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The Last Showgirl – La Recensione del film di Gia Coppola con una sorprendete Pamela Anderson

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Se pensate che questo sia un film di soli brillantini, lustrini, strass e piume, vi sbagliate di grosso. The Last Showgirl, diretto da Gia Coppola e sceneggiato da Kate Gersten, ci porta in una Las Vegas illuminata non dalle luci dei casinò e degli hotel di lusso della Strip, ma dalla luce rivelatrice del sole. The Last Showgirl è un film suIla decadenza e sullo squallore – sociale quanto ambientale – di una città che, come un gioco d’azzardo, fa credere al giocatore di averla vinta. Di essere il fortunato che ha sconfitto il gioco. Ma come ogni gioco d’azzardo, è truccato. The Last Showgirl è anche un film sulla resilienza delle donne. Sia di quelle più mature, costrette a reinventarsi in un contesto che predilige il corpo femminile giovane. Sia di quelle che si sono appena affacciate a un mondo lavorativo, quello di Las Vegas, che le celebra per la loro bellezza e le lusinga. Ma a quale prezzo?

Il film, con protagonista una sorprendente Pamela Anderson, è stato presentato lo scorso settembre al Toronto International Film Festival ed è arrivato nelle sale italiane a inizio aprile, dopo una buona, sebbene tiepida, accoglienza nelle sale americane a dicembre dello scorso anno. Probabilmente messo in ombra da altre uscite della scorsa settimana, The Last Showgirl riesce comunque a piazzarsi al decimo posto nella classifica del Box Office italiano.

Altro dettaglio rilevante: Gia Coppola ci dimostra che non servono film infiniti per raccontarci una storia (come hanno fatto anche questi film). L’epica non sempre è la soluzione. Con la sua quasi ora e mezza, The Last Showgirl ci presenta un racconto estremamente umano, estremamente femminile e, soprattutto, completo. Nella sua brevità, però non ci racconta una storia semplice. I sottotesti sono parecchi e riflettono sul ruolo della donna all’interno degli ambienti di spettacolo, diventando anche meta-cinematografico.

The Last Showgirl è il grande ritorno di Pamela Anderson

Pamela Anderson in The Last Showgirl

Pamela Anderson interpreta Shelly Gardner, una showgirl di 56 anni che si esibisce dagli anni ’80 nell’ormai poco leggendario Le Razzle Dazzle all’interno di un casinò della Strip. All’interno del corpo di ballo, formato da circa 80 ragazze, lei rappresenta la madre del gruppo. Lì da sempre, Shelly è l’archivio storico dello spettacolo. Dal suo apice, fino alla sua fine. Infatti, lo show viene cancellato definitivamente per essere sostituito da un circo di stampo neo-burlesque. Lo spettacolo in classico stile francese non attira più le folle di un tempo. Ora i produttori e il pubblico cercano spettacoli più “sexy”, provocatori, al limite del pornografico. Una modalità d’intrattenimento che non incontra i gusti di Shelly, una performer matura e più sobria. O meglio: che non si vuole abbassare a esibirsi con coreografie che, per lei, sono di cattivo gusto.

Con l’annuncio della chiusura dello spettacolo in sole due settimane, Shelly rifiuta, rispetto alle colleghe più giovani, di venire catapultata nel brutale mondo della audizioni. Si aggrappa speranzosa agli ultimi sprazzi dell’unico mondo che l’abbia apprezzata, riconosciuta e, soprattutto, che l’abbia fatta sentire “vista”. Per Le Razzle Dazzle, lei ha fatto tutto, l’ha priorizzato rispetto a tutto e non se ne pente. Almeno in parte.

All’indomani della chiusura, Shelly è costretta non solo a confrontarsi con il fatto che ormai, nonostante la sua bellezza, sia troppo vecchia per il palcoscenico, ma anche con il suo ruolo di madre. Cerca, infatti, di riallacciare i rapporti con Hannah (Billie Lourde), la figlia praticamente estraniata. Dopo aver rotto i ponti con la madre, Hannah cerca di capire se la scelta della madre di dare priorità alla show sia valsa la pena. Perché non era presente per il bacio della buonanotte? Perché Hannah era costretta a passare le nottate in auto giocando con il gameboy? Il confronto con la realtà è devastante, tanto che Shelly fugge, per nascondersi dove ha sempre trovato conforto: la performance.

Un cast non da poco accompagna la Shelly di Anderson nel suo canto del cigno

Brenda Song e Kiernan Shipka interpretano Mary-Anne e Jodie, due showgirl più giovani che aiutano la collega a rimanere al passo e che, soprattutto la seconda, guardano a lei in qualità di figura materna sostitutiva. In un look completamente nuovo, Dave Bautista presta il volto a Eddie, un producer dello show, che si scopre essere un precedente amante di Shelly e padre di Hannah. Infine, niente poco di meno che Jamie Lee Curtis interpreta Annette, la migliore amica della protagonista, un’ex showgirl e ora cameriera all’interno del casinò.

In un cast corale praticamente tutto al femminile, Anderson riesce comunque a tenere testa a ottime attrici. Quando si è in scena con un’esuberante Jamie Lee Curtis, riuscire a mantenere la posizione non diventa un gioco da ragazzi. Nonostante la concorrenza tenace di Curtis, la voce e la presenza di Anderson riescono a dare sostanza a un personaggio che comunque è pacato a modo suo. Shelly, infatti, è posata, mite, quasi timida. Non la si vede brillare sul palco fino alla fine del film (altra scelta che ho apprezzato, guidando la nostra attenzione sulla vita backstage). La Shelly da palcoscenico è libera, felice e mostra un lato di sè altrimenti nascosto.

La riflessione sul femminile di hollywoodiana memoria in The Last Showgirl

I tempi di Baywatch saranno anche lontani, ma Pamela Anderson resta una donna bellissima. Come ogni attrice matura – vediamo anche qui Jamie Lee Curtis, altra sex symbol degli anni ’80 -, Pamela si è vista messa da parte per un bel po’ di tempo. Cosa che, di norma, non è mai accaduto agli attori. Nonostante l’avanzare dell’età, l’attore maschio non viene sminuito per il normale invecchiamento del corpo. Anzi, per lui un ruolo si trova sempre. Altro discorso è valso per le colleghe attrici.

Ma le cose da qualche anno a questa parte stanno cambiando. A Hollywood, infatti, qualcosa si è scosso: le grandi attrici, ora over 50 e 60, vengono finalmente rimesse sotto i riflettori. C’è ancora spazio per loro, insieme alle colleghe più giovani. L’essere icone (e iconiche) viene finalmente riconosciuto come uno status che difficilmente può essere sottratto. Testimoni di questo cambiamento sono i Premi Oscar. La vincita di Curtis, a esempio, per Everything, Everywhere, All at once è avvenuta nel 2022, quasi 30 anni dopo il Golden Globe per True Lies (1994). Ora The Last Showgirl è il grande ritorno di Pamela Anderson, che, dopo la miniserie tv Pam&Tommy (2022) – e il documentario in tutta risposta -, finalmente si riappropria della sua immagine e della sua carriera.