura dei due e poi, la sera stessa, incontra Mirko, leader e cantante del gruppo Bee Hive. Tra i due nasce un’amicizia che si tramuta in amore. Tra mille peripezie, i due, alla fine, riescono a sposarsi e vivere felici e contenti.
In Italia l’anime ebbe un successo strepitoso. Il pubblico desiderava altre puntate tanto che i dirigenti Mediaset si rivolsero alla Toei Animation per chiedere altre stagioni. Ma la casa di produzione giapponese ritenne chiusa l’esperienza con Kiss me Licia poiché non aveva ottenuto, in patria, sufficienti consensi per proseguire l’esperienza.
Ecco come nacquero Love Me Licia (1986), cui seguirono Licia dolce Licia (1987), Teneramente Licia (1987) e Balliamo e cantiamo con Licia (1988), veri e propri prodotti della televisione italiana che seppe creare un incredibile show che appassionò bambini, adolescenti e adulti tanto da diventare un vero e proprio cult del genere, esportato in diversi paesi europei come Francia, Spagna e Germania.
2) C’era una volta… Pollon
Nel 1977 venne pubblicato il primo manga dedicato a Pollon, personaggio scritto e disegnato da Hideo Azuma. La trasposizione animata venne trasmessa in Giappone tra il 1982 e il 1983. In Italia venne trasmessa nel 1984 e naturalmente fu un successo strepitoso.
Composto da 46 episodi l’anime racconta la storia della figlia di Apollo, dio del sole, in una Grecia antica molto rassomigliante ai giorni nostri, Accanto a Pollon, desiderosa di fare del bene ma spesso combinaguai, c’è Eros, dio dell’amore fisico e del desiderio, che se ne va in giro svolazzando con una faretra piena di frecce dell’amore.
Pollon pur essendo figlia di un dio non è una dea a tutti gli effetti. Per diventarlo deve compiere delle buone azioni che verranno ricompensate dal nonno, Zeus. Pollon, perciò, gira il mondo per fare del bene affrontando avventure che si rifanno alla mitologia greca, a volte rivisitata in chiave giapponese, piene di umorismo anche sfacciato.
La sigla è scritta da Piero Cassano dei Matia Bazar ed è cantata da Cristina d’Avena.
1) Lady Oscar
L’anime dedicato al capitano delle guardie di Versailles Oscar François de Jarjayes, meglio conosciuta come Lady Oscar, è composto da 40 episodi della durata di circa 23 minuti l’uno.
Questo gioiello dell’animazione giapponese venne trasmesso in Italia nel 1982 dopo un pesante riadattamento affinché il prodotto fosse più adatto a un pubblico di bambini. I tagli, i riadattamenti dei dialoghi e la censura vera e propria cercarono di cancellare in maniera quasi definitiva l’ambiguità sessuale e di genere di Oscar, personaggio incredibilmente rivoluzionario per l’epoca. Nella versione originale, infatti, i personaggi le si rivolgono sempre al maschile mentre in quella italiana spesso viene apostrofata con il titolo di madamigella.
Il manga dal quale è tratto l’anime visto su Bim Bum Bam venne pubblicato per la prima volta nel 1972, in Giappone. In Italia venne pubblicato col titolo Le rose di Versailles in riferimento ai personaggi femminili, veri e immaginari, presenti alla corte del Re di Francia negli anni antecedenti la Rivoluzione Francese.
Sempre dal manga sono stati tratti un musical e un film cinematografico oltre ovviamente alla serie animata prodotta dalla Tokyo Movie Shinsha. Il successo internazionale del personaggio di Lady Oscar è dovuto tutto alla serie animata, considerata una tra le più interessanti di tutti i tempi anche per via dell’accuratezza storica. L’autrice del manga, Riyoko Ikeda, si documentò molto prima di procedere con i disegni e i testi del suo capolavoro ottenendo la Legion d’Onore di Francia per il suo contributo alla narrazione della storia francese.
La sigla di Lady Oscar, quando uscì il cartone animato, venne scritta e cantata dal gruppo I Cavalieri del Re. Nel 1990 quando Mediaset ripropose l’anime la sigla venne cambiata e inizialmente cantata da Enzo Draghi e successivamente da Cristina d’Avena.
Quella de I Cavalieri del Re ebbe un tale successo da scalare le posizione delle hit parade del 1982 fino ad attestarsi al 7° posto.