ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sulla serie di Paramount Plus Circeo
Al momento del suo lancio, uno dei prodotti più interessanti presente sulla nuova piattaforma streaming Paramount Plus è stato sicuramente Circeo. La miniserie, prima produzione italiana della nuova realtà, in collaborazione con la Rai, affronta, come è facile evincere dal titolo, il tristemente famoso massacro del Circeo, uno dei più sconcertanti fatti di cronaca della storia italiana. Nel settembre 1975, due giovanissime ragazze, Donatella Colasanti di 17 anni e Rosaria Lopez di 19, vennero rapite, torturate e violentate da tre giovani in una villa posta sul litorale laziale. La serie di Paramount Plus non si concentra tanto sul fatto di cronaca, che si esaurisce nella prima puntata, ma su tutto ciò che è accaduto successivamente.
Dopo le sevizie perpetrate ai danni delle due ragazze, i tre aguzzini intendevano uccidere le loro vittime e abbandonare i corpi, ma qualcosa è andato storto nei loro piani e Donatella si è risvegliata nel bagagliaio di un’auto, attirando l’attenzione dei passanti e venendo salvata. Nulla da fare, invece, per Rosaria Lopez, che ha perso la vita nel massacro. Circeo, dunque, si sofferma maggiormente sul processo, storico per la giustizia italiana perché in grado di portare l’attenzione sulla necessità di una legge contro lo stupro, che al tempo ancora mancava. La miniserie di Paramount Plus inserisce il dramma privato e personale di Donatella Colasanti, interpretata da una strabiliante Ambrosia Caldarelli, in una cornice molto più ampia, dove grandi forze si muovono intorno a lei, dalla lotta femminista fino all’evoluzione legale. Una scelta che premia la descrizione di determinate dinamiche e la cura di certi aspetti, tra cui il feroce dissidio interiore di Donatella, che si trova a vivere una situazione ricca di contraddizioni e di sofferenza, completamente spaccata in due tra la voglia di tornare a vivere e il trauma per le violenze subite.
Donatella tra dramma privato e attenzione pubblica
Circeo, quindi, a partire dalla sua seconda puntata porta gli spettatori nel cuore di uno dei processi più famosi della storia italiana, ma anche all’interno del dramma di una giovane ragazza che ha dovuto vivere esperienze indicibili. Uno dei grandi pregi della miniserie di Paramount Plus è l’equilibrio che riesce a raggiungere tra queste due componenti e soprattutto la cura con cui viene delineata la condizione di Donatella, completamente divisa tra le sue esigenze intime e le aspettative pubbliche.
Da una parte c’è quel processo, che Donatella vuole, ma da cui finisce per essere risucchiata. La giustizia che la ragazza pretende che cali sui suoi violentatori e sugli assassini dell’amica Rosaria si rivela essere molto più farraginosa del previsto. Di fatti, al tempo non esisteva una legge che puniva lo stupro, per cui tutto si è giocato sull’omicidio di Rosaria e ha finito per mettere in secondo piano la violenza sessuale. Donatella deve fare i conti con questa condizione assurda, con l’incapacità di inquadrare ciò che ha subito e, naturalmente, con le strenue difese, esaltate in senso assolutamente machista e sessista, impostate dagli avvocati dei ragazzi, delle caricature funzionali a comprendere il clima che aleggiava all’epoca.
Il processo che coinvolge Donatella diventa ben presto qualcosa di troppo grande per una ragazza di 17 anni con delle ferite ancora molto evidenti. È, come abbiamo detto, un vero e proprio punto di svolta per la lotta femminista, che vede l’occasione di far sentire finalmente la propria voce su un tema chiaramente molto importante. Rappresenta un banco di prova importante per la giustizia italiana, che ha il compito di dimostrare credibilità con gli occhi di tutto il paese puntati addosso. Così, dopo tutto ciò che ha subito al Circeo, Donatella Colasanti si trova al centro di un vero e proprio caso mediatico e qui scatta l’enorme dissidio che la contrassegna in tutta la serie di Paramount Plus, la scissione evidente tra la voglia di andare avanti e tornare a vivere e l’incapacità di lasciare definitivamente quella maledetta villa al Circeo.
