Stanno bene, questi 10 nomi non sono spariti all’interno di un buco nero. Semplicemente non sono più al centro dell’attenzione mediatica come lo erano da piccoli. Hanno trovato altre occupazioni nel mondo dello spettacolo oppure hanno smesso definitivamente di recitare. Succede a ogni comune mortale di cambiare lavoro, reinventarsi completamente e allontanarsi da un certo percorso professionale. Ancor più se questo percorso è stato imboccato in tenera età. Gli attori bambini (child actor), definiti spesso baby prodigio, sono quei piccoli professionisti che un po’ per caso, un po’ per ambizione (spesso dei genitori) sono finiti all’improvviso sotto i riflettori. Così, senza capire bene cosa stesse succedendo, molti di loro si sono ritrovati a gestire il successo planetario ancor prima delle tempeste ormonali. Non c’è da stupirsi che molti di loro si siano lasciati il red carpet alle spalle. In realtà, numerosissimi attori cinematografici e/o seriali che attualmente sono al centro dell’attenzione sono stati dei baby prodigio fortunati. Pensiamo a Mandy Moore (la cui carriera è riesplosa con This Is Us); Drew Barrymore; Mayim Bialik (da Blossom a The Big Bang Theory); Natalie Portman; Kristen Stewart, Jodie Foster, Daniel Radcliffe; Haley Joel Osment (uno dei child actor più prezzemolini); Joseph Gordon-Levitt e tantissimi altri attori e attrici che continuano a dominare Hollywood. Dopo tutto – nella maggioranza dei casi – la carriera attoriale s’intraprende da giovanissimi, l’importante è staccarsi quella pesante etichetta di “baby prodigio” il prima possibile; o quantomeno non restarne schiacciati. Oggi, infatti, vogliamo andare a curiosare nella vita di quei piccoli attori che dopo essere diventati il volto di un bambino iconico, per svariate ragioni più o meno felici, hanno intrapreso altre strade. Come è successo a Mara Wilson, l’indimenticabile Matilda.
Cosa fanno ora Mara Wilson e gli altri baby prodigio di questa lista? Scopriamolo!
Mara Wilson (Matilda)
Come dimenticare “l’adorabile” bambina di Miracle on 34th Street, Matilda e Mrs. Doubtfire? Al Guardian, Mara Wilson ha raccontato la sua (dis)avventura. Inizialmente fu scelta perché sembrava spiritosa e “normale”. Finì per diventare solo “carina” finché l’essere “adorabile” non divenne la sua condanna. Arrivò la pubertà, un periodo traumatico, soprattutto perché scoprì di essere diventata un feticismo su numerosi siti per adulti. Il suo corpo iniziò a cambiare e molti giornali (!!!) sottolineavano senza nessuna integrità quanto non fosse più così “carina” e come si stesse trasformando in una ragazzina “grassa e brutta”. Fu così che recitare divenne per Wilson sempre meno divertente. Era stata colpita dalla maledizione del baby prodigio. Finì addirittura tra gli “Ugliest Ex Child Actors”. Mara Wilson, per fortuna, non si è data per vinta. Ora scrive e ha ripreso anche a recitare. Tuttavia preferisce farlo solo con la voce oppure nelle web series poco mainstream in cui ha libertà di scelta. L’abbiamo ascoltata, ad esempio, nelle vesti di Jill Pill in quattro episodi di BoJack Horseman e in Big Hero 6: The Series. Il suo è un caso spregevole che però deve farci riflettere:
Capisco che le celebrità abbiano un contratto con il pubblico: diventano oggetto di gelosia e critica, e talvolta ammirazione, in cambio di denaro e riconoscimento. Non è il mio lavoro essere carina o qualsiasi altra cosa vogliano che io sia. Quindi la prossima volta che qualcuno si nasconderà dietro un nome utente e deciderà di dirmi cosa mi renderebbe più carina, gli proporrò di incontrarci di persona e gli chiederò di ascoltarmi. Dirò di aver attraversato la pubertà agli occhi del pubblico dopo che mia madre era morta di cancro. Dirò come ci si sente a trovare un sito web che pubblicizza le tue foto di nudo a 12 anni. Dirò che so cosa significa essere “carina” da entrambi i lati, e in entrambi i casi mi ha solo resa infelice. Dirò quanto sia appropriato che l’unica vera recitazione che faccio in questi giorni sia la voce fuori campo, dove nessuno può vedermi. Dirò come mia madre volesse che mi facessi valere attraverso le mie azioni e abilità, piuttosto che il mio aspetto. Ora credo di averlo fatto e sono più felice che mai.
