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Chernobyl – La confessione di uno degli attori: «Il disastro ha causato la morte di mio zio»

chernobyl
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Dopo il gran successo ottenuto nel resto del mondo, Chernobyl ha debuttato anche in Italia, ottenendo grandi consensi. È quasi impossibile non sentir parlare dello show, nel bene o nel male. Uno degli attori Alex Ferns, che nella serie interpreta Glukhov, il capo dei minatori, ha rilasciato un’intervista alquanto particolare al Daily Record. Ferns difatti afferma che suo zio sia morto di cancro proprio a causa della nube sprigionata dal disastro nucleare del 1986.

Secondo Ferns suo zio Robert Stephenson, il quale lavorava per la Scottish Water Board, quella terribile notte si trovava in una zona altamente a rischio.

Chernobyl - Alex Ferns
Alex Ferns, oltre a Chernobyl, ha recitato tra le altre in And Then There Were None

Si trovò a lavorare sotto la pioggia di Killearn, in Scozia, a poche ore dal disastro. Nonostante le continue richieste del signor Stephenson di rientrare a casa, il suo capo non accolse la proposta e obbligò, lui ed i suoi colleghi, a continuare il lavoro.

In effetti la Scozia aveva consigliato ai propri residenti, qualche giorno dopo, di evitare per quanto possibile il contatto con l’acqua piovana dopo Chernobyl, dato che i livelli di radiazione salirono vertiginosamente. Ma purtroppo sono dovute morire diverse persone a causa delle radiazioni prima che si facesse realmente qualcosa.

Ecco le parole dell’attore:

Mio zio chiese di rientrare ma gli venne detto dal suo capo di restare fuori e continuare a lavorare. Tutti loro continuarono a lavorare. (…) dietro questo disastro ci sono moltissimi politici, ma quello che mostriamo, in fin dei conti, è che sono gli operai ad essere fo***ti

Parole forti che spiegano senza mezzi termini quanto dolore, ancora oggi, portino sulle spalle tantissime famiglie.

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Una storia che fa discutere e tocca l’anima se si pensa che tutti gli operai di quei giorni, tra cui anche suo zio, sono morti di cancro prima dei 50 anni di età. Una serie di studi, che negli anni hanno trovato fondamento, dimostrano che in tantissime parti del mondo (soprattutto in Europa), le radiazioni del 26 aprile 1986 abbiano condannato alla morte diverse centinaia di persone e che, purtroppo, ancora oggi il numero di decessi è destinato a salire.

Una serie del genere, nonostante il grande scompiglio che ha generato anche a causa di alcuni influencer che per seguire la moda hanno letteralmente esagerato, ci dimostra che l’uomo è chiaramente la distruzione di questo magnifico pianeta e che ogni disastro potrebbe essere quello fatale per la terra.

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