Creata da Warren Ellis, Castlevania è una serie animata prodotta da Netflix basata sul videogioco Castlevania III: Dracula’s Curse della Konami Corporation. Il videogioco arriva in Europa nel 1992 per la console Nintendo Entertainment System.
Lanciata nel 2017 la serie Castlevania si compone di 4 stagioni: le prime due di 4 e 8 episodi, la terza e quarta di 10. Tutte della durata di quasi 30 minuti.
Di solito i videogame non vengono quasi mai trasformati bene in film o serie tv: o peccano nella grafica, o nella storia o nei dialoghi. Questa serie invece rappresenta la miglior realizzazione di un videogame. Ovviamente se fosse un adattamento diretto dei giochi, ciò che si vedrebbe sarebbero per lo più persone che si muovono di qua e di là e uccidono mostri. Ciò che abbiamo in questa serie animata è certamente una buona dose di splatter, di gente che si uccide e teste che volano, ma la storia riesce ad espandersi e a creare una trama che appassiona.
Premettendo che la cosa fondamentale in Castlevania è “Uccidere Dracula usando fruste, catene e magia”, la trama riguarda il cacciatore di mostri Trevor Belmont, accompagnato dalla maga Sypha Belnades e dal mezzo-vampiro figlio di Dracula, Alucard, che cerca di proteggere l’umanità dalla furia del padre. Loro combattono l’esercito di non morti che Dracula ha creato per sradicare l’umanità, dopo che gli abitanti del villaggio hanno bruciato sua moglie sul rogo. La cosa interessante della serie è la riuscita nella caratterizzazione dei vari personaggi e il fatto che non rende mai lo stesso combattimento due volte. Infatti ogni battaglia è uno spettacolo distinto e ogni personaggio combatte con particolari abilità.
Fedele in line di massima al videogioco, l’adattamento di Castlevania presenta delle differenze
In Castlevania III: Dracula’s Curse, Trevor Belmont combatte insieme a Sypha Belnades, maga facente parte dei Parlatori, Alucard, il figlio di Dracula e Grant il ladro. Nella serie animata, Grant non è neanche menzionato. Come se non fosse mai esistito. La serie si concentra su altri personaggi e sul loro background, riuscendo ad andare oltre il video game stesso.
Per quanto riarda l’amore di Dracula verso Lisa Tepes, sua moglie, i video game non hanno mai analizzato questo rapporto e la loro unione come ha fatto la serie animata. Ogni dettaglio menzionato nell’adattamento aggiunge ragione alla follia della furia di Dracula verso l’umanità. Lisa Tepes era riuscita a calmare la crudeltà di Dracula, l’aveva come assopita. La serie animata di Netflix ritrae l’ignoranza dell’umanità, che ha portato via tutto a Dracula giustiziando il suo amore e lui non fa altro che restituire il male ricevuto, liberando la sua violenza e crudeltà.
Figura importante per l’evolversi della trama e alleata di Dracula è Carmilla, una crudele vampira della Stiria leader del Concilio delle Sorelle e generale dell’armata di Dracula. Nel videogioco Carmilla è fedele al Principe delle Tenebre e riesce a distruggere qualsiasi strega avversaria. Invece la serie ritrae Carmilla come principale cospiratrice contro Dracula, come una traditrice. La sua cospirazione viene appoggiata da Hector, il Forgiatore Diabolico, stregone in grado di creare creature magiche, il quale è convinto da Carmilla della debolezza del suo padrone, che ha perso la testa quando si è innamorato di una mortale.
In Dracula’s Curse Hector è un generale sposato, i cui piani erano di tradire il suo padrone e fuggire con la moglie, perché stanco di uccidere gli umani. Nei videogiochi è messo in opposizione a Isaac, forgiatore diabolico fedele a Dracula e sarà lui a uccidere la moglie di Hector per attirarlo in un combattimento. Questa è una storia decisamente più interessante di quella della serie animata, che vede Hector piuttosto inefficace e mero burattino di Carmilla.
Nella storia realizzata da Netflix non troviamo la figura di Leon Belmont, il primo a iniziare la tradizione della caccia ai vampiri per la famiglia Belmont e viene solo menzionato in alcune occasioni o lo vediamo in un ritratto trovato nella biblioteca sotterranea dei Belmont. Invece nel videogioco è stato reso un personaggio giocabile in più occasioni, spiegando anche l’eredità dello stesso.
La differenza dall’originale può arricchire la trama
Elemento cruciale della terza stagione è il Concilio delle Sorelle, di cui fanno parte Lenore, la vampira diplomatica del gruppo, Morana la vampira economista e stratega e Striga, mente militare del gruppo. Nei videogiochi Carmilla è la Regina indiscussa dei vampiri e agisce da sola, mentre nella serie animata è aiutata da questo Concilio, assente nei videogiochi. L’aggiunta di personaggi non presenti nel videogioco, hanno permesso non solo di arricchire la trama, ma anche di accrescere le sfaccettature di Carmilla, che rimane la figura perno.
Invece nella quarta stagione troviamo il personaggio della Morte, che cospira per far tornare in vita Dracula, mentre nei videogiochi rappresenta una figura cruciale, che gettava le basi del caos ed era la ragione principale dietro tutti i tradimenti e gli inganni.
Trevor Belmont, il cacciatore dei vampiri, nel videogioco è un combattente corazzato con un arsenale di armi. La sua parte superiore è coperta da una corazza e da spalline, che lo proteggono dagli attacchi dei nemici. Accanto alla frusta, la sua arma principale, Trevor tiene un pugnale, una spada e l’acqua santa. Nella serie invece troviamo Belmont libero dal suo abbigliamento pesante. Indossa due strisce di pelle che si incrociano nel mezzo del suo petto con un peloso cappotto marrone che copre la parte superiore del corpo, rendendolo più imponente. Mantiene la sua arma principale, ma le armi extra vengono trascurate o lasciate inutilizzate. Questa scelta è probabilmente dovuta al fatto che si accompagna in ogni battaglia con la maga Sypha e quindi, a livello di storia, risulta maggiore collaborazione. L’uno ha bisogno dell’altro.
Pieno di immagini gotiche e violenza sorprendente, questo adattamento non è certo per bambini, ma gli adolescenti e adulti amanti dei videogiochi o meno, possono sicuramente trovare qualcosa di intrigante da vedere e fare binge-watching.
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