Mara Wilson a The Guardian, 2016.
Daniel Tay (Michael Hobbs in Elf)
Classe 1991, Daniel Tay ha debuttato all’età di 12 anni nel cult natalizio Elf, con Will Ferrell, nei panni di Michael Hobbs. Per qualche anno ha continuato a recitare in ruoli minori, come in American Splendor, nel ruolo del giovane Harvey Pekar, in Beer League e Brooklyn Rules, ma la sua carriera sotto i riflettori si è interrotta presto, nel 2009. Come Mara Wilson, anche Tay ha avuto qualche esperienza nel doppiaggio. Ha dato la voce a Doogal, nella versione statunitense di The Magic Roundabout, e a diversi videogiochi, come Bully e Grand Theft Auto. Adesso si è lasciato il mondo di Hollywood definitivamente alle spalle. Ha conseguito una laurea in economia a Yale, scrive e si occupa prevalentemente di insegnamento. È diventato anche un tutor SAT, ha svolto qualche lavoro come editore bilingue mentre dal dicembre 2020 lavora come ricercatore associato per la Columbia University Irving Medical Center, secondo il suo profilo LinkedIn. Crede fermamente che l’insegnamento e l’apprendimento siano espressioni del bisogno umano di comprensione reciproca.
Shirley Temple
Ci spostiamo indietro nel tempo, ma siamo certi che chiunque conosca Shirley Temple. E siamo anche certi che chiunque ricordi solamente il suo viso da bambina. Shirley Temple è l’enfant prodige per eccellenza, sebbene la sua influenza vada oltre “i riccioli d’oro” dei personaggi che l’hanno resa una piccola grande star di fama planetaria. Scomparsa nel 2014 a 86 anni, oltre alla carriera nel mondo dello spettacolo, Temple è stata soprattutto una politica statunitense. La sua carriera come attrice s’interrompe a soli 21 anni, nel 1949, con The Story of Seabiscuit (salvo ritornare negli anni Sessanta con due apparizioni televisive). Nel 1950 si risposa, questa volta con un uomo d’affari, Charles Black (nonché l’unico essere vivente a non aver mai visto i suoi film prima del loro incontro) e diventata Shirley Temple Black. Da quel momento inizia la sua carriera politica e diplomatica. Ad esempio nel 1967 si candida al Congresso degli Stati Uniti con il Partito Repubblicano e nel 1989 diventa ambasciatrice degli Stati Uniti in Cecoslovacchia. L’immagine di quella bimba riccioluta è ormai immortale: è stata omaggiata da Salvador Dalí e Andy Warhol e continua a essere citata in film, cartoni, canzoni e serie tv.
Jake Lloyd (il giovane Anakin Skywalker)
Questa è una storia triste. Noto anche come Jake Broadbent, Jake Matthew Lloyd sarà ricordato ancora molto a lungo per essere stato il volto del piccolo e risoluto Anakin Skywalker nella pellicola del 1999 Star Wars: Episode I – The Phantom Menace (SPOILER STAR WARS) mostrando il lato tenero di Darth Vader. Prima di allora era già apparso in alcune pellicole, come Unhook the Stars e Jingle All the Way. Oltre alle apparizioni d’archivio nella saga di Star Wars, la sua carriera da attore si è interrotta nei primi anni 2000. Come per Mara Wilson, anche la sua scelta è stata influenzata dalla fama ottenuta come bambino prodigio. Nel 2012, ha raccontato che il ritiro dalle scene è stato condizionato dai numerosi atti di bullismo a scuola e dalle molestie da parte della stampa e dai fan in risposta al suo ruolo più celebre, criticato dai più intransigenti. A partire dal 2015 abbiamo letto di Jake Lloyd solo in merito a spiacevoli fatti di cronaca, a causa di aggressioni e arresti. Nell’aprile 2016, dopo essere stato trattenuto per 10 mesi in attesa del processo, Lloyd è stato trasferito dal carcere a una struttura psichiatrica a causa della diagnosi di schizofrenia paranoica.
