SyFy spesso sforna piccoli capolavori che hanno la particolare abilità di passare inosservati. É quasi successo a The Expanse, di cui ho già parlato. Mi è sembrato giusto annunciare al mondo la comparsa di un’altra piccola perla che sarà stata notata da pochi, denominata Childhood’s end.
Childhood’s end è una serie veramente particolare. Usa il pretesto dell’invasione aliena per raccontare ben altro, ossia temi che ci coinvolgono tutti e anche da vicino. Non è una Serie leggera, non va giù come The Expanse, ma una storia che porta a riflettere e che ha dei momenti veramente struggenti.
Il libro
La serie è liberamente ispirata a “Le guide del Tramonto”, dello scrittore Arthur C. Clarke. Per chi non ne sia a conoscenza, è anche l’autore di “2001: Odissea nello spazio”. Particolarità delle sue storie è l’attenzione per la verosimiglianza scientifica mentre i suoi personaggi appaiono a volte abbozzati e utili esclusivamente al proseguimento della trama.
In particolare “Le guide del Tramonto” ci parla di duecento anni di storia futura dell’umanità… esatto, non parla dell’uomo, ma dell’umanità e lo fa in un modo originale e allo stesso tempo plausibile.
La Serie
Il primo aspetto che colpisce di Childhood’s end è la modalità in cui avviene il contatto tra gli umani e gli alieni. Questi ultimi arrivano sulla terra senza fare vittime, lasciando le loro enormi astronavi sospese sopra le principali città terrestri.
Poi, improvvisamente, il rappresentante di questi alieni parla all’umanità… tramite i cari defunti. Fa comparire delle copie dei nostri cari e ci lascia un messaggio di pace, presentandosi con il nome di Karellen e dicendo che “non c’è motivo di avere paura” e che loro sono qui per aiutarci.
Karellen sceglie un rappresentante per la Terra che possa comunicare con lui e riportare i suoi messaggi al resto del genere umano. E non sceglie un presidente, un capo di stato… sceglie un contadino americano di nome Ricky Stormgren.
E poco a poco, Karellen e Stormgren, assieme, dialogano dei problemi della terra e Karellen debella in poco tempo la fame nel mondo, le malattie, le guerre…
Sulla Terra inizia un’epoca d’oro, per la quale si ringraziano gli alieni ora chiamati Overlords… c’è solo una cosa che non quadra. Questi alieni non fanno mai vedere il loro aspetto, perfino Karellen parla a Stormgren, che ormai ritiene suo amico, da dietro un vetro a specchio. Quando Stormgren chiede perché si ostini a non mostrarsi, Karellen si limita a dire: “Perché non tollerereste il mio aspetto”.
E alla fine della prima puntata capiremo molto bene il significato di questa frase… ma non aggiungo altro per non rischiare spoiler. Sconsiglio di cercare la serie su Google Images perché salta fuori subito Karellen in tutta la sua “inconsueta bellezza.”
Perché vederla?
Prima di tutto è breve, sono solo tre episodi.
Perché è diversa da tutte le Serie che abbiamo visto sul tema dell’invasione aliena, che è stato abusato fino a diventare totalmente privo di interesse. È un’invasione silenziosa da parte di esseri infinitamente superiori che sono andati ben oltre il concetto di guerra e di potere.
Ma non vi aspettate azione né belle trovate. È una storia lenta, intima, che ci parla dell’importanza dell’affettività, delle persone che amiamo e di quanto il tempo vissuto assieme a loro sia importante. Ci sono delle scene veramente toccanti, che ci spingono a chiederci come abbiamo fatto a diventare così cinici e che cosa ci stiamo perdendo in ogni momento della nostra vita. Karellen ci fa riflettere sul nostro passato e del motivo per cui non bisogna dimenticare.
E alla fine, del nostro mondo, rimarrà una musica bellissima, che tutti quelli che passeranno, nel buio dell’Universo, potranno ascoltare. E questo ve lo sta dicendo uno che ama i villain e le storie ciniche.