Consigli Seriali è la nuova rubrica di Hall of Series in cui per un attimo vogliamo trasformarci in una specie di “centro di collocamento per serie TV”. Il panorama seriale è talmente vasto e sconfinato, che spesso e volentieri l’imbarazzo della scelta sfocia in un dubbio amletico. Molto frequentemente l’eccessiva concorrenza fa si che alla nostra attenzione sfuggano prodotti di una qualità incredibile, o piccoli capolavori oppressi dai vari nomi che dominano il mercato. “Consigli seriali” nasce proprio per aiutare gli addicted in difficoltà o per illuminare la via a quelli affermati e vogliosi di nuove scoperte.
Quanto è bello essere giovani? Tutto va a un ritmo frenetico, lo si amplifica, si vive con categorie mentali uniche e la consapevolezza che nella sua limitatezza la giovinezza è quanto di migliore si possa trovare in natura. Certo, ci sono anche dei “contro” a fianco alla gremita colonnina dei “pro”, d’altronde le lezioni per essere imparate comportano una qual certa dose di fatica e sforzo, ma comunque fa tutto parte di un gioco fantastico che chiunque sogna di non smettere mai di giocare.
A mio modesto avviso la Serie Tv che meglio di tutte ci ha raccontato cosa vuol dire essere giovani è “Greek – La confraternita“, un pirotecnico teen drama che per 4 anni ha solleticato i palati di tantissimi americani vogliosi di rivivere i loro anni ruggenti, ma anche di molti europei curiosi di capirne un po’ di più di questo mondo dei college statunitensi che perle del calibro di “Animal House” (dal quale gli autori hanno dichiaratamente attinto a piene mani) hanno provato a raccontarci in maniera goliardica, senza però coglierne in pieno l’essenza.
La Cyprus-Rhodes University è la cornice di questo allegro quadro : la scopriamo di pari passo con la matricola Rusty Cartwright, un esile nerd con la faccia da rospo che si affaccia a questo nuovo mondo in maniera abbastanza disillusa, quasi dimenticandosi di essere teoricamente destinato ai margini della socialità, ma con la certezza di essere prima di tutto perfettamente preparato dal punto di vista accademico (bene), con l’appoggio di sua sorella Casey (bionda, sexy, popolarissima e a dirla tutta per nulla intenzionata ad aiutarlo, almeno inizialmente. Meno bene) e il folle desiderio di entrare in una confraternita (sic!).
A contendersi l’adesione del piccolo Rusty e soprattutto il cuore della bella Casey troviamo Evan Chambers, capo supremo degli Omega Chi Delta, i fighetti del campus, e Cappie, una leggenda per chiunque faccia del cazzeggio la sua ragione di vita. Il primo è ricco e il secondo povero, uno è falso l’altro sincero, entrambi sono gli idoli delle rispettive fazioni che ci vengono rappresentate come fortemente caratterizzate ed escludenti (vi ricordate i “cabinotti” e i “metallari” al liceo? Ecco, una specie), ma con una chiara predilezione nei confronti del personaggio interpretato da Scott Michael Foster (sottovalutatissimo) e per i suoi sgangherati Kappa Tau Gamma.
Attorno a questa perenne dicotomia ruotano una serie di personaggi secondari come lo strambo Dale, la solare Ashleigh, il timido Calvin, il promiscuo Scopino e la bisbetica Rebecca che vanno a completare un gruppo molto dinamico e sfaccettato, capace di divertire e sorprendere in molteplici maniere, senza lesinare qualche momento esistenziale qui e là. Per la maggior parte, va detto, saranno momenti divertenti conditi da una colonna sonora elettrizzante e a una serie di forzature tanto improbabili quanto spassose, tuttavia va detto che anche nell’esposizione di un numero imprecisato di bambole gonfiabili, giochi alcolici e scherzi al limite della legalità si possono cogliere importanti spunti di riflessione!
Non bisogna mai dimenticarsi che i protagonisti non sono ancora pienamente maturi, stanno crescendo, solo apparentemente si sentono definiti grazie all’appartenenza a delle vere proprie istituzioni, le confraternite, che a una prima occhiata dividono persone per scompartimenti molto ben distinti e impermeabili, ma che con un esame più approfondito si scoprono essere una sorta di arca di Noé che accorpa una sola grande “specie” : i giovani.
Vedremo questi ragazzi cadere, rialzarsi, far esplodere cose, innamorarsi, lasciarsi, capirsi, litigare, fare strambi giochi e bere come spugne : in poche parole, li vedremo vivere e al contempo lo faremo insieme a loro. La grande forza di Greek, infatti, sta nella capacità di coinvolgere lo spettatore a prescindere dalla sua età mettendolo di fronte a situazioni che bene o male chiunque ha vissuto come ad esempio la gestione di un cuore spezzato, una rivalità sportiva o un post-sbornia, finendo sempre col fargli fare un sorriso grazie a dei dialoghi brillanti e una sceneggiatura meno banale di quanto si potrebbe pensare.
Senza fare alcun tipo di spoiler, vi anticipo che il finale vi lascerà un po’ sgomenti (e non a caso pare sia in lavorazione un film), ma il mio consiglio è comunque quello di guardare questa serie perché che lo sappiate o no Greek parla anche di voi, di chi siete stati, di chi siete o di chi vorrete diventare : come si può resistere a qualcosa di così dannatamente fico?