Mary-Kate e Ashley Olsen (Le gemelle Olsen)
Mary-Kate e Ashley Olsen sono forse la coppia di sorelle più indivisibile e rappresentativa degli anni Novanta. Hanno iniziato a lavorare a soli sei mesi condividendo il ruolo di Michelle Tanner nella sitcom Gli amici di papà. I gemelli vengono “sfruttati” spesso nel cinema perché permettono alle produzioni di risparmiare tempo, alternandoli, pur rispettando le regole del lavoro minorile. Dopo un’esplosione incredibile di popolarità – sono state tra le giovani donne più ricche dell’industria dell’intrattenimento – dovuta ai film intitolati “Due gemelle” seguiti da qualunque cosa venisse in mente ai traduttori italiani, ricordiamo Due gemelle a Londra (Winning London) o Due gemelle e un maggiordomo (So Little Time), la loro carriera attoriale s’interrompe nei primi anni 2000. Salvo qualche cameo, separate, sul grande schermo. Ma le gemelle Olsen non sono scomparse dai riflettori, si sono solo spostate. Oggi hanno una carriera affermata nel mondo della moda. Hanno disegnato una loro linea e collaborano con numerose firme prestigiose; New York Times ha dichiarato Mary-Kate un’icona di stile. Tanto a portare avanti la tradizione di famiglia ci pensa la bravissima Elizabeth Olsen (WandaVision).
Danny Lloyd (aka il bambino di Shining)
L’ex attore-bambino Danny Lloyd è diventato un’icona per aver interpretato, a soli 6 anni, Danny Torrance, il figlio dai poteri psichici di Jack e Wendy del cult The Shining (1980) di Stanley Kubrick. Fu la sua capacità a restare concentrato per lunghi periodi di tempo a fargli ottenere la parte, quasi per caso. L’unica parte. Infatti, nelle poche apparizioni future, come in Terror in the Aisles, ritroveremo le immagini d’archivio del bambino Danny. Ultimamente, nel 2019, ha avuto un cameo come spettatore in Doctor Sleep di Mike Flanagan. Durante le riprese, Kubrick si è assicurato che Danny Lloyd stesse lontano dai contesti spaventosi. L’ex attore ha raccontato più volte che all’epoca gli dissero solo che interpretava la parte di un bambino che viveva con la sua famiglia in un hotel. Ad ogni modo, la recitazione non lo interessava e trovava noiosa l’industria cinematografica. Lloyd si è ritirato dalle scene a dieci anni, subito dopo il film tv intitolato Will: G. Gordon Liddy (1982). Nel 2004, Lloyd è diventato professore associato presso il dipartimento di biologia dell’Elizabethtown Community and Technical College in Kentucky. Ora insegna e fa il papà. Ha un unico rimpianto:
Quel triciclo mi era stato promesso dopo le riprese, ma non è mai arrivato…
Danny Lloyd
Kay Panabaker (un volto Disney)
Classe 1990, Stephanie Kay Panabaker è stata un volto molto popolare dei primi anni 2000. La ricorderete per le sue parti in diversi film Disney. Ha interpretato Jenny Garison nel reboot del 2009 di Fame; ha interpretato Debbie Berwick in Phil of the Future, Emily Watson in Life Is Ruff e ha dato la voce ad alcuni personaggi Disney, come Garbage Monster in Monsters, Inc.; è stata Nikki Westerly nella serie tv Summerland e forse la ricorderete per il suo ultimo ruolo, la voce di Rosa in Beverly Hills Chihuahua 3: Viva la Fiesta. O magari vi è familiare per via di sua sorella maggiore, Danielle Panabaker (Supergirl; Legends of Tomorrow), la quale è ancora molto attiva sia sul piccolo che sul grande schermo. Tra le tante attività, Kay ha preferito quelle accademiche, in cui è davvero un enfant prodige. Si è diplomata al liceo quando aveva 13 anni, ha ottenuto due borse di studio e si è laureata con lode all’età di 15 anni. È stata accettata dall’Università della California, Los Angeles UCLA History Program, da junior e ha completato il suo Bachelor of Arts in storia prima di compiere 18 anni. Si è ritirata dalle scene nel 2012 e ha continuato a studiare zoologia all’UCLA. Fa la zoologa dal 2016, sebbene il suo attuale luogo di lavoro abbia una certa familiarità con lo show biz: il Disney’s Animal Kingdom.
