“Ma un segnale dalle stelle
la nostra vita cambierà
e anche tu, come me, fai così…
vivi, vivi, lotta e poi combatti il male
vai avanti, fai così!“
Correva l’anno 2005. E per la prima volta in assoluto Rai 2 trasmetteva le Pretty Cure, la prima di una lunga serie di stagioni sulle Leggendarie Guerriere che combattono il male proveniente da un altro universo. Basta un nome, il testo della sigla e subito si affollano nella nostra mente immagini di combattimenti, scene commoventi, colori e gruppi di combattenti che si passano il testimone, stagione dopo stagione. Un tuffo nel passato. E rieccoci, davanti alla tv fissa su Rai 2, la mattina alle 7:30, prima di andare a scuola e le mattine d’estate, in attesa di vedere le nostre eroine trasformarsi: Nagisa e Honoka.
Nagisa e Honoka avevano il compito di aiutare dei piccoli esseri provenienti da un’altra dimensione, Il Giardino della Luce, attaccata e corrotta dalla personificazione del male. L’unico modo per proteggere la Terra e salvare Il Giardino della Luce era quello di trovare le sette Pietre Prismatiche, custodi della forza della vita e della creazione.
La serie è stata creata da Izumi Todo e prodotta da Toei Animation. Il concept alla base del cartone era quello di due protagoniste, molto diverse tra loro e che rappresentassero lo Yin e lo Yang: l’equilibrio dell’universo data dalla compresenza dei due opposti. Se vi ricordate infatti, Nagisa e Honoka non potevano trasformarsi nelle Leggendarie Guerriere (rispettivamente in Cure Black e Cure White) senza la presenza dell’altra, indispensabile per raggiungere l’armonia. Insieme, riuscivano a trovare una “cura” (dall’inglese cure) alla malvagità.
Ma il vero colpo di genio, che ha fatto di Pretty Cure un marchio così longevo, è stata la scelta di cambiare protagoniste ogni stagione o ogni due stagioni.
È così che Nagisa e Honoka ci hanno accompagnato su Rai 2 fino al 2007, concludendo la loro storia con Pretty Cure Maxi Heart. Dopodiché hanno ceduto il passo a Saki e Mai di Pretty Cure Splash!, che a loro volta hanno passato il testimone alle protagoniste di Yes! Pretty Cure 5: dove la protagonista Nozomi deve anche trovare altre quattro ragazze che l’aiutino nel combattere il male, e così al gruppo si uniscono Rin Natsuki (Cure Rouge), Urara Kasugano (Cure Lemonade), Komachi Akimoto (Cure Mint) e Karen Minazuki (Cure Aqua).
È con questa quarta serie animata che queste eroine hanno assunto sempre più i connotati della vere eredi di Sailor Moon. Non sono pochi i fan che inneggiano alla grandiosità di questa serie come una delle poche maho shoujo in grado di combinare elementi tipici degli slice of life con i combattimenti. Anzi, dobbiamo sottolineare come proprio le Pretty Cure – fin dalla primissima stagione – abbiano costituito un punto di svolta fondamentale nelle animazioni dei combattimenti. Fino a questo momento ridotti al minimo, insieme alle Mew Mew le Leggendarie Guerriere hanno aperto la strada ai combattimenti corpo a corpo nelle serie per ragazze.
E, se all’inizio può aver destabilizzato veder cambiare eroine ogni stagione, in realtà questo ha reso il fandom molto più vasto, coinvolgendo non solo ragazzi del target previsto (dai sei ai quattordici anni), ma anche adolescenti e adulti! Soprattutto perché, con l’andare avanti delle stagioni, le tematiche sono diventate sempre più importanti e le storie – secondarie e principali – sono state approfondite e rese più complesse. Anche le dinamiche di gruppo e i rapporti tra i vari personaggi hanno ricevuto più spazio e si sono evolute diventando sempre più mature. Sebbene alcune caratteristiche siano più o meno simili in tutte le stagioni, come la mancanza quasi totale di una storia d’amore cardine (con un’unica eccezione di Nozomi e Coco), l’ordine che ritorna dopo ogni combattimento come se nulla sia successo (riferimento all’armonia che viene ristabilita), numerose storie dedicate a personaggi secondari e l’assenza di fanservice.
Le Pretty Cure sono davvero cresciute con alcuni di noi: ci hanno accompagnato per quasi tutti gli anni della scuola su Rai 2, finché non ci siamo persi tra le ben 18 stagioni, gli oltre 600 episodi e più di 50 protagoniste.
Ma nonostante tutto, non abbiamo smesso di pensare a loro. E forse alcuni le avranno anche ritrovate senza saperlo: negli ultimi anni Netflix ha aggiunto al catalogo Glitter Force, che non è altro che una nuova stagione delle Pretty Cure. La trama di Glitter Force su Netflix è davvero avvincente e stavolta il destino delle protagoniste è legato alle antiche fiabe. Ma il pattern è sempre lo stesso: Jubilandia, il paese delle favole, viene attaccato dalla personificazione del male Nogo, ma sfugge alla sua distruzione la fata Candy che si reca sulla Terra per trovare le Leggendarie Guerriere Glitter Force che sapranno trovare le gemma magiche e sconfiggere Nogo per sempre. Candy si imbatte così in Emily, alla quale si affiancheranno altre quattro guerriere sue amiche. La domanda però sorge spontanea: perché Netflix ha deciso di modificare il titolo in Glitter Force? Molto probabilmente perché in America le Leggendarie Guerriere sono state registrate in questo modo e Netflix Italia deve essersi omologato alla scelta della casa madre.
Ma la verità è che non importa se sono le primissime Pretty Cure o la più recente stagione di Netflix Glitter Force, queste guerriere ci hanno sempre insegnato a combattere senza arrenderci, a non smettere di credere nei nostri sogni, a dare fiducia al prossimo e a darla anche a noi stessi. E per chi ne avesse nostalgia, sappiate che tutte le stagioni sono disponibili su Crunchyroll.