Molti di voi potranno pensare che un percorso accademico sia obbligatorio per chiunque voglia entrare nel mondo del cinema come regista. In effetti il pensiero non è totalmente sbagliato. Ciononostante, ci sono alcuni registi che, in diversi modi, sono ugualmente riusciti a diventare molto famosi e apprezzati evitando studi specifici nel settore. Alcuni di questi forse non vi stupiranno, perché la loro fama di outsider li precede; altri invece potrebbero essere delle sorprese. Preparatevi a una classifica che ricorda quanto sia importante la formazione sul campo e, soprattutto, ispirarsi e copiare (o rubare, perché così fanno i grandi!) da altri insigni colleghi.
È curioso notare come molti registi che non hanno mai studiato cinema, si siano a loro volta profondamente ispirati ad altri che hanno seguito un percorso simile!
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1) Tim Burton
Tim Burton, da buon autodidatta, si è innamorato giovanissimo del mondo del cinema grazie ad alcuni grandi registi italiani e all’animazione. Proprio come disegnatore in Disney ha cominciato la sua carriera, dopo aver vinto un’importante borsa di studio, prima di lavorare sui primi corti e arrivare al successo con Pee-wee’s Big Adventure e Beetlejuice. Distaccandosi dalla Disney riesce a proporre il suo stile caratteristico, ispirato profondamente al gotico e all’amato Edgar Allan Poe, mantenendo però sempre un occhio di riguardo per l’animazione e soprattutto la stop motion. I lavori di Fellini e Mario Bava sono stati fondamentali per la carriera e la formazione di uno dei registi più noti degli ultimi 30 anni.
2) Greta Gerwig
Una delle registe del momento, soprattutto dall’uscita di Barbie, la sua ultima fatica. Il prototipo della persona che si è fatta da sé. L’unica donna della classifica nonché la più giovane. Introdotta al mondo del cinema da Joe Swanberg, continua la sua carriera alternando ruoli attoriali alla prime collaborazioni come co-sceneggiatrice e co-regista. Dopo gli ottimi ruoli attoriali, soprattutto diretta da Noah Baumbach e in particolare nel bellissimo Frances Ha, fa il suo debutto dietro alla macchina da presa con Lady Bird, il quale diventa subito un grande successo di critica. Oltre al già citato Barbie, va menzionato anche Piccole donne, grande trasposizione del classico americano che nel 2020 ha lottato per la statuetta di miglior film agli Oscar.
3) David Fincher
Un regista che ha lavorato agli effetti speciali di Star Wars, La storia infinita e Indiana Jones, oltre ad aver girato i videoclip di Michael Jackson e dei Rolling Stones, poteva forse diventare un pessimo regista? David Fincher è indubbiamente uno dei migliori registi americani degli ultimi 30 anni. Se Alien 3 aveva lasciato qualche dubbio, il superbo Seven fu in grado di dissiparli senza dubbi. Un grande regista, noto per essere un grande perfezionista e fare rigirare certe sequenze fino alla perfezione, che sin dall’età di 8 anni ha cominciato a girare autonomamente filmini. Avere la possibilità di apprendere da Steven Spielberg, oltre agli amati Kubrick, Scorsese e Hitchcock, sicuramente ha contribuito non poco alla sua formazione.
4) Wes Anderson
Anche Wes Anderson cominciò a girare da bambino, mostrando subito una grande passione per il mezzo, nonostante il suo vero sogno fosse quello di diventare scrittore. La sua grande occasione arrivò grazie al Sundance Film Festival, da anni il grande trampolino di lancio per gli autori indipendenti. Rushmore fu subito un ottimo successo, lodato persino da Scorsese. La composizione dell’immagine, l’uso dei colori e l’aria fiabesca dei suoi lavori è da subito un marchio di fabbrica, il quale con Asteroid City ha probabilmente raggiunto l’apice della ricerca stilistica. Meno male che Wes Anderson incontrò Owen Wilson e il fratello Luke: è anche grazie a questa collaborazione che i due attori e il regista sono approdati con successo nel mondo del cinema!
