Che la nostra prima reazione sia stata pregna di scetticismo o di curiosità, una cosa è sicura: Cobra Kai ha superato le aspettative di tutti. La serie tv, sequel del primo film della saga Karate Kid dell’ormai lontano 1984, non è nata per essere una copiatura forzata dell’opera principale. Sin dalle prime scene abbiamo capito che, nonostante i protagonisti siano ancora Daniel LaRusso e il suo eterno rivale Johnny Lawrence, la vita è molto cambiata per entrambi.
I due, infatti, ormai non sono più dei ragazzini che competono per vincere il Torneo di Karate Under 18. Daniel e Johnny sono degli uomini adulti, che conducono delle vite molto differenti l’una dall’altra: il primo è ormai un famoso imprenditore e possiede vari saloni automobilistici, mentre il secondo vive “alla giornata” con dei lavoretti precari. Capiamo subito, dunque, che gli anni hanno cambiato notevolmente i due… almeno in apparenza.
Il Johnny Lawrence spaccone, sicuro di sé e studente modello del dojo Cobra Kai ha lasciato posto a un uomo con una vita squallida, che ha un figlio adolescente con cui a malapena parla e che cova ancora rancore per Daniel nonostante siano passati ben 34 anni dalla famosa finale del Torneo. Ma chi ci ha sorpresi di più è stato, probabilmente, l’ex allievo del Miyagi-Do Karate. Daniel San, com’era solito chiamarlo il Maestro Miyagi, non ha più nulla del ragazzino che era un tempo. È un uomo facoltoso, sposato e con due figli, che utilizza delle mosse di karate per sponsorizzare il proprio autosalone in maniera “originale”: chissà cosa avrebbe pensato Miyagi dello slogan “Prendiamo a calci la concorrenza!”. Non possiamo dirlo con certezza, ma probabilmente avrebbe scosso la testa con fare contrariato e avrebbe aspettato di rivedere Daniel tornare sui suoi passi.
Contrariamente a quelle che erano le nostre aspettative, adesso il “buono” della situazione (se così possiamo dire) non è Daniel, bensì Johnny. Il vecchio membro del Cobra Kai decide di riaprire il dojo che da ragazzo gli ha dato tanto, ma lo fa con una consapevolezza particolare: vuole essere un buon insegnante, un buon Sensei. Johnny desidera insegnare davvero il karate, per permettere a se stesso di migliorare e di essere un uomo migliore.
Quando Daniel viene a sapere le intenzioni del suo rivale storico, tuttavia, si mostra decisamente contrario. L’uomo inizia a fare di tutto pur di ostacolare Johnny, anche se il suo comportamento si dimostra non esattamente in linea con tutti gli insegnamenti dati dal Maestro Miyagi. Il protagonista di Karate Kid, infatti, non vuole sentire ragioni: secondo il suo punto di vista, il Cobra Kai non deve riaprire.
La guerra, dunque, ricomincia. E nulla sembra essere cambiato.
La serie ci mostra l’eterna lotta tra bianco e nero, tra bene e male. Ma c’è qualcosa di diverso, questa volta: sembra proprio che le parti siano quasi invertite, sicuramente più sfumate. Il piccolo ragazzino indifeso è diventato forse un po’ troppo pieno di sé, mentre il bulletto cerca di redimersi per avere una vita migliore e dimostrare a se stesso che vale qualcosa, nonostante tutto. Le linee temporali si intrecciano in questa serie che mescola nostalgia e novità e che ci fa immedesimare così tanto nei personaggi che non riusciamo nemmeno a capire per quale dei due gruppi “facciamo il tifo”. Da una parte abbiamo Daniel, che ha imparato tutto grazie al suo saggio e paziente Maestro e che (forse) ci ricorda la nostra infanzia. Dall’altra, tuttavia, c’è un nuovo Johnny: un uomo che è diventato per Miguel quasi ciò che Miyagi fu per il suo avversario molti anni prima.
Sia Daniel che Johnny scelgono degli “eserciti” un po’ particolari per combattere la loro guerra personale. Il primo arruola sua figlia, il figlio del suo avversario e tutti coloro che decidono di andar via dal Cobra Kai. Il Sensei Lawrence, invece, inizia a insegnare il karate a dei ragazzini nerd e vittime di bullismo, finendo con il renderli dei veri e propri duri a suon di: “Colpire per primi, colpire forte, senza pietà!”. Il Kreese che abbiamo avuto modo di conoscere in Karate Kid avrebbe disprezzato gli allievi del nuovo Cobra Kai, e anche nella serie cerca infatti di dar loro insegnamenti molto diversi rispetto a quelli impartiti da Johnny.
Quindi sì, la guerra tra i due dojo c’è ed è agguerrita esattamente come quella iniziata più di trent’anni fa, ma a essere realmente cambiati sono i combattenti. Daniel ci sembra quasi invidioso e vendicativo, sempre convinto di essere il “buono” della situazione senza rendersi conto di quali siano i suoi reali comportamenti. Ciò che è accaduto alla fine della seconda stagione, tuttavia, potrebbe aiutarlo a “riaprire gli occhi”: è davvero necessario continuare a portare avanti una guerra che inizia a provocare non pochi problemi?
Abbiamo avuto modo di vedere che i due Maestri di karate non riescono, nonostante gli sforzi, a fidarsi l’uno dell’altro. Quando li abbiamo visti bere insieme come due vecchi amici abbiamo avuto delle flebili speranze, che però sono scemate dopo pochissimi episodi. Cosa accadrà, allora, nella terza stagione di Cobra Kai? I due riusciranno a seppellire l’ascia di guerra o rischieranno di distruggere definitivamente tutto ciò che hanno creato?
“Una guerra è per sempre”, ma è proprio vero? Forse il viaggio a Okinawa di Daniel gli permetterà di ricordare quali sono i veri valori che dovrebbero accompagnare il karate, portandolo a riscoprire realmente se stesso. Johnny, d’altra parte, dovrà cercare di combattere contro i sensi di colpa per ciò che è accaduto a Miguel. Ma forse saranno proprio le difficoltà a permettere loro, prima o poi, di trovare un punto d’incontro.