Peter Ostrum (Willy Wonka & the Chocolate Factory)
Peter Ostrum verrà ricordato ancora a lungo per il suo unico, ma iconico, ruolo di Charlie Bucket nella pellicola cult del 1971 intitolata Willy Wonka & the Chocolate Factory. Mentre Gene Wilder (Willy Wonka) continuò a recitare fino al 2005, Peter Ostrum, sebbene a scuola facesse già teatro e quell’esperienza cinematografica intrapresa a soli 12 anni non fosse stata traumatica, decise di ritirarsi dalle scene subito dopo il film. Dopo la conclusione delle riprese, infatti, la produzione era pronta a offrire al giovane attore un contratto per tre film, ma lui rifiutò. Da allora è apparso in vari programmi tv e ha tenuto degli incontri con gli studenti per parlare di quell’esperienza. Tuttavia non ha mai più accettato un ruolo come attore. Più tardi dichiarò che trovava quella professione “piuttosto difficile”. Curioso perché nel 1984 divenne dottore in medicina veterinaria dopo aver frequentato la Cornell University. Dopo aver terminato le riprese, la sua famiglia prese un cavallo, ma il giovane era molto più interessato al veterinario che lo curava perché apprezzava molto ciò che quell’uomo faceva per vivere. E così, Ostrum divenne un veterinario.
Liesel Matthews (A Little Princess)
Liesel Anne Pritzker (dopo il matrimonio, Liesel Pritzker Simmons), in arte Liesel Matthews, è un’ex attrice bambina conosciuta per i suoi due ruoli di spicco: come Sara Crewe in A Little Princess del 1995 di Alfonso Cuarón, per cui ha ottenuto una nomination ai Young Artist Award; come Alice Marshall in Air Force One del 1997 con Harrison Ford. Dopo qualche esperienza teatrale, nel 2000 interrompe però la sua carriera. Nel 2002, quando era al primo anno alla Columbia University, Pritzker ha intentato una causa miliardaria contro suo padre e undici cugini, sostenendo che si erano appropriati dei fondi stabiliti per lei e suo fratello. Liesel e Matthew hanno vinto la causa, ricevendo ciascuno circa 280 milioni di dollari in contanti e un maggiore controllo su altri trust del valore di circa 170 milioni di dollari ciascuno. Pritzker fondò quindi il Giovani Ambasciatori per le Opportunità (YAO), una rete di giovani professionisti che mirano a ispirare, educare e coinvolgere gli altri in microfinanza. Da allora è conosciuta per le sue attività filantropiche.
Tami Stronach (La principessa bambina)
Concludiamo questa lista di baby prodigio con l’indimenticabile Infanta Imperatrice, un personaggio iconico di un cult del fantasy intitolato La storia infinita (The NeverEnding Story). A chiudere questa lista è un’altra storia indigesta che fortunatamente ha avuto un altro lieto fine. La vicenda dell’iraniana Tami Stronach ricorda infatti quella di Mara Wilson, la quale ha intrapreso un percorso alternativo per ragioni simili. Fu la madre, Ruth Stronach, a rifiutare per sua figlia dodicenne il contratto per i sequel de La Storia Infinita, preoccupata di non riuscire ad “aiutarla a navigare nelle acque turbolente della celebrità nell’industria cinematografica”. A seguito del successo del film di Wolfgang Petersen, infatti, anche Tami Stronach ebbe un assaggio della maledizione del baby prodigio. La madre racconta che la loro casa era assediata da adulti arrivati per chiedere in moglie sua figlia (dodicenne!). Non solo, ma la piccola ricevette numerose “offerte da Hollywood per interpretare ruoli caratterizzati da scene di nudo non adatte a una bambina.” Amava recitare, ma per ovvie ragioni decise di concentrarsi sulla danza. Ha avuto una carriera brillante ed è tornata anche a recitare nel 2002, in teatro. E ultimamente si sta riaffacciando a Hollywood.
Tami Stronach, Mara Wilson e la maledizione di essere “adorabili”.
Cambiare percorso di vita è normalissimo. Così come intraprendere una carriera alternativa, come hanno fatto Mary-Kate e Ashley Olsen, oppure uscire totalmente dalle luci della ribalda per dedicarsi ad altre passioni, come hanno fatto Kay Panabaker e Peter Ostrum. Ma smettere di recitare a causa dei condizionamenti malsani della società, come è successo a Tami Stronach e Mara Wilson, è tutta un’altra storia. Una brutta storia, sembrerebbe, infinita.