Personalmente, credo sia una delle Serie Tv migliori dello scorso anno, ma in effetti capisco come, approcciandosi ad American Vandal, si possa rimanere straniti. Non è esattamente convenzionale come idea di base. Anche io, quando mi hanno detto di cosa parlava, ho pensato “ma che è questa roba?“.
Ma del resto me l’hanno descritta più o meno così: “No guarda, parla di uno un po’ scemo che è accusato di aver disegnato 27 piselli sulle 27 macchine degli insegnanti della sua scuola.” Beh sì, nel caso volessimo riassumerla molto in breve in effetti parla di questo. Ma vediamo più nello specifico…
La Serie prima di tutto è un mockumentary pensato per essere una parodia delle Serie true crime. Per chi non sia appassionato del genere, si tratta di documentari che raccontano vicende di cronaca. Lo scopo è arrivare a scoprire la verità dietro a tali vicende. Ovvio che se il fatto in questione sono 27 peni disegnati su delle auto, viene subito da pensare si tratta di una parodia del genere.
Cosa che American Vandal allo stesso tempo è e non è. Perché nonostante faccia sorridere l’elemento scatenante della trama, stiamo comunque parlando di un atto di vandalismo reale, che ha portato a danni reali e che ha creato scompiglio in una piccola comunità. Quindi un primo punto per cui questa Serie non merita di essere sottovalutata è la geniale ironia con cui riesce a trattare una questione in realtà attuale, ossia il vandalismo.
Ora passiamo al punto focale di questa Serie, che la rende veramente interessante. Ma per farlo devo prima parlare di Dylan Maxwell. Si tratta del nostro sospettato, ossia il ragazzo a cui viene attribuito l’atto di vandalismo. Per essere onesti, viene subito mostrato abbastanza chiaramente come un perfetto imbecille. Gli piace fare scherzi idioti e piccoli atti di vandalismo, anzi è in realtà rinomato per la sua abilità nel disegnare piselli in giro. I piselli sono il suo simbolo, per intenderci, è un vero esperto del settore. Non è certo il mito degli insegnanti, ma in compenso ha un certo seguito sul suo canale Youtube... si tratta di video in cui fa scherzi alla gente come, ecco, fare peti in faccia ai neonati. Ha un gruppo di amici simili a lui in quanto a gusti e aspirazioni con cui architetta queste perle e misteriosamente anche una ragazza molto carina.
Ma perché Dylan Maxwell viene accusato? Ovvio, per via della sua fedina penale ben fornita. E poi grazie a un testimone, tale Alex Trimboli, rinomato bugiardo ma in questo caso ritenuto affidabile. E gli insegnanti subito pronti a far fronte comune contro Dylan… quando capiterà un’occasione migliore per vendicarsi di lui? La posta in palio, per Dylan, è l’espulsione e la conseguente impossibilità di andare al college. Niente futuro per Dylan, a causa dei 27 piselli.
Ora, è interessante come la Serie tratti accuratamente la questione del giudizio altrui su una persona prima ancora che vi siano prove a carico della sua colpevolezza. Ovvio che Dylan è un caso estremo, ma subito vediamo sciacalli come Alex Trimboli e simili approfittare della situazione per ottenere il proprio momento di gloria, del resto a chi importa se uno odiato da tutti è innocente o meno? Poi c’è chi nemmeno si interroga, ma a cui arrivano voci di corridoio e che è pronto però a sparare sentenze. Già sparare sentenze… quante volte ci è capitato di elargire giudizi senza essere a conoscenza dei fatti? American Vandal tratta tutto questo con sarcasmo e occhio critico, mostrandoci diverse dinamiche sociali che si vengono a creare a seguito di un evento scatenante.
Ci ho letto una parafrasi del periodo che stiamo vivendo, dove non si sa nemmeno più quali fatti siano reali e quali siano inventati per far parlare di sé. E questo rende American Vandal una Serie profondamente necessaria.
Un’ultima nota a favore, per cui non possiamo permetterci di sottovalutare American Vandal, è per come è stata scritta e per i personaggi. La scrittura è da dieci e lode, non c’è niente che non sia strettamente funzionale all’indagine, non ci sono sbavature né perdite di tempo. Inoltre, è incredibile come i personaggi siano tutti estremamente comprensibili, interessanti e come ognuno di loro riesca a mostrarci una diversa inclinazione umana. A partire da Dylan e dal ragazzo che gira il documentario, tale Peter Maldonado, che mostra quali difficoltà affronta chiunque sia a caccia della verità e non si accontenta di versioni mitigate della stessa, al punto da mettere se stesso alla berlina.
Una Serie in grado di partire da uno spunto geniale e divertente e di toccare tematiche vicine a tutti noi, senza rinunciare, nel finale, a un tocco di realistica amarezza. Ma qui non farò spoiler.