L’annullamento di ogni confine tra uomo e macchina: Ava in Ex Machina
Giungiamo al termine di questa trattazione sulle intelligenze artificiali al cinema col film più recente di questa lista. E che quindi, in teoria almeno, dovrebbe aver risentito maggiormente del progresso tecnologico e delle precedenti analisi nel campo dell’IA. Ex Machina è sicuramente una delle più interessanti pellicole di fantascienza dell’ultimo decennio e ruota attorno all’ideazione di Ava, un’intelligenza artificiale che porta il volto di Alicia Vikander. Tramite gli occhi di Caleb, impiegato di una futuristica compagnia informatica, entriamo in contatto con Ava, scoprendone le caratteristiche e i misteri. Ritroviamo, citato apertamente, ancora il test di Turing, ispirazione fondamentale in campo di IA. Questo, rivisitato, è il primo impulso alla scoperta di Ava, con Caleb designato del compito di interfacciarmi con lei per valutarne l’umanità.
L’IA in Ex Machina viene concepita con aspetto ibrido. Esteticamente è un robot, con evidentissime parti meccaniche, dall’aspetto umanoide, specialmente il volto. Dettaglio che chiaramente favorisce l’umanizzazione dell’IA, perché dal volto partono moltissimi stimoli tipici dell’interazione umana. La contaminazione tra essere umano e macchina, alla base della concezione dell’intelligenza artificiale, viene resa anche fisicamente in Ex Machina, permettendo poi di gettare lo sguardo oltre il semplice fattore estetico. La trama ruota attorno all’interazione tra Ava e Caleb, assottigliando sempre di più i confini e favorendo quella sovrapposizione, a questo punto anche emotiva, concettuale ed esistenziale, tra l’essere umano e la macchina.
Uno dei punti più interessanti di Ex Machina sta proprio in questa coevoluzione del rapporto tra Ava e Caleb e dell’umanizzazione dell’IA. Di pari passo con lo sviluppo delle capacità umane dell’IA, c’è anche un suo cambiamento fisico, tanto che Ava comincia, abitualmente, a indossare vestiti e parrucca. Il suo aspetto si fa sempre più umano con l’incedere della sua connessione con Caleb. E, più questa connessione fiorisce, più il robot si fa umano. E qui torniamo al test di Turing, con la discriminante che, a fine film, i confini sono molto più sfumati che all’inizio. Pressoché inesistenti. Questo sviluppo dell’umanizzazione dell’IA viene inquadrato, in Ex Machina, in una cornice narrativa molto interessante, costruita all’insegna del mistero, quasi alle porte del thriller. Un racconto stimolante e interessante, che testimonia l’efficacia di uno dei capolavori recenti della fantascienza.
Giungiamo, così, a termine del nostro viaggio tra le più affascinanti intelligenze artificiali del mondo del cinema. Un viaggio che ci ha portato ad esplorare capolavori indiscussi della fantascienza, ragionando su moltissimi, ed estremamente attraenti, snodi cruciali che alimentano la discussione sull’IA. Un dibattito vivo, che ha a lungo affascinato il mondo intero, e che ancora oggi rimane dominante. Un topic che ha trovato grandissimo sfogo nel mondo del cinema, luogo privilegiato per immaginare i più disparati futuri e per ragionarci intorno.