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Città invisibile – La Serie Netflix tra realismo magico e mistery moderno

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ATTENZIONE: l’articolo potrebbe contenere spoiler su Città invisibile, la serie brasiliana di Netflix.

L’occhio non vede cose, ma figure di cose che significano altre cose, scriveva Italo Calvino nella sua Le città invisibili. Lo sguardo scannerizza immagini e le converte in simboli. E con quei simboli, costruisce fortezze e villaggi, castelli in aria e roccaforti della fantasia. Ci gioca, le scompone e le amalgama, fino a convincere il cervello che ciò che vede è la realtà. Nel romanzo di Calvino, Marco Polo descrive a Kublai Khan le città del suo vasto impero, alcune reali, altre semplicemente frutto dell’immaginazione. Ma è proprio questo, la combinazione di elemento fantastico e dati della realtà, a rendere interessante l’opera di Calvino. Città invisibile è anche il titolo della serie brasiliana di Netflix, approdata sulla piattaforma con il titolo originale Cidade Invisível. È sbarcata sul colosso dello streaming – che punta a dare visibilità alle produzioni locali e che, per il Brasile, aveva già rilasciato una serie abbastanza nota come 3%, che ci racconta un’umanità dimenticata – nel 2021 con la sua prima stagione ed è stata rinnovata per un secondo ciclo di episodi (solo 5), che sono arrivati in catalogo quest’anno. Città invisibile ricorda il romanzo di Italo Calvino non solo per il titolo, ma per le suggestioni che suggerisce. La serie tv non è di quelle che lasciano il segno (la seconda stagione ha persino deluso le aspettative), ma stimola la curiosità di chi guarda. È un gran bel tuffo nel folklore brasiliano, un mistero affascinante per un pubblico internazionale abituato a trangugiare miti, topoi e favole pressoché identiche tra loro.

città invisibile

Città invisibile offre invece suggestioni nuove.

Così scopriamo che Curupira è una creatura dai capelli rossastri che vive nelle foreste del Brasile. Si riconosce dai piedi rivolti all’indietro, che servono per creare impronte per confondere cacciatori e viaggiatori, ma anche illusioni e suoni acutissimi per spingerli alla follia. Curupira non è malvagio, ma il suo compito è proteggere la foresta e i suoi abitanti dalle pretese pericolose degli uomini. Poi c’è Iara, la sirena dalla pelle color rame che uccise i suoi fratelli e venne annegata dal padre nel fiume, una specie di ninfa in grado di cantare dolci melodie per attirare gli uomini. Poi, ancora, ci sono Manaus, che con il suo odore estremamente sgradevole allontana i cacciatori, e il giovane dispettoso Saci, un ragazzo mulatto con una gamba sola che è in grado di creare vortici e muovere i venti. E poi c’è la terribile Cuca, la strega della filastrocca che i brasiliani cantano ai propri figli per convincerli ad andare a letto prima che la Cuca arrivi per mangiarseli tutti. I miti e le leggende del folklore brasiliano sono pressoché sconosciuti al grande pubblico della piattaforma e Città invisibile – Cidade Invisível offre la possibilità di entrarvi per la prima volta a contatto. In questa serie Netflix, realtà e fantasia si confondono, cercando di disorientare anche lo spettatore. È una sorta di American Gods latinoamericana, che costringe i personaggi ad aprire gli occhi e a osservare un mondo fino a quel momento sconosciuto. Un mondo nel quale vivono e si nascondono creature fantastiche con poteri sovrannaturali. Ma, se nel caso dello show di Neil Gaiman il pubblico era abituato a maneggiare i miti e le leggende di cui si parlava, per Città invisibile non si può dire lo stesso. Questa serie Netflix arrivata dal Brasile prova a gettarci nelle acque salmastre del folklore locale, convinta di poterci offrire una chiave per guardare sotto la superficie e riemergere con lo sguardo pieno.

città invisibile

È delle città come dei sogni: tutto l’immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio oppure il suo rovescio, una paura. Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure.

Italo Calvino

La trama di Città invisibile – Cidade Invisível ruota attorno al mistero della scomparsa di Gabriela (Giulia Konrad), morta in mezzo alla foresta a causa di un incendio improvviso. Suo marito, Eric (Marco Pigossi), è un agente della polizia ambientale e si trova a indagare sul caso mentre cerca di elaborare il lutto e di crescere da solo la figlia piccola Luna. Mentre tenta di venire a capo delle cause che hanno provocato l’incendio, si imbatte in una serie di personaggi particolari che sembrano appartenere al mondo del sovrannaturale. Vincere lo scetticismo, per uno come Eric, non è semplice, ma alla fine il protagonista della serie scoprirà che la città da lui conosciuta è abitata anche da creature mitologiche con sembianze umane. Queste creature interagiscono con l’uomo – anche se quest’ultimo è troppo abituato a soffermarsi sulla superficie per poter guardare veramente oltre – e provano a difendersi dalla sua smania conquistatrice, che rischia di distruggere la foresta e tutti i suoi misteriosi abitanti. Città invisibile ha uno script che attira subito l’attenzione, anche se poi fallisce in parte l’obiettivo. È intessuta di realismo magico, come se fosse uscita fuori da un romanzo di Calvino o di Gabriel García Márquez. L’elemento magico è una colonna portante della trama e si mischia alla componente reale, costringendo personaggi e spettatori alla sospensione dell’incredulità e bombardandoli con una varietà di dettagli sensoriali che servono a introdurlo senza spiegazioni in quel mondo. Esiste una città invisibile dietro le città visibili e questa serie Netflix è un grido disperato nella speranza che qualcuno ci butti l’occhio. Per vedere e non semplicemente per guardare.

La formula su cui punta Cidade Invisível è quella di mescolare elementi fantasy con il mistery moderno.

Le indagini di Eric seguono il canovaccio di qualsiasi trama crime. Dietro un apparente incidente, si celano verità sconvolgenti che chiamano in causa un mondo molto più vasto e accendono i riflettori su un sistema di corruzione che minaccia la stabilità di un’intera comunità. Il messaggio di Città invisibile è abbastanza leggibile tra le righe: esiste un mondo fatto di tradizione e autenticità che sta scomparendo nel silenzio e nell’indifferenza generali. I personaggi immaginari che popolano la serie rappresentano un corredo di valori e tradizioni che rischiano di dissolversi mentre l’uomo è distratto e disinteressato, preso da occupazioni futili che gli impediscono di guardare – e guardare veramente – l’inestimabile patrimonio di risorse che lo circonda. Il messaggio ecologista è altrettanto chiaro e la serie è infatti sbarcata su Netflix appena qualche mese dopo uno dei più grandi incendi che ha abbattuto parte della foresta Amazzonica. La tutela dell’ecosistema è messa a repentaglio dagli appetiti dell’uomo moderno, pienamente immerso nella logica del profitto, pronto a sacrificare qualsiasi cosa in nome dell’utile. Così le tradizioni stanno scomparendo e l’uomo è diventato talmente cieco da non accorgersene neppure. Città invisibile è una serie ricca di suggestioni, che apre una finestra su un mondo leggendario sconosciuto al grande pubblico, ma che poi non riesce a essere pienamente incisiva. È però una serie tv che stimola la curiosità e che accende la fantasia e lo fa lanciando un grido di dolore che, da qualche parte, spera di poter arrivare.