Diciamocelo: L’Ispettore Coliandro è un po’ l’equivalente di casa. La serie sul braccio imbranato della legge ha un che di profondamente rassicurante e confortevole, un po’ come l’abbraccio del piumone in una sera di inverno. Quando lo si guarda, si ha la garanzia che ci saranno divertimento, trame intricate e soprattutto tanta, tanta ironia.
Da questo punto di vista, L’Ispettore Coliandro 8 non sembra smentirsi.
Il primo episodio dell’ottava stagione, Il Fantasma, si apre all’insegna dell’ironia e delle gag. La sequenza di apertura è infatti in un night club, dove ballerine poco vestite si dimenano attorno a pali e clienti compiaciuti. Peccato che fra questi spicchi la nota faccia dell’ispettore Gamberini, che sembra completamente perso. Che ci fa qui il bonaccione del distretto di polizia di Bologna? Poi l’inquadratura si allarga ed ecco che compare lui: l’ispettore Coliandro in persona.
La domanda che sorge spontanea è: perché i due colleghi si trovano lì? La situazione diventa ancora più surreale nel momento in cui viene inquadrato il volto della ballerina in abiti succinti che sta ballando davanti a loro. Si tratta nientemeno della loro collega Bertaccini. Da un dialogo fra i tre si evince che stanno lavorando sotto copertura, dal momento che una soffiata ha comunicato l’imminente arrivo di un latitante nel locale. Al gruppetto si unisce anche la sovrintendente Buffarini, anch’essa vestita da ballerina di lap dance e li redarguisce, intimando a tutti di rimanere concentrati sulla missione.
In questa nuova stagione, dunque, le dinamiche non sembrano essere cambiate. Ci sono sempre Gamberini e la Bertaccini che fanno comunella prendendo in giro Coliandro, mentre la Buffarini è l’unica che, zitta zitta, riesce ad essere professionale e a concludere le missioni a dovere. Cosa che fa anche in questo caso, dal momento che il suo intervento risulterà cruciale per la cattura del malavitoso. Con il criminale viene portato via anche il suo geometra, che si trovava lì per puro caso. A quanto pare, l’uomo arrestato, a capo della ndrangheta locale, gli aveva affidato un progetto edilizio che lui ingenuamente aveva portato a termine. E in quel momento si trovava nel locale per festeggiare la fine dei lavori. Il geometra sembra quindi una persona capitata nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, nulla di più. Ma già nelle prime scene viene insinuato che la realtà dei fatti è molto diversa.
Il Commissario De Zan, giunto sul luogo dell’arresto, incrocia lo sguardo del geometra mentre la volante si sta allontanando. E una breve sequenza rallenty suggerisce che l’uomo non è affatto un individuo qualunque. Ovviamente non è un caso che il giorno successivo l’automobile dove si trovano Coliandro e De Zan viene presa in pieno da un camion.
L’Ispettore Coliandro 8 sembra quindi aprirsi con il botto.
Un misterioso incidente che mette in pericolo di vita il protagonista e uno dei personaggi principali, scabrose storie di malavita organizzata. Sembra che ci siano tutti gli ingredienti per un inizio di stagione con i fiocchi. Peccato che le cose non siano andate esattamente così.
Per quanto il nostro ispettore sia adorabile, la puntata ha i soliti pro e, purtroppo, parecchi contro.
Da una parte, abbiamo una recitazione piuttosto discutibile che, ahimé, coinvolge la maggior parte degli interpreti. Fatta eccezione per Giampaolo Morelli e pochi altri, il cast lascia un po’ a desiderare. Ma non sarebbe un problema di solito, perché la scrittura degli episodi è spesso molto efficace e la regia funziona. Anche se in questo caso è doveroso fare qualche appunto. Nel complesso, il primo episodio de L’Ispettore Coliandro 8 manca di mordente. È come se ci si fosse adagiati su alcune dinamiche fisse della storia, che però vengono riproposte senza qualcosa in più. Ad esempio, è ormai cosa nota che in ogni puntata Coliandro abbia una romance con qualche bella ragazza. E va benissimo, perché è uno schema che strizza l’occhio ai film di James Bond, o a serie datate come Arsenio Lupin (antesignano del recentissimo show targato Netflix). In questo caso, la fanciulla in questione è nientemeno che la figlia di De Zan, Aurora. La donna viene chiamata “la piccola Longhi”, dal momento che lavora come sostituto procuratore, oltre ad essere forte, determinata e (diciamocelo) bella come la temutissima Longhi, procuratore della questura di Bologna.
