Conosciamo tutti l’importanza del finale in una serie tv e quanto questo possa influire pesantemente nel ricordo che lascerà nel corso degli anni. Si spera nella conclusione perfetta ogni volta per concludere una storia in modo soddisfacente, e Cougar Town ci è riuscita. Ma cos’è un finale perfetto?
Non è un modus operandi che puoi applicare in modo uguale a ogni serie. Il finale ideale si amalgama col prodotto che va a concludere, e per parlare di quello di Cougar Town dobbiamo analizzare la serie stessa.
Per chi non la conoscesse, Cougar Town è una sitcom prodotta da Bill Lawrence, mente dietro alla ben più famosa Scrubs (il cui cast si è riunito in questa serie, e ne abbiamo discusso proprio qui), che conta un centinaio di episodi divisi in sei stagioni.
La serie ha come protagonista Jules Cobb (Courteney Cox, che rivedremo in una nuova sitcom a breve), una donna divorziata ancora in ottimi rapporti con il suo ex marito, e il suo vicinato composto dalla sua migliore amica con il marito, un inquietante chirurgo attratto da lei, un donnaiolo abbastanza sbruffone, e ovviamente il resto della sua famiglia. Cougar Town racconta la quotidianità di Jules e del suo gruppo di strambi vicini, che andrà negli anni a formare delle nuove coppie e mostrarci aggiunte sorprendenti.
Nel finale di stagione, giorno del compleanno di Jules, questa ammette che come regalo sogna di assistere ai discorsi sinceri di tutti al suo funerale. Un’idea ovviamente derisa dal gruppo in quanto impossibile, ed accantonata anche da Jules quando scopre nello stesso giorno che sei persone le dovranno dire addio per diversi fattori.
Il padre, ormai sentendosi un peso ed alla fine dei suoi anni, le dice che si trasferirà per qualche settimana via di casa per sentirsi ancora indipendente. La sua miglior amica e il marito annunciano che a causa di problemi con la scuola del figlio dovranno trasferirsi nel paese di fianco, a 10 minuti di distanza. Il figlio e un’amica cambieranno Stato per investire sulla loro idea commerciale. E il vicino appostato sempre alla finestra per non far arrabbiare la sua nuova ragazza smetterà di osservarli dal giardino ogni giorno.
Chiunque non abbia visto la serie starà pensando: “E quindi?” Beh, avete ragione, si parla di poche settimane per il padre, dieci metri per l’amica, addirittura semplicemente stare in casa per il suo vicino: nulla in grado di rovinare gli equilibri di una persona, ma per Jules non è così.
Nel giorno del proprio compleanno deve affrontare tanti piccoli cambiamenti che la destabilizzano: non avrà più la casa affollata e piena di gente che beve vino, e tutto ciò le fa paura.
Jules Cobb diventa un po’ uno specchio d’acqua che riflette le nostre paure giornaliere che non affrontiamo mai: perdere da un giorno all’altro la nostra routine, un gesto che ci faceva piacere ricevere, una frase che era bello sentire.
Il gruppo intero prova a tirarla su di morale nelle ultime ore tutti insieme, ma nulla sembra riuscire a tirarla su di morale dopo le parole che si sente dire da ognuno.
Hai sempre trovato il tempo per far sentire me speciale.
Non lo so, è che sei… sei la mamma migliore che potessi desiderare.
Mi hai sempre fatto sentire incluso.
Oh, tesoro mio, sei davvero una figlia fantastica.
Mi hai reso un uomo migliore.
Mi hai cambiato la vita, Jules.
Sei la mia migliore amica.
In un emozionante montaggio finale in cui vengono racchiusi tutti gli addii a Jules, è il marito a concludere la giornata. Grayson le dice che è riuscito a regalarle ciò che voleva: assistere ai discorsi del suo funerale.
Perché, come si scopre da lì a pochi secondi, nessuno del gruppo si trasferirà. Jules Cobb è il fattore comune che ha unito il Cul De Sac (Così la donna ha chiamato il gruppo al completo). E per il suo compleanno tutti l’hanno ingannata per aver modo di dirle cosa provano per lei e farle capire quanto fosse importante per ognuno.
Ed ecco che il finale di Cougar Town diventa perfetto perché è una conclusione armoniosa della storia raccontata negli anni; non è incredibile o maestoso. È lineare e soddisfacente.
Perché Cougar Town, in fondo, è questo. Non fa voli pindarici, racconta la vita giornaliera del gruppo tra stranezze e normalità. Ci ha mostrato matrimoni in spiaggia con un cavallo per non piangere, la vita su una barca in un parcheggio, lanci di penny in un barattolo e torte sessualmente esplicite. Ma ciò che rimane nel cuore dello spettatore è il gruppo e l’affetto che provano gli uni per gli altri. Anche se per noi questo non è uno scherzo e Jules Cobb è veramente uscita dalle nostre vite.