5) James Cameron
In questo caso siamo di fronte a una storia davvero particolare, ben più del precedente Wes Anderson. Un regista che ha diretto film dal budget gigantesco, fuori misura, ha cominciato davvero partendo dal basso. Addirittura, dopo aver interrotto gli studi, James Cameron attraversò un periodo durante il quale faceva abbondante uso di droghe e alcool, studiando privatamente effetti speciali. La visione di Star Wars lo convince che il futuro della sua vita deve essere dedicato al cinema. Grazie a un prestito produce i suoi primi lavori, collabora agli effetti speciali finché capita l’occasione di dirigere Piranha 2. Il momento spartiacque giunge però una notte a Roma: probabilmente a causa dell’influenza, ha degli incubi nei quali vede quella che sarà la trama di Terminator. Proprio il film con Arnold Schwarzenegger sarà il grande trampolino di lancio. Chi l’avrebbe mai detto?
6) Quentin Tarantino
La storia di Quentin Tarantino, con ogni probabilità , è nota ai più. Il suo lavoro saltuario nel videonoleggio assieme a Roger Avary contribuisce enormemente ad alimentare una passione già forte sin dalla tenera età Come avvenuto con Wes Anderson, è soprattutto l’amicizia con un amico fidato che contribuisce a sfondare, e infatti Roger Avary si rivela fondamentale nei primi anni della carriera di Tarantino. La sua grande passione per Sergio Leone, Lucio Fulci e tanti altri è essenziale per la sua formazione. Da ogni regista, grande o meno, ruba inquadrature e ogni idea geniale che ritrova. La sceneggiatura del suo primo grandissimo lavoro, Le iene, convince subito tanti a dare fiducia a questo particolare personaggio. Harvey Keitel e il produttore Lawrence Bender credono subito in lui: subito il suo grande talento ha un successo travolgente. Il successivo Pulp Fiction riuscirà a consacrare definitivamente la carriera di questo grande regista.
7) Christopher Nolan
Anche con Nolan galeotto fu Star Wars. L’opera fantascientifica di George Lucas ha influenzato tansissimi giovani spettatori, convincendoli a prendere la macchina da presa in mano e a produrre in modo amatoriale i primi lavori in autonomia. Nolan, pur seguendo un diverso percorso di studi, continua a girare e a realizzare i primi lavori. Il lavoro sul campo si rivela fondamentale, mostrando da subito un certo amore per la fantascienza e per il bianco e nero. Viene velocemente notato fino ad arrivare a Following, il bellissimo lavoro che gli garantisce un certo successo. Sarà Memento a garantirgli l’accesso nel mondo del cinema dei grandi e il recente Oppenheimer potrebbe essere il lavoro che lo consacra come uno dei più grandi registi contemporanei.
8) Stanley Kubrick
Facciamo un passo indietro nel tempo per parlare di uno dei più grandi registi di sempre. Come Wes Anderson si avvicina alla letteratura, preferendo però letture filosofiche, ma maturando ben presto anche una propensione per la fotografia. Proprio come fotografo lavora per qualche anno, prima di approdare al cinema con i primi documentari. Diventa ossessionato nei confronti dell’arte cinematografica, al punto da decidere di mollare la fotografia senza ripensamenti. Il successo di questi primi lavori, nei quali l’influenza di Sergej Ä–jzenÅ¡tejn è evidente, lo porta a dirigere Paura e desiderio, grazie anche al finanziamento di uno zio. Il budget venne ampiamente superato rispetto a quanto previsto, e il film fu un insuccesso commerciale. Il lavoro però venne notato dai critici e non solo: fu così che riuscì a realizzare Il bacio dell’assassino (che aveva alcune intuizioni geniali che verranno in seguito citate da altri grandi registi) e soprattutto Rapina a mano armata e Orizzonti di gloria, due dei più bei film della carriera del regista e, di conseguenza, della storia del cinema.
9) Steven Spielberg
Concludiamo con un altro grandissimo nome. The Fabelmans ci ha già svelato molto dei suoi anni giovanili, della sua passione per la settima arte dalla visione di Il più grande spettacolo del mondo, fino al geniale The Last Train Wreck. L’incontro con John Ford è un momento fondamentale nella carriera del regista (e farlo interpretare da David Lynch è stato un tocco di classe notevole). La decisione di abbandonare gli studi per il cinema è fondamentale e incredibilmente azzeccata e, come per gli altri registi citati, da Tim Burton a Greta Gerwig, passando per Wes Anderson, viene confermato che è il lavoro sul campo a essere fondamentale. La costante passione e la voglia di cimentarsi, a partire dai più brevi corti amatoriali, sempre ispirandosi ad altri grandi registi, è ciò che permette di diventare grandi registi.