Attenzione! Il seguente articolo su Johnny Lawrence contiene spoiler su Cobra Kai
Chi è appassionato di serie tv, lo sa: i personaggi migliori e ben strutturati sono sempre quelli che hanno un background tormentato e difficile. Che si lotti contro i demoni del passato, che ci si lasci alle spalle una situazione disastrosa o che si cerchi di rialzarsi dopo una sconfitta, non importa: più è complesso, più ci piace. Nella maggior parte dei casi, dobbiamo ammetterlo, è proprio così. Ed è anche per questo che, appena iniziato Cobra Kai, abbiamo capito che questa volta – forse – non avremmo tifato solo ed esclusivamente per il tanto amato Daniel San.
Il pilot della serie, infatti, ci mette subito davanti la realtà dei fatti: da una parte abbiamo Daniel LaRusso, diventato ormai un facoltoso imprenditore sposato e con due bambini. Dall’altra c’è Johnny Lawrence, un uomo sostanzialmente solo che conduce una vita quasi squallida sin dal giorno in cui, 34 anni prima, ha perso la finale del torneo contro il suo più acerrimo nemico. L’inizio di Cobra Kai, dunque, non può non farci pensare immediatamente a Barney Stinson e a How I Met Your Mother, dove proprio lui parla di come, in fin dei conti, sia Daniel il vero “villain” di Karate Kid: d’altra parte, è lui che ha “rubato la ragazza” al vero karate kid, ossia a un ragazzo che ha fatto parte di un dojo sin da bambino. “Non esistono cattivi alunni, ma soltanto cattivi insegnati” ha detto una volta il maestro Miyagi, e noi non potremmo non essere d’accordo con lui dopo aver seguito Cobra Kai.
Il punto di incontro tra la “vecchia vita” di Johnny Lawrence e la nuova, infatti, è dettato da un gesto compiuto dal suo sensei. È stato proprio John Kreese, in seguito al secondo posto ottenuto dal ragazzo al torneo, a ritorcersi contro il suo stesso alunno e a umiliarlo soltanto per non aver vinto. E sarà da questo momento in poi che, come vedremo, l’allievo inizierà a vivere nel ricordo del proprio passato e nel tormento di non aver battuto una volta per tutte Daniel LaRusso. Quando ritroviamo Johnny Lawrence in Cobra Kai, oltre trent’anni dopo la sconfitta subita, sembra che ogni cosa negativa accaduta da quel momento in poi sia stata semplicemente una conseguenza della sua sconfitta al torneo di All Valley. La realtà è che l’uomo non si è mai realmente perdonato e, almeno inizialmente, si è lasciato andare al proprio destino pensando di essere ormai un fallito che non può aspirare a una vita dignitosa.
Ciò che lo ha portato a rifondare il Cobra Kai e a tentare di riprendere in mano la propria vita non è una motivazione altruista, lo sappiamo bene: tutto è dettato dai sentimenti di odio persistenti nei confronti di Daniel LaRusso.
Inizialmente, infatti, Johnny Lawrence illustra ai suoi allievi le stesse teorie che John Kreese aveva insegnato a lui, e va avanti per un po’ a suon di “Colpisci per primo, colpisci forte, nessuna pietà”. D’altra parte, la violenza è ciò che lo ha plasmato sin da quando era un bambino. Il karate, per lui, non era soltanto una valvola di sfogo ma anche e soprattutto una sfida: mentre il maestro Miyagi insegnava a Daniel che il karate è concentrazione e che la violenza, se non in casi di necessità, non è mai la risposta, il sensei Kreese predicava al suo dojo l’esatto contrario. Così vediamo Johnny che tenta di rendere i propri alunni un po’ meno “nerd” e, aiutato da loro e in modo particolare da Miguel, a poco a poco riesce realmente ad allontanarsi da una vita fatta di alcol e mediocrità.
L’amicizia con il ragazzo, inoltre, lo porta anche a rivalutare tutte le sue vecchie abitudini e credenze. Se da una parte infatti è Miguel a crescere, ad acquisire fiducia in sé stesso e a essere grato al suo sensei per tutti gli insegnamenti ricevuti, dall’altra è anche Johnny che si ritrova a scoprire dei lati di sé che mai avrebbe pensato di avere. Pur continuando sulla sua linea di insegnamento improntata alla forza e alla voglia di vincere, capisce allo stesso tempo che non è non avendo pietà che riuscirà a risolvere sia i problemi del dojo che quelli personali. La loro collaborazione, la loro amicizia e il rapporto profondo che si instaura tra i due è quindi importante per la crescita di entrambi. Ed è grazie a tutto ciò che Johnny Lawrence riesce, finalmente, a opporsi al proprio destino. Arriva a capire che chi nasce e cresce nella violenza, non deve necessariamente condurre una vita improntata sulla crudeltà: può avere affetto, amore, collaborazione ed essere allo stesso tempo un buon sensei che ha cura dei propri allievi.
Il ritorno di John Kreese fa vacillare per un po’ Johnny, che nonostante col tempo sia cambiato, vede sempre in lui una figura paterna. La azioni del vecchio sensei, tuttavia, lo portano a capire che in realtà le sue ideologie non vanno di pari passo alla propria linea di pensiero, ed è così che decide una volta per tutte di tagliare definitivamente i ponti con il proprio passato. La crescita di Johnny Lawrence è ancor più palese nell’esatto momento in cui, mettendo da parte i vecchi rancori, decide di allearsi con Daniel LaRusso pur di sconfiggere Kreese una volta per tutte. Questa volta, inoltre, ha un incentivo in più: il suo vecchio sensei, infatti, ha attirato dalla propria parte anche Robby.
L’evoluzione di Johnny Lawrence, che sicuramente non ha ancora raggiunto il suo apice, è assolutamente palese. Se all’inizio mancava totalmente di empatia e andava avanti a suon di violenza e senza pietà, le circostanze lo hanno portato a diventare ciò che mai si sarebbe aspettato: un vero sensei, che vede nel karate una pratica per dare onore al dojo e a coloro che combattono, non soltanto una coppa da vincere e la gloria da raggiungere.
Insomma, come abbiamo detto all’inizio, i personaggi che hanno un background tormentato piacciono particolarmente a noi addicted. E Johnny Lawrence, nato e cresciuto nella violenza ma con la forza di ribellarsi al proprio destino per diventare un uomo migliore, è sicuramente l’emblema di tutto ciò che amiamo.