Naturalmente, il suo fascino non passa inosservato agli occhi di Coliandro. E la donna manifesta immediatamente un forte interesse nei confronti dell’ispettore. Le dinamiche sono, appunto, ben note. Ma questa volta c’è proprio qualcosa che non convince. Di solito, il bello delle romance di Coliandro è che sono travagliate. C’è sempre un contrasto iniziale, un attrito che spesso sfocia in gag divertenti. Non ci danno subito il “contentino” della relazione facile, rendendo tutto molto più intrigante a livello narrativo. L’impressione, qui, è un po’ alla Boris, per la serie: facciamoli s*****e così, de botto, senza senso! Non c’è alcun climax, nessuna dinamica che ci spiega perché fra Coliandro e Aurora nasca improvvisamente una relazione (che sembra anche abbastanza seria, fra l’altro). Lui sospetta che qualcuno voglia uccidere De Zan, ma, si sa, Coliandro non gode di grande credibilità. E in effetti neppure noi, pubblico onnisciente, riusciamo a fidarci dei suoi sospetti, dati i suoi comportamenti da pazzo paranoico. Quindi, per quale motivo Aurora decide di credergli e, addirittura, avviare con lui un’indagine segreta? E non solo: gli piomba in casa bagnata come un pulcino per via della pioggia e subito si leva la camicia, rimanendo in reggiseno. Insomma, sembra tutto troppo frettoloso.
Ma in realtà l’impressione generale dell’intero episodio è quella di una gran fretta.
Il caso viene risolto in maniera quasi troppo semplice, i criminali sconfitti facilmente, forse un po’ troppo. Un criminale pericolosissimo viene portato in carcere grazie a una semplice telefonata. È anche vero che l’obiettivo de l’Ispettore Coliandro non è mai stato il realismo, ma sembra che questa ottava stagione, almeno a giudicare dal primo episodio, non sappia bene che direzione prendere. La serie ha sempre avuto degli episodi volutamente demenziali. Ma lì l’elemento comico e ironico era marcato in maniera quasi esasperata, così da creare una direzione narrativa precisa. Qui, invece, non sono chiare le intenzioni dell’episodio, che non si capisce bene dove voglia andare a parare. Il malavitoso che tiene in ostaggio Coliandro e Aurora, ad esempio, è ossessionato dal cibo. Quindi, anche se ha due ostaggi a cui badare, non rinuncia alla sua colazione a base di alici fritte e pomodorini. L’elemento assurdo è sempre stato il marchio di fabbrica della serie e non ci saremmo aspettati nulla di diverso da L’Ispettore Coliandro 8. Ma questi dettagli, nel primo episodio, non sono marcati come al solito, ma semplicemente accennati, suggerendo così un’indecisione generale.
Comunque, non è corretto togliere tutto, ma proprio tutto, al nostro amato ispettore. La comicità esilarante rimane inalterata, così come l’inguaribile ironia di Coliandro, che tanto ci piace e che caratterizza così bene il personaggio. Le dinamiche ricorrenti vanno bene, perché contribuiscono a restituirci quell’idea di sicurezza e caldo abbraccio che la serie ci ha sempre dato. D’altronde, è questo che chiediamo a L’ispettore Coliandro 8: ironia, irriverenza, indagini adrenaliniche. Cosa che l’impeccabile scrittura di Lucarelli ci ha sempre regalato. E se questa prima puntata è stata un po’ in sordina, gliela si può anche perdonare.