Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di Cunk on Earth
Ormai la conosciamo, chiunque non l’abbia ancora vista sta facendo un errore enorme. Cunk on Earth è un piccolo gioiello, facilmente reperibile su Netflix, che va assolutamente recuperato, anche solo per ammirare quella fantastica performance di Diane Morgan. In tanti avranno visto After Life e quindi conosceranno l’attrice britannica dalla serie di Ricky Gervais; ma il consiglio è assolutamente quello di scoprire Diane Morgan nelle vesti di Philomena Cunk, un personaggio che può stupire in maniera molte diversa ma anche far ricredere su tantissime convinzioni. Perché in fondo, Cunk on Earth fa questo: ci stupisce, ci fa ridere e ci fa capire quanto siamo piccoli o quanto possiamo diventarlo in un secondo. Cunk on Earth è un mockumentary, una definizione poco conosciuta che descrive quelli che sono gli approcci ironici allo stile narrativo documentario. Un falso documentario, detto in poche parole. Eppure, l’esperimento che fa Cunk on Earth (difficilmente replicabile e difficilmente reperibile in altri titoli) è sì quello di prendere e prendersi in giro, ma alla fine ci insegna davvero qualcosa, anche (forse) senza volerlo. Cos’è l’essere umano e perché ha uno sfrenato bisogno di dimostrare sempre qualcosa? Philomena Cunk non lo sa, non ne ha la più pallida idea, ma nessuno la fermerà dall’indagare al riguardo.
Cunk on Earth, come si diceva, lavora sulla falsa riga di un documentario e mette in scena (è proprio il caso di dirlo) molte delle istanze narrative di quel tipo di narrazione. Quello che lo distingue da un vero documentario non è solo l’ironia sopraffina, quanto piuttosto un approccio che più che analitico si potrebbe definire derisorio. Prima di tutto, Philomena Cunk. Personaggio apparentemente innocuo, che si insinua in ogni posto come fosse casa sua, che non ha paura di niente, nemmeno di risultare ridicola. La forza di Philomena Cunk (e quindi di rimando del suo show) è la capacità di sapersi prendere in giro, di sapersi mettere in gioco e, al contempo, di prendere in giro chi la guarda. Parla e intervista i professori più colti su temi come la religione, l’evoluzione, la tecnologia; a differenza di una presentatrice canonica, però, li mette in imbarazzo e riesce nell’arduo compito di portarli al suo livello, invece di cercare di innalzarsi lei al loro. In fondo, quindi, Cunk on Earth fa un lavoro di estensione della cultura e riesce a far sì che arrivi a chiunque e che si abbassi addirittura al livello di chi non è, per definizione, colto.
Partendo dalla satira e de un’ironia tipicamente inglese che non smette ma di convincerci, Cunk on Earth fa un lavoro sopraffino sulla narrazione sagace e sfrontata che si delinea completamente intorno al personaggio di Philomena Cunk. In questo, la bravura di Diane Morgan è sorprendente. Il suo è un personaggio completamente fuori dagli schemi, come se ne vedono pochi in giro, che sa coinvolgere ma anche mostrare tutta la sua reticenza (scherzando, o forse anche no). L’arma vincente di Cunk on Earth, infatti, è sicuramente Diane Morgan ma è anche, in un modo molto più ragionato, una certa qualità della scrittura e dell’immagