“Mew Mew, amiche vincenti
Mew Mew, amiche vincenti
I giorni corrono e passano
E le storie non cambiano
E il destino all’improvviso cambia il tuo DNA“
Correva l’anno 2004. E per la prima volta in assoluto Italia Uno trasmetteva l’anime Mew Mew – Amiche Vincenti. Basta un nome, il testo della sigla e subito riecheggia nella mente la voce di Cristina D’Avena, mentre scorrono le immagini di Strawberry, del gatto nero selvatico che corre verso di lei, del Café Mew Mew e delle altre eroine che hanno preso parte al progetto Mew. Un tuffo nel passato. E dopo le scene, i nomi dei protagonisti e la sigla, arrivano i ricordi legati a quei pomeriggi passati davanti alla tv, aspettando un nuovo episodio, aspettando di vedere ancora una volta il potere dell’amicizia trionfare contro la malvagità .
I ventenni di oggi ricorderanno questo anime come uno dei primi cartoni animati mai visti e seguiti in televisione, forse solo il primo di una lista che si è andata allungandosi sempre più negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza.
Siete pronti a immergervi in quell’atmosfera e tornare a ricordare quanto fosse bello Mew Mew – Amiche Vincenti?
Tutto ha inizio quando Strawbarry, ragazza di 13 anni, viene investita da un misterioso raggio di luce al suo primo appuntamento al parco con Mark, il ragazzo dei suoi sogni. Qualcosa nel suo DNA cambia: esso si fonde con quello del gatto selvatico di Iriomote. Da quel momento ha inizio la sua avventura. Reclutata da Ryan e Kyle – i responsabili della sua metamorfosi in Mew Berry – viene portata al Café Mew Mew dove viene messa al corrente della grande missione che la aspetta. Gli alieni infatti, primi abitati del pianeta Terra, sono intenzionati a riprenderselo, ma non prima di aver punito gli esseri umani per averlo deturpato e averlo lasciato in condizioni ecologiche così devastanti. Insieme alle altre quattro supereroine Mina, Lory, Paddy e Pam (ciascuna reclutata da Mew Berry stessa) e con l’aiuto del piccolo robot Mash, Stawberry combatterà i tre emissari del Profondo Blu: Quiche, Pie e Tart.
La storia delle Mew Mew riprende in realtà molto quella di Sailor Moon, per caratteristiche dei personaggi, per i colori sgargianti che caratterizzavano ciascuna di loro e soprattutto per la rilevanza data all’amicizia e all’amore: quando ormai tutto era perduto e i cattivi sembravano star avendo la meglio, nella disperazione vediamo accendersi la luce della speranza guidata dalla consapevolezza che le migliori amiche erano proprio al tuo fianco per proteggerti e per combattere fino alla fine. Eppure, è stata la prima volta che i combattimenti corpo a corpo con movimenti precisi e ben animati venivano inseriti in un anime per ragazze.
Sicuramente Mew Mew – Amiche Vincenti non era perfetto. L’ho rivisto dopo anni, ormai cresciuta rispetto agli anni in cui questi cartoni e le loro eroine erano il mio mondo, e mi sono accorta degli inevitabili difetti. Ho ritrovato quell’antipatia per Mark che ricordo aver provato anche da bambina. Non c’era speranza che Strawberry scegliesse Ryan, con quale sembra esserci qualcosa di non ben definito. E sicuramente, per quanto ardentemente l’abbiamo sperato, non sarebbe mai nata la storia d’amore corrisposta con Quiche, l’alieno manipolatore che per destabilizzare Mew Berry le ruba il primo bacio, per le tanto speciale. E che però finisce per innamorarsi realmente della protagonista e cambiare fazione pur di proteggerla. Ma nonostante fosse scontato che la protagonista non aveva occhi che per Mark, quel triangolo/quadrato amoroso ci ha tenuto incollati allo schermo tutto il tempo. Accettando in extremis la scelta di Mew Berry perché in fondo sapevamo che non sarebbe potuto essere altrimenti.
Certo, era pieno di episodi riempitivi (i tanto odiati episodi filler) che servivano ad allungare un po’ il brodo, ma non aggiungevano nulla alla trama principale. Eppure, io continuo a ricordarlo con estremo affetto. Ogni puntata era un avventura e non c’era mai il rischio di sentirsi soli. Senza contare che nell’arco di appena venti minuti attraversavamo momenti davvero drammatici, carichi di suspense e angoscia, per poi tornare a sorridere con i brividi lungo la schiena e i lucciconi. Bastava un solo episodio delle Mew Mew e ricordo che mi sentivo pervadere dalla consapevolezza che non c’era nulla che non potessi fare, niente che non potessi diventare. Perché c’era sempre un personaggio, una situazione, una vicenda che favoriva l’immedesimazione.
Partendo dalla protagonista, così imbranata, spaventata, ma che non ha mai esitato un attimo a lanciarsi in imprese ben più grandi di lei per proteggere le persone che ama, passando a tutte le altre ragazze che spesso le hanno rubato la scena. Mina in apparenza spocchiosa e giudicante, non era altro che un’adolescente insicura che fingeva di avere tutto sotto controllo per non ammettere quanto fosse sola e impaurita; Lory timida e riservata, spesso sottovalutata, dimostra invece coraggio, determinazione e sangue freddo. Paddy invece, appare immatura e troppo esuberante, ma si scopre invece che tocca a lei occuparsi dei fratelli più piccoli da quando sua madre è morta, e scaccia la tristezza circondandosi di gioia e ilarità . E infine Pam, la misteriosa lupa solitaria che la maggior parte delle bambine volevano imitare, nasconde apprensione e affetto dietro il suo distacco.
Coerenti dall’inizio alla fine, ma sempre disposte all’evoluzione e al cambiamento, ciascuna di loro ha permesso ai bambini che guardavano le Mew Mew di sentirsi rappresentato e meno solo con le proprie insicurezze e i propri difetti. Insieme con l’idea che le amiche vincenti avrebbero sempre superato ogni ostacolo, Mew Mew – Amiche Vincenti ha segnato molti di noi che ancora oggi, ritornando con la mente a quegli scontri epici e alle scene cariche di pathos e colme di amore e speranza, sentono la pelle d’oca quando riascoltano la sigla.