Attenzione: evita la lettura per non imbattere in spoiler dei film di Quentin Tarantino come C’era una volta… a Hollywood, Le Iene, Pulp Fiction, Kill Bill volume 1 e 2
Voci di corridoio dicono che Quentin Tarantino abbia in mente di approcciarsi alla serialità televisiva. E chiunque ami il grande regista americano non vede l’ora di capire dove queste voci porteranno e soprattutto con quale modalità il regista di film come Pulp Fiction e Le Iene abbia intenzione di portare avanti questo progetto. Pare che il suo nuovo sforzo sia uno spin-off del grande successo cinematografico C’era una volta…a Hollywood, intitolato Bounty Law. Il film ci aveva conquistato con la sua rilettura, in chiave tutta tarantiniana, della storia che coinvolse Charles Manson e Sharon Tate e che ingloba una stagione del cinema in cui le star erano considerate alla stregua di dei e dee, con le luci e le ombre del caso. Venire a sapere che il genio Tarantino ha deciso di mettere la sua arte a servizio delle serie tv fa sperare i fan, che non sono più solo i fan dei suoi film ma sono anche tutti gli spettatori delle serie televisive che hanno anche una particolare propensione al cinema. E di certo sono molto più di quanto si possa immaginare. Per dare il benvenuto a Quentin Tarantino nel mondo della serialità si potrebbe provare a immaginare che tipo di serie ha in mente, quale tipo di metodo ha intenzione di usare, quali attori vuole coinvolgere. Di una cosa ci sentiamo quasi certi: non sarà banale, porterà la cifra stilistica di Quentin Tarantino e soprattutto ci aspettiamo grande spettacolarità. Il che, non è per forza una cosa positiva.
Come sappiamo molto grandi registi già prima di Quentin Tarantino hanno provato ad approcciarsi al mondo delle serie tv (pensiamo a Woody Allen o più recentemente a Tim Burton) e, seppur maestri del cinema internazionale, spesso non hanno saputo essere all’altezza del proprio genio. Sicuramente l’approccio seriale è antitetico a quello cinematografico, soprattutto per quanto riguarda il tipo di narrazione. Se è vero che Tarantino ha creato una sorta di serialità con i bellissimi Kill Bill volume 1 e Kill Bill volume 2, riservando a quella storia una continuità narrativa simile a quella del fumetto ma anche molto simile a quella delle serie tv, è vero anche che il grande maestro del cinema ama le lunghe sequenze e ama prendersi il suo tempo scenografico: questo potrebbe risultare molto diverso in una puntata di una serie tv. Ma per Quentin Tarantino non è davvero un primo approccio: già nel 1995 infatti diresse il penultimo episodio della prima stagione di E.R.- Medici in prima linea, intitolato Motherhood, in cui analizzava appunto il rapporto complesso tra madri e figli attraverso i protagonisti della serie più famosa di medici. In quel frangente Quentin Tarantino non solo fece del set dell’ospedale un suo set in tutto e per tutto ma sfruttò l’espediente del sangue, tipico espediente tarantiniano, al suo massimo potenziale riuscendo a legare un tema talmente forte e importante come quello della maternità alla sua più tipica crudezza scenica. Cosa che ritorna anche nel suo secondo tentativo di approccio alla serialità: nell’ultimo episodio della quinta stagione (episodio doppio della durata totale di 90 minuti) di C.S.I. – Scena del Crimine il regista si diverte a creare suspense attraverso una situazione claustrofobica e angosciante che vede il protagonista “Sepolto vivo”, da cui il titolo dell’episodio.
Quentin Tarantino, insomma, ha già conosciuto il mondo delle serie (seppur una minima parte) e questo ci fa sognare ancora di più e ci fa alzare di molto le aspettative.
