La madre di tutte le intelligenze artificiali al cinema: HAL 9000 in 2001: Odissea nello spazio
Stavate aspettando questo paragrafo sin dall’inizio dell’articolo, no? Abbiamo creato un po’ di suspense, ma ora è arrivato decisamente il momento di parlare di quello che è, con tutta probabilità, il più grande capolavoro del cinema di fantascienza. Un film capace di lasciare un’impronta profondissima sull’intera cultura umana, diventando una di quelle opere fondanti e fondamentali che testimoniano la portata praticamente universale della settima arte.
Non potevano mancare 2001: Odissea nello spazio e l’iconico HAL 9000 in una trattazione dedicata alle intelligenze artificiali al cinema. Siamo di fronte a una delle prime rappresentazioni, e anche per questo a una delle più decisive, di questa tematica. Possiamo notate immediatamente come HAL 9000 possegga tutte quelle caratteristiche entrate nella classicità dell’IA. Un aspetto meccanico, ma un funzionamento completamente umanizzato, che trascende la semplice capacità di relazionarsi con gli umani, ma arriva a emulare alcune specifiche fondamentali come l’emotività e le percezioni sensoriali. E l’inganno.
L’impatto di HAL 9000 sul cinema di fantascienza è stato semplicemente decisivo. L’opera di Kubrick segna un primo e un dopo nella produzioni di genere e tutti coloro che si sono interessati all’IA, tra cui praticamente tutti i film di cui stiamo parlando in questo articolo, hanno dovuto fare i conti con questo modello. La concezione di HAL 9000 è assai complessa, tanto quanto il suo sviluppo. L’intelligenza artificiale assiste l’equipaggio della Discovery nella sua missione verso Giove. E questi si fidano ciecamente del supercomputer. Tuttavia, HAL 9000 si rivela molto più oscuro di quanto sembri, tanto da rivoltarsi con fare subdolo contro lo stesso equipaggio, diventando il vero e proprio villain della storia.
Siamo di fronte a una deriva estremamente umana, che sancisce un profondo distacco dal concetto di macchina. Questa, per antonomasia, è progettata per seguire i dettami del suo creatore. L’intelligenza artificiale, però, in quanto intelligenza, pensa e ragiona, e sfugge ai controlli dell’essere umano. In 2001: Odissea nello spazio, tramite la realizzazione di HAL 9000 si delinea ciò che contraddistingue l’IA e, di conseguenza, tutti quei timori che sarebbero divenuti dei tormentoni in tema di robotica, intelligenze artificiali e via discorrendo.
Possiamo spingere il ragionamento ancora più in là. Sfruttando sempre la ribellione di HAL 9000. Il conflitto tra esseri umani e macchine. Il degenerare dell’avanzata tecnologica. Il rischio di creare un’intelligenza troppo superiori. Questi sono tutti temi fondanti della fantascienza, di cui possiamo rintracciare le radici proprio in 2001: Odissea nello spazio. Ci sembra, però, ancora più interessante un altro ragionamento che soggiace il comportamento di HAL 9000. L’estrema umanizzazione di queste macchine rischia di trasmettere anche i lati più torbidi e oscuri dell’essere umano. Non c’è dubbio, infatti, che la ribellione sia stata possibile solo perché l’IA possedeva capacità emotive e sensoriali assimilabili a quelle umane. Ne consegue che, nel conflitto tecnologico, il più grande rischio per l’umanità è l’umanità stessa. Non è tanto “l’intelligenza” a rendere pericolosa l’IA, in fin dei conti, ma quando questa si contamina con dinamiche puramente umane.