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Quella bellissima follia britannica di Cunk on Earth

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Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di Cunk on Earth

Una delle ultime perle sfornate da Netflix negli ultimi mesi. Orfani di After Life, Netflix ci aiuta a curarne l’astinenza grazie ad una serie interpretata da Diane Morgan, la fantastica Kath della serie di Ricky Gervais. Questa volta Morgan veste i panni di Philomena Cunk, pseudo giornalista e pseudo presentatrice di un documentario sulla storia dell’uomo. Cunk on Earth è un gioiello di ironia e di scrittura comica, che deve le sue origini ad un tipo di comicità tutto inglese. Cunk on Earth è in realtà quello che viene definito mocumentary, un finto documentario che tende a prendere in giro la narrazione tipica del prodotto solitamente televisivo. Il genio della serie, in questo caso, sta proprio nella scrittura irriverente che, seppur nata come presa in giro dei documentari, segue perfettamente le regole di scrittura di questi ultimi, senza tralasciare nessun dettaglio. Partendo dalle pitture rupestri, in cui l’uomo sembra portare avanti una lotta contro la mucca, si arriva alla nascita e allo sviluppo dei social network, arnesi strani che hanno permesso all’uomo di rovinare tutto ciò che era stato fatto prima. Nel mezzo, un’esilarante puntata sulla religione che meriterebbe da sola un plauso.

cunk on earth

Insomma, Philomena Cunk conduece Cunk on Earth; già dal titolo capiamo la demenziale ironia della Serie. Il messaggio è semplice: non c’è bisogno di titoloni, non c’è bisogno di drammi, basta dire che c’è Cunk e che si trova sulla Terra. Beh, a meno che non sia su una barca, o su un aereo. La bravura di Diane Morgan è incredibile e riesce a convincere fin dal primo minuto. Interpreta Philomena Cunk con una serietà che ha dell’assurdo e che ci distoglie completamente dalla sua persona per rimanere totalmente estasiati dal personaggio. Philomena Cunk è un personaggio che nasce dal programma televisivo di Charlie Brooker Charlie Brooker’s Weekly Wipe e che, da lì, comincia a conquistare il suo pubblico locale per approdare alcuni anni dopo su Netflix. Da questo punto di vista, dal punto di vista italiano, non possiamo che ringraziare Netflix per averci fatto conoscere un personaggio esilarante di cui altrimenti avremmo ignorato l’esistenza. Philomena Cunk ha un’ironia tutta inglese ma ci ricorda molto tanti presentatori italiani e non solo. Il suo mocumentary ci fa ridere a crepapelle e ci fa riflettere sulla nostra storia ma soprattutto sulla storia dei nostri presentatori tv. E per nostri si intende globali, non solo italiani. La narrazione tipica dei documentari ha, infatti, sempre affiancato un presentatore o una presentatrice troppo seri. Philomena Cunk ci dice che la serietà è sopravvalutata.

Non è facile cogliere da subito la sottile ironia della Serie. Il punto è proprio che sembra sottile ma in realtà è palese e lampante. Cunk on Earth prende in giro e si prende in giro, senza mai cambiare rotta. Dapprima si fatica a capire il contesto, si fatica a comprendere cosa si sta vedendo. La prima domanda che ci poniamo quando ci approcciamo a Cunk on Earth è “cosa sto vedendo?”. E non per la poca chiarezza da parte della Serie, che invece sa benissimo cosa vuole, quanto per la voluta confusione che si crea nel momento in cui ci si prende gioco di un filone televisivo così amato. Philomena Cunk distrugge le severe regole imposte dal galateo televisivo che prevede una certa serietà quando si parla di Terra o di umanità. Cunk ci convince della stupidità degli uomini, della leggerezza del genere umano, della facilità con cui tendono a distruggere tutto, compreso un documentario. La sottile linea tra comicità e serietà che viene delineata in Cunk on Earth rende unica la Serie, che conquista sicuramente una fascia di pubblico amante dell’ironia britannica ma non solo. La disarmante leggerezza con cui Cunk risponde a dei grandi esperti lascia tutti a bocca aperta, soprattutto all’inizio. Andando avanti si coglie finalmente il gioco e si comprende la genialità.

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Philomena Cunk pone delle domande strampalate a dei grandi esperti e grandi dottori (veri), paleontologi, scienziati e antropologi. E le domande della Cunk ricevono delle risposte perfette, sul pezzo e mai fuori posto. Nessuno la considera matta o fuori luogo; gli scienziati cercano di risponderle a tono, mantenendo sempre la linea della verità, cercando di rispondere con serietà. Il gioco che si crea tra questi due poli è divertentissimo e, una volta inglobato, diventa spassoso. Tra Philomena Cunk e gli esperti si crea un contrasto comico molto funzionale: da una parte il nosense della conduttrice, dall’altra la serietà con cui gli scienziati cercano di rispondere alle domande mal poste della presentatrice. Questa dicotomia rende il mocumentary una Serie comica, che ci porta nei meandri dell’umanità e ci fa cogliere quell’unicità da cui la Cunk è tanto disdegnata. Eppure, lo stesso mocumentary è qualcosa che l’uomo ha creato grazie ai suoi tools e, anche in questo caso, è qualcosa che viene spesso rovinato. Insomma, Cunk on Earth racconta delle conquiste dell’uomo e allo stesso tempo delle sue sconfitte. Sembra che alla fine sia moto più vero di quello che possa sembrare. Nel tentativo di schernire un genere televisivo consolidato, Cunk on Earth ottiene lo stesso risultato e, anche se non era assolutamente previsto, ci insegna qualcosa.

Il genio di Cunk on Earth e quindi anche la sua originalità sta nell’inaspettato. Attraverso una sferzante ironia Philomena Cunk ci sbalordisce ad ogni battuta, ad ogni commento sarcastico preso troppo sul serio. Il mix perfetto tra commenti idioti e nozionistica accademiaca rende Cunk on Earth la giusta sintesi di quella che alcuni esperti chiamerebbero dramedy. Philomena Cunk, tra le altre cose, riesce ad essere molto drammatica: nelle scelte dei vocaboli, nel tono che da ad ogni sua affermazione, nello sguardo perso e malinconico che lancia alla macchina da presa. Inutile dire che tutte queste cose creano ogni volta un clima più comico che drammatico, riuscendo così nell’impresa di prenderci in giro tutti quanti. La sdrammatizzazione dell’uomo e delle sue incredibili scoperte ha lo scopo di cogliere la vera essenza dell’umanità: l’ironia. Sembra che Philomena Cunk ci stia dicendo che siamo nati per ridere, per non essere troppo austeri, per prendere le cose con leggerezza. Questo è il destino dell’uomo, che tanto tutto ciò che prova a fare di utile, alla fine lo distrugge. E allora forse è questo il vero senso di Cunk on Earth, cercare di farci comprendere come prendersi in giro può essere divertente, farci capire che in fondo siamo molto piccoli ed è inutile atteggiarsi. Gli arnesi dell’uomo primitivo non bastano, aver inventato Gandalf non basta, non basta fondare una religione. L’umanità è spacciata comunque, ridiamoci su. Insomma, la regola di Cunk on Earth sembra essere una sola: non prendersi troppo sul serio. Mettersi in gioco e rendersi ridicoli può aiutare soprattutto a cercare di capire gli uomini e le donne e soprattutto a cercare di capire che la serietà è sopravvalutata. E anche gli uomini e le donne.