Che cosa possiamo aspettarci da una serie scritta e diretta dal maestro del cinema? Anche se sappiamo già più o meno di cosa si tratterà, nessuno ci toglie il lusso di poter immaginare scene alla Pulp Fiction sul piccolo schermo. Sicuramente l’asticella è alta per quanto riguarda la scenografia e la sceneggiatura, abituati come siamo ai capolavori di Tarantino. E se spin off deve essere, speriamo di certo che sia ancora più interessante del film e che ci regali delle sotto trame intrigate che solo lui è in grado di sviluppare. E soprattutto, anche se abituati a vedere talmente tante serie da risultarne quasi assuefatti, sarebbe bello che Quentin Tarantino ci stupisse ancora una volta. Senza nemmeno sapere ancora nulla ci lanciamo in un viaggio nell’immaginazione e ci aspettiamo una teenager in un mare di sangue, qualche tipo losco che apre un misterioso cofano di una macchina troppo vecchia o una valigetta di cui non si scoprirà mai il contenuto (i suoi famosi trunk shot, in cui il punto di vista dello spettatore è dall’interno verso l’esterno dell’oggetto in questione). Tarantino deve assolutamente regalarci una trama complessa e ingarbugliata, in cui i protagonisti non si fidano l’uno dell’altro, in cui viene fuori il thriller che è in lui. D’altronde tutti i suoi film sono in qualche modo un giallo, c’è sempre un colpevole contro cui puntare il dito. E allora perché non sognare una serie tv diretta da Quentin Tarantino che si basi su un delitto irrisolto, o su un serial killer maldestro. Il maestro ci ha abituati a talmente tanti giochi di sorprese che non vediamo l’ora di stupirci di nuovo.
Nessuno quindi ci impedisce di pensare alla serie di Tarantino come a qualcosa in cui ognuno può rivedere i propri gusti. La maestria del regista americano vincitore di due Premi Oscar sta proprio nel sapere raccogliere vari tipi di spettatori, grazie soprattutto al suo amore per il cinema e al suo modo di omaggiare in ogni progetto varie realtà cinematografiche. C’è chi si aspetta una serie horror, chi spera che sia una serie poliziesca e chi, sognando ad occhi aperti, non vede l’ora di vedere una serie teen diretta dal maestro. Le sorti di questo nuovo progetto tarantiniano sono tanto imprevedibili quanto attesissime. D’altronde Tarantino non ci ha mai fatto dubitare delle sue scelte stilistiche e, che piaccia o meno, rimane un caposaldo della cinematografia mondiale. Per noi fan accaniti, la notizia della serie significa ricominciare a sperare, significa prendere consapevolezza che ancora una volta il nostro beniamino ha in serbo qualcosa per noi. E forse sarebbe sano, per controllare il nostro hype, ridimensionare le attese per evitare di essere delusi. E allora proviamo a smorzare l’ansia con un gioco: come sarebbe stata una serie, ad esempio, su una trama come quella de La Iene? Facile immaginare la reazione dei più irriducibili fan di Quentin Tarantino. A mani basse sarebbe venuta fuori una serie magistrale, dal timbro simile a quello di Breaking Bad o di Peaky Blinders. Eppure, e questo è un fun fact, una delle serie preferite di Tarantino è quella che non ci aspetteremmo mai: How I met your Mother. Ebbene sì, il maestro del cinema ama il filone comedy e ama un certo tipo di comicità. Impazziremmo tutti a vedere una serie comedy del calibro di How I met your Mother scritta e diretta da Tarantino (nell’episodio 14 della nona stagione, “La Super sberla” la serie ha citato a più riprese il maestro del cinema, soprattutto il film Kill Bill).
Tirando le somme: Quentin Tarantino ha deciso che ha necessità di cambiare rotta e che ci aspetta un lunghissimo periodo di attesa per scoprire che cosa ha in mente. In questo lungo periodo di attesa nella nostra testa baleneranno idee su idee, sogni su sogni su ciò che potrebbe venire fuori dal genio tarantiniano. Anche questa volta, insomma, Tarantino ci fa impazzire. Ci fa scervellare ed esaltare allo stesso tempo. Ci porta, senza ancora aver fatto letteralmente nulla, in un mondo fantastico pieno di immaginazione e creatività. Ci porta su quella strada senza ritorno che è la speranza e ci fa sentire in ansia e in tensione senza nemmeno aver girato una scena. Quando uno è un genio, è un genio. Per quanto riguarda i fan trepidanti sappiamo che una solo cosa è sicura: Quentin Tarantino può fare qualsiasi serie voglia, purché ci regali nuovamente un’emozione. Ah, e purché ci sia Samuel L. Jackson, ovviamente.