Eravamo ancora nelle prime alienanti settimane della quarantena indotta dal Covid-19 quando il 26 aprile 2020, sull’emittente britannica BBC Three, andava in onda il primo episodio della serie tv irlandese Normal People. Contro ogni aspettativa, l’adattamento seriale dell’omonimo romanzo del 2018 della scrittrice irlandese Sally Rooney con Paul Mescal e Daisy Edgar-Jones si è rivelato un successo acclamato da pubblico e critica grazie a un lavoro tecnico brillante nella rappresentazione sotto molteplici punti di vista. Nonostante il generalmente positivo successo della prima trasposizione della Rooney, prima del rilascio di Normal People, molti si erano detti scettici e dubitanti della scelta di dare vita proprio al sopracitato romanzo dell’autrice. Infatti, al momento dell’annuncio i più si sarebbero aspettati con maggior interesse un adattamento tratto dall’altro romanzo del 2017 della scrittrice, quello di debutto, Conversations With Friends. Ma a seguito proprio del buon riscontro del primo lavoro seriale ispirato alla pena della Rooney, anche la trasposizione di Conversations With Friends non ha tardato ad arrivare.
Rilasciata tutta in una volta su BBC Three e Hulu il 15 maggio 2022, Conversations With Friends ha da subito ricordato la classe narrativa della serie tv sorella che l’ha preceduta, discostandosi poi per trama e direzione principale dei personaggi. Lo stile della stessa casa di produzione e quello dell’autrice dalla quale il concept è tratto si sentono, ma lo show autoconclusivo cerca di trovare un proprio carattere. I due titoli hanno molto in comune e altrettanto poco.
Per potersi approcciare nel migliore dei modi a Conversations With Friends va dimenticato Normal People, anche meglio se non lo si è mai visto in realtà.
Conversations With Friends è la storia in dodici atti di Frances, Bobbi, Nick e Melissa. In ogni episodio da trenta minuti circa prende vita il nuovo racconto televisivo della Rooney in cui ritroviamo uno dei punti cardine della scrittrice: la forza che sta nel minimalismo e nella semplicità delle interazioni. La serie tv mostra innanzitutto la relazione travagliata e ambigua che la ventunenne di Dublino, Frances, ha con l’ex-fidanzata Bobbi, ora migliore amica e insieme impegnate nella comune passione per la poesia performata. Sin da quando si sono conosciute al college, Bobbi è stata ed è la musa di Frances che continua a conservare un’irrisolta tensione e attrazione nei confronti della giovane donna. La stretta e indecifrabile intesa che le lega subisce una svolta quando stringono amicizia con la scrittrice Melissa e suo marito Nick di qualche anno più grandi e passano sempre più tempo insieme alla coppia.
Il legame che si instaura tra i quattro finisce per assumere confini malleabili, fino a condurre a un connubio di tensioni e questioni irrisolte.
Conversations With Friends parla dunque di un confuso gruppo di millennail coinvolti in una relazione romantica complicata e angosciante che sembra non avere una soluzione vera e propria. Le due amiche di sempre finiscono per schierarsi in parti opposte: il matrimonio tra Nick e Melissa sembra dividersi in due fazioni. Bobbi è attratta da Melissa e passa diverso tempo con la donna in un aperto e costante flirt passivo; invece Frances intraprende segretamente una relazione romantica e intima con Nick, il suo primo uomo. L’avvicinamento delle due alla coppia non fa altro che allontanarle e rendere sempre più fitta la dinamica nel quartetto. La situazione di tensione mai esplicitata e la relazione con Nick conducono la protagonista a mettersi in discussione e ad affrontare, in un duello fatto di tanti profondi silenzi e parole non dette, le proprie vulnerabilità più intime. Il legame sempre più intenso con l’uomo porta Frances a riconsiderare la propria percezione di sè e il rapporto con Bobbi, tanto schietta e sicura di sè.
La principale trama di Conversations With Friends sta in ciò che non è detto a parole.
La Rooney si fa riconoscere per dei dialoghi privi di fronzoli o spettacolarizzazioni, in Conversations With Friends i confronti tra i protagonisti sono ricchi di tante parole lasciate intendere, lunghe pause e sguardi comunicativi: è il silenzio ad avere volume. Il lavoro che lo spettatore è chiamato implicitamente a compiere è proprio quello di immergersi in una narrazione in cui riconoscersi, immedesimarsi e tentare di leggere tra le righe, dando una personale interpretazione dei sentimenti e delle opinioni dei personaggi. I complessi caratteri degli individui che si muovono nella serie tv sono il frutto di esperienze potenzialmente comuni a ciascun essere umano ed è per questo che, nell’ambiguo articolarsi di un quartetto fuori dal comune, siamo in grado di trovare credibilità. Una credibilità non generalmente condivisa, ma la credibilità propria di una storia che ha fondamento nell’insicurezza introspettiva di una Frances che cerca di capire sè stessa e ciò che le sta attorno. Gli stati d’animo possono sembrare esagerati, ma la difficoltà che la protagonista ha nel dare voce ai suoi sentimenti fa emergere la costante pressione circostante: una pressione sociale che spinge perennemente a dire qualcosa, a intrattenere e a mettere in scena un’esteriorità non sempre veritiera. Frances è introversa e finisce per essere risucchiata dalla sua stessa incapacità di esprimersi come vorrebbe. E’ proprio la possibilità per alcuni, seppur non tutti, di rivedersi nell’autenticità personale di Frances a rendere Conversations With Friends un racconto sulla tensione delle cose non dette. Quelle cose non dette che tormentano la protagonista in un purgatorio personale determinato esclusivamente dalla normale complessità della vita e delle relazioni umane.
Un quadrangolo imperfetto.
Conversation With Friends è tutt’altro che un titolo perfetto e universalmente accessibile. Può essere frustrante, è complesso e di non facile immedesimazione. Scorre in maniera meno naturale rispetto alla compagna archiviata momentaneamente all’inizio dell’articolo. Ciò nonostante, il percorso di ricerca di un’indipendenza emotiva e intima di Frances si articola in una commistione di relazioni ambigue e parzialmente irrisolte che confermano ancora una volta la profonda penna di Sally Rooney. L’animo represso dei personaggi portati in scena è contemporaneo e offre un’ottima materia prima di partenza che avrebbe forse necessitato di un ritmo differente. La scintilla che tanto ci ha fatto innamorare ed entrare in connessione con Normal People non c’è o forse è più celata, complice probabilmente un hype non indifferente dovuto proprio dal gradimento per la prima opera televisiva. Ma Conversations With Friends è di per sè un racconto più difficile da vendere: una relazione più intricata e di difficile decifrazione.