Quella del Circeo e la voglia di vita
La dimensione intima di Circeo è proprio uno dei grandi pregi della miniserie di Paramount Plus. Viene dato, dunque, molto spazio al dissidio interiore di Donatella, che aumenta con l’incedere del processo. Da una parte c’è la voglia di giustizia, per lei e per Rosaria, per evitare che quei mostri potessero far male nuovamente ad altre ragazze e per dimostrare che c’è una punizione per crimini del genere. Dall’altra, però, c’è la necessità di andare avanti, di tornare a vivere, perché Donatella in fondo è una ragazza di 17 anni, ha tutta l’esistenza davanti e prima riuscirà a liberarsi dei demoni del Circeo, prima potrà finalmente riappropriarsi del proprio futuro.
Quei fantasmi di quella maledetta villa, i volti diabolici di quei ragazzi che non lasciano in pace Donatella. Li vede in aula, ma li scorge anche per strada, nei ragazzi che le si avvicinano, negli sguardi indiscreti che le vengono lanciati. La serie sottolinea benissimo l’impatto psicologico che tutto il processo ha su Donatella, il dover rivivere determinate sensazioni, il ritorno sotto pelle di brividi ancora troppo noti. La giovane vuole scacciare dal suo corpo e dalla sua testa il Circeo, vorrebbe riuscire a riavvicinarsi agli uomini, vuole tornar a fidarsi di loro e del mondo. Un processo molto difficile e complesso, reso ancora più farraginoso proprio dal processo, che va avanti regalando alti e bassi emotivi alla protagonista.
La macchina della giustizia finisce per investire Donatella, che capisce che finché rimarrà al centro dell’attenzione non si toglierà mai l’etichetta di “quella del Circeo”. Quella giustizia che comprensibilmente vuole e che serve tanto a tutto il paese, ha un peso sulla ragazza le impone una visibilità evidentemente deleteria. Tutto il processo che costituisce il cuore di Circeo è causa di un enorme dissidio interiore per Donatella e tutte le contraddizioni del caso sono sottolineate alla perfezione dalla miniserie di Paramount Plus. La ragazza si trova in questa situazione di mezzo, strattonata da entrambe le parti, e solo con fatica si orienta verso la direzione che desidera, quel ritorno alla vita tanto agognato.
Lo specchio di Donatella in Circeo
Il potente dissidio di Donatella nella serie di Paramount Plus è reso anche dall’esterno grazie alla figura dell’avvocata Teresa Capogrossi, interpretata da un’eccezionale Greta Scarano. La donna, un’ambiziosa principessa del foro che ha molto a cuore le tematiche di genere, s’interessa immediatamente al caso di Donatella, ne intuisce la portata e l’importanza e lo porta avanti con estrema cura. Presto, però, Teresa si trova immersa nello stesso contesto della sua assistita, inizia a vedere il mondo con gli occhi sofferenti e speranzosi di Donatella e si fa specchio del suo enorme contrasto emotivo.
Anche Teresa, come Donatella, finisce per essere divisa tra le esigenze personali e le contingenze esterne, tra la necessità di portare avanti un processo storico e il bisogno di salvaguardare la ragazza che ha preso sotto la sua ala protettiva. Questo binomio tra Donatella e Teresa è parecchio interessante perché ci permette di gettare anche uno sguardo esterno, ma privilegiato, al dissidio della giovane vittima, ci restituisce una sorta di doppia dimensione, parallela e allo stesso tempo sovraordinata, della sua esperienza. Alla scissione emotiva di Donatella si sovrappone quella di Teresa, in un gioco di rimandi che delinea in maniera vivida le diverse connotazioni che porta con sé il processo contro Angelo Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghira, carnefici di Donatella e Rosaria in quella tragica notte del settembre 1975.
Circeo è una serie di una potenza inaudita, capace di forzare anche alcuni meccanismi, ma sempre in un chiaro disegno ben riconoscibile. La miniserie presenta tantissime facce, molti punti di analisi e di dibattito, ma la presentazione del dissidio interiore di Donatella è sicuramente uno dei più interessanti. Con cura, vediamo tutte le facce della sofferenza, due spinte centrifughe che conducono la ragazza in due direzioni opposte. Verso il passato, il ritorno al Circeo, e verso il futuro, il riappropriarsi della propria vita a discapito di tutto. Spingono verso la giustizia e verso la quiete, verso gli uomini e lontano da loro, per sempre. Tutto ciò con gli occhi dell’intero paese addosso: una condizione dilaniante, che Circeo con un piccolo capolavoro riesce a rendere alla perfezione.