“Ciao sono Lucia
Sono una sirena
Può sembrare strano
Ma è una storia vera
La leggenda su di noi è già
La verità
Blue song love dream
Mermaid Melody
Siamo principesse sirene si!“
Correva l’anno 2007. E per la prima volta in assoluto Italia Uno trasmetteva le Principesse Sirene – Mermaid Melody, uno degli anime (e dei manga) che hanno segnato l’infanzia o l’adolescenza di molti di noi. Basta un nome, il testo della sigla e subito riecheggia nella mente L’arcobaleno è la mia scia, mentre scorrono le immagini di queste sirene nella vasca da bagno o che con il loro canto riescono a sconfiggere il male. Un tuffo nel passato. E subito torniamo a quei pomeriggi, subito torniamo a ricordare ogni loro brano, mentre Lucia, e le altre principesse sirene fermano i cattivi con la Magia della Voce Pichi Pichi!
Mermaid Melody è al tempo stesso un anime scontato e originale. La storia e le dinamiche sono quelle tipiche di anime e manga maho shoujo, cioè che vedono un gruppo di eroine unire le forze per combattere il male con la magia, mentre affrontano anche problemi di tutti i giorni. La tematica fantasy insomma incontra il genere della commedia romantica. Eppure, la cosa che ha resto le Principesse Sirene così speciali è che non ci sono combattimenti come nelle Mew Mew o in Sailor Moon né incantesimi come in Doremi. Qui le protagoniste combattono usando una sola arma: la voce. E così in ogni episodio c’era almeno un momento musicale, se eravamo fortunati anche due. Così ogni episodio diventava davvero spettacolare.
Ricordo già la meraviglia della storia di base: le protagoniste erano sirene, capaci di trasformarsi in umane e poi ancora in eroine.
Durante una tsunami, un bambino rischia di morire annegato. Ma la principessa sirena Lucia, di appena sette anni, lo salva e – innamoratasi di lui – lo salva grazie al potere della propria perla rosa che gli lascia in custodia per non essere scoperta. Sette anni dopo, Lucia torna sulla Terra in sembianze umane per recuperare la perla del proprio regno. Lucia è spinta da due motivazioni: la prima, personale, è che spera di rivedere il bambino che aveva salvato anni prima. La seconda è a causa di Gaito, abitante superstite della tribù Panthalassa che progetta di diventare il padrone dei sette mari e della terra, impadronendosi del potere delle perle. Ben presto, Lucia incontra Kaito, il bambino di quella notte, e i suoi sentimenti per lui subito si risvegliano. Senza contare che Kaito non ha dimenticato la sirena che lo salvò e custodisce ancora la sua perla. Sulla terra, Lucia trova il sostegno e l’aiuto di altre principesse sirene, prime tra tutte Hanon e Rina, anche loro intenzionate a trovare le principesse sirene per unire i loro poteri e liberare gli oceani dal male. Così vicende amorose, la crescita personale delle protagoniste e la scoperta di sé si intrecciano con i combattimenti a colpi di “pezzi di bravura”.
La particolarità inoltre erano gli intrecci e le rivelazioni che coinvolgevano i vari personaggi. Ciascuno con segreti, sentimenti feriti, cambiamenti e sogni. E presto si scopre che la storia di ognuno è intrecciata a quella degli altri protagonisti.
Un mondo a metà tra le terra ferma e gli oceani, un mondo segreto e magico e l’altro comune e divertente. A queste ambientazioni si univano le esibizioni delle protagoniste che ci hanno sempre incantato. Quanti di noi hanno imparato i brani a memoria e le hanno cantate insieme a Lucia, Hanon e Rina? Era diventato un appuntamento fisso.
E scommetto che ancora oggi, bastano poche note per sorprendersi a cantare tutte le canzoni.
Senza contare che gli arrangiamenti e i testi erano davvero ben fatti, riascoltandoli adesso ci troviamo tanto romanticismo e ottimismo che ci avvolgono di sicurezza e fanno venir voglia di tornare a quell’età, a quei pomeriggi passati a guadare i cartoni animati.
“L’arcobaleno è la mia scia che navigo in cerca di quella montagna
Le luci all’alba, melodia, mi portano indietro ad un tempo passato
Colori immersi nella scia nell’arcobaleno che gioca nel cielo
Il vento mi sospinge via, raggiungo le onde dei sette mari“
Mermaid Melody era un anime un po’ smielato, è vero. L’amore era il fulcro di tutto: l’amore di Lucia per Kaito, di Kaito per la sirena misteriosa, l’amore per la propria casa che porta all’attaccamento ai ricordi e al passato, fino a mutare l’amore in odio. L’amore – e il conseguente dolore – che spinge alla fine Sara a manipolare Gaito e poi a morire con lui. L’amore che si spera possa cambiare il mondo.
“L’assoluto di un amore può rendere caldo un vento freddo
vincendo le difficoltà
che nella vita incontrerà.
Riaccende ogni cuore che
da troppo tempo ormai si era spento,
schiarisce ogni ambiguità, traduce tutto in verità.“
Per noi che siamo davvero cresciuti con queste parole, che abbiamo immaginato di diventare delle principesse sirene e che ci siamo sfidati a colpi di canzoni, nella speranza che potessero portare via ogni tristezza e dispiacere, le Mermaid Melody hanno avuto un ruolo chiave nella nostra infanzia e ancora oggi custodiamo gelosamente il ricordo di questo anime. Come una perla preziosa, ricordo di un incontro passato.