Il braccio maldestro della legge. Solo così si può definire l’Ispettore Coliandro. Sono più i problemi che crea che i casi che risolve, almeno all’apparenza. Ma in realtà, se si segue la serie, ci si rende conto che non è così. Malgrado Coliandro sia imbranato e con la testa fra le nuvole, i casi li risolve eccome, anche se in modo rocambolesco. E la cosa divertente è che sistema situazioni in cui neanche si doveva trovare all’inizio.
L’Ispettore Coliandro, creatura di Carlo Lucarelli e dei Manetti Bros, ci conquista proprio perché non è convenzionale
Il poliziotto di Bologna comincia come ispettore della squadra mobile, per poi retrocedere progressivamente di grado man mano che le stagioni passano, proprio a causa di questa sua propensione a combinare disastri. E non solo Coliandro è terribilmente imbranato. Ostenta anche una sfrontatezza che lo porta a gettarsi a capofitto in situazioni ingarbugliate, creando problemi. Ma nonostante ciò, rimane fermo nelle sue convinzioni e certo non si rende conto della scia di disastri che dissemina lungo il cammino.
Ma il punto è che, malgrado i danni, l’Ispettore Coliandro riesce sempre a cascare in piedi. Rischia di morire più volte, ma si salva per miracolo. Finisce in situazioni che gli costerebbero il posto o addirittura una denuncia, ma alla fine ne esce illeso. A parte la costante retrocessione professionale e le immancabili prediche di fine puntata della dottoressa Longhi.
Ma questa è solo una delle mille ragioni per cui si ama questa serie così poco convenzionale
Purtroppo non possiamo dilungarci troppo e spiegarvi per filo e per segno tutti i motivi per cui questo prodotto italiano merita davvero, ma possiamo selezionare i dieci migliori.
1) L’Ispettore Coliandro non si vergogna mai di essere se stesso
Benché sia un individuo maldestro, Coliandro non rinnega mai la sua natura. Sa com’è fatto e non cerca mai di essere qualcun altro. Si presenta agli occhi dei colleghi (e dello spettatore) così com’è.
E se non piace, certo non è un suo problema…
Memorabile la puntata della prima stagione Magia Nera, nella quale deve recarsi con urgenza sul luogo di un delitto.
Viene buttato giù dal letto dalla chiamata dei colleghi ed è molto stanco. Probabilmente perché ha fatto le ore piccole a guardare i film del suo amato Clint Eastwood. Comunque, distratto e assonnato com’è, si presenta sul posto tutto sporco di dentifricio. Il suo collega ovviamente non lo avverte e la Longhi lo sgrida per il suo aspetto sciatto. Ecco, questa è una situazione tipica per il povero poliziotto. Anche perché l’uomo è oggetto di sistematiche prese in giro da parte degli altri poliziotti. Ma nonostante questo, lui va avanti imperterrito per la sua strada e non cerca di cambiare. Cosa che gli fa onore.
2) È un antieroe
Un po’ come il tenente Colombo, Coliandro non è il classico, arguto detective alla Poirot. Non è impeccabile nell’abbigliamento, non ha l’acume di Perry Mason e certo non gli è stato fatto il dono della precisione e della disciplina.
Il poliziotto si presenta al lavoro trascurato, con magliette non stirate e occhiaie da notte brava. E di certo non è il vanto della squadra, anzi. Sono più le volte che il suo capo lo manda a fare lavori ingrati, proprio per impedirgli di fare danni.
Coliandro ci piace perché è imperfetto e fallibile. E per certi versi è anche più semplice simpatizzare per lui. Perché non è un detective irraggiungibile e algido, ma un essere umano pieno di difetti, proprio come tutti. Ed è per questo che risulta così irresistibilmente simpatico.
3) La Serie Tv è ricca di citazioni cinematografiche
Essendo lo stesso Ispettore Coliandro un cinefilo incallito, amante dei film di Clint Eastwood, i riferimenti alla cultura cinematografica pop non mancano di certo. E per giunta inseriti in contesti esilaranti. Nella puntata 6×06, La fine del mondo, il poliziotto deve fronteggiare il villain di turno, un motociclista folle deciso a vendicare la morte della sorella. Dopo aver preso d’assedio il commissariato locale insieme ai suoi compari, Coliandro e i suoi compagni riescono finalmente ad attirarlo altrove.
Ed ecco che il nostro eroe deve affrontarlo da solo, in una palude isolata e per giunta con la pistola rotta. Decide allora di bluffare, ostentando sicurezza. Si dà quindi manforte citando uno degli iconici film del suo idolo, sperando che la cosa sortisca un effetto intimorente. Peccato che il motociclista si faccia una grassa risata, rispondendo: “Guarda che l’ho visto anche io l’Ispettore Callaghan”.
Ma questa è un’altra delle cose che si amano della serie. Le tremende gaffes che Coliandro fa, cercando di atteggiarsi a “duro”. Peccato che non si renda conto di quanto sia più efficace, a volte, essere se stessi. E il poliziotto avrà pure mille difetti, ma anche un eccellente istinto di sopravvivenza. Motivo per cui in questo caso riesce cavarsela avviando la moto che gli è caduta vicino scagliandola contro il motociclista e riducendolo K.O.
4) Fa il duro, ma in realtà è un tenerone (e va benissimo così)
Benché Coliandro sogni di essere come Clint Eastwood, ha ben poco del rude giustiziere. Anzi, spesso e volentieri si fa fregare proprio perché è tenero e ingenuo. Sono troppe le volte in cui ha recitato la farsa del poliziotto cattivo. Finzione durata meno di due minuti. Quando una donzella in pericolo si mette a piangere davanti a lui, Coliandro non riesce a trattenere l’istinto cavalleresco e interviene in soccorso. Ed è per questo suo lato dolce e romantico che lo rende adorabile.
5) È ironico e autoironico
Benché sotto sotto (neanche troppo) il nostro ispettore abbia un cuore tenero, non risparmia nessuno con le sue battute sferzanti. D’altronde, i colleghi lo prendono in giro tutti i santi giorni, quindi una giusta vendetta ogni tanto ci vuole. E vederlo battibeccare con il pestifero collega Gamberini fa bene al cuore e regala momenti di divertimento genuino.
Ma non solo: l’Ispettore Coliandro ha la rara dote di vedere dell’ironia in situazioni drammatiche
Sono molte le situazioni di pericolo in cui il nostro eroe riesce a trovare la forza di scherzare, smorzando la tensione e rendendo le situazioni ancora più epiche di quanto già non siano. Per non parlare di tutte le volte che si compatisce da solo per la sua vita grama.
Un po’ di sana ironia “alla Coliandro” farebbe bene a tutti, in effetti.
6) La Serie Tv è la rivincita dei nerd
I due poliziotti più in gamba della squadra dovrebbero essere Gamberini e la Bertaccini. Che infatti sono sempre coinvolti nelle indagini più prestigiose. Eppure, zitti zitti, abbiamo due nerd che spesso sono la chiave per la risoluzione dei casi. Stiamo parlando dei poliziotti Buffarini e Gargiulo. Che infatti sono fan sfegatati de Il Signore degli Anelli e di Star Wars, leggono i fumetti della Marvel e passano gran parte del loro tempo libero al computer. Caratteristica che spesso e volentieri può rivelarsi molto utile in ambito investigativo.
I due ragazzi difficilmente vengono considerati come invece sarebbe giusto. Anzi, spesso e volentieri vengono derisi per i loro interessi, molto lontani da quelli degli uomini d’azione. Peccato che più di una volta la loro arguzia e il loro stile di vita da “smanettoni” si riveli fondamentale.
7) Coliandro risolve i casi… per caso
A differenza di Perry Mason e Poirot, Coliandro non ha mai intenzione di risolvere i casi in cui incappa. E questo è il verbo giusto, perché l’ispettore non viene mai coinvolto nelle indagini importanti. Siccome è ritenuto un incapace, il massimo che gli viene affibbiato dai suoi superiori è la ricerca di cani scappati dai padroni, oppure l’indagine sul furto di carichi di prosciutti. Niente di particolarmente eclatante, insomma. Ma talvolta è proprio grazie a questi incarichi ingrati che l’uomo si imbatte in pesci più grossi. E, ciò che diverte di più, spesso neanche vorrebbe occuparsene. Il più delle volte si ritrova a indagare per conto suo per aiutare la solita damigella in pericolo con la quale vuole fare bella figura. Fortunatamente, il suo istinto di sopravvivenza e, ammettiamolo, anche la su astuzia lo salvano da situazioni davvero ingarbugliate. Perché Coliandro non è stupido: recita solo una parte.
8) I personaggi secondari sono adorabili
Oltre all’Ispettore Coliandro, che è oggetto dell’amore di molti, ci sono anche dei personaggi secondari eccezionali. Uno fra tutti, il timido collega Gargiulo. Il ragazzo è un ingenuo poliziotto di belle speranze, spesso assegnato a noiosi casi d’ufficio. Ma, a differenza di Coliandro, che si autodefinisce un uomo d’azione chiuso in gabbia, non se ne lamenta affatto. Gargiulo ama il suo lavoro, anche se non si occupa di casi prestigiosi. È un ragazzo umile e gentile che adora l’ispettore Coliandro e per lui si butterebbe nel fuoco.
Non parliamo poi della nipote di Coliandro, Angelica. Questo personaggio delizioso compare sporadicamente, quando la sorella del poliziotto gliela affida. E l’uomo, che non ha nessuna intenzione di fare da babysitter, passa il tempo a lamentarsi. Peccato che Angelica sia talmente intelligente che è lei a fare da tata allo zio.
9) I villain improbabili
Coliandro non deve quasi mai confrontarsi con dei cattivi standard. Sempre nella puntata della prima stagione, Magia Nera, addirittura non si scopre il villain fino alla fine. Per poi venire a sapere che l’avversario è una persona che non solo si credeva ingenua e innocente, ma che non dovrebbe essere neppure viva.
Alcuni “cattivi”, poi, sono delle vere e proprie macchiette. Nell’episodio 7×03, Vai col liscio (qui la recensione), l’assassina è l’eccentrica proprietaria di una sala da ballo, truccata e imbellettata. Per quanto ridicoli, questi personaggi ci fanno sorridere e ci piacciono, proprio perché non rientrano nel classico stereotipo dell’assassino.
10) Coliandro è sfortunato
I personaggi sfortunati sono sempre stati i favoriti del pubblico. Altrimenti Paperino non avrebbe tutto questo successo. Ecco, il nostro ispettore è un po’ un Paperino nella vita reale. Non è ricco, non ha successo e per giunta è maledettamente pigro. La sua dieta consiste principalmente in birra economica e pizza surgelata comprata nel negozio sotto casa. Ma è proprio questo suo aspetto semplice e umile che ci piace. Per non parlare del fatto che, anche se a volte risolve brillantemente dei casi complicatissimi, riceve puntualmente critiche e rimbrotti da parte dei superiori. E tutto questo ci fa solo venire voglia di abbracciarlo.
Coliandro, a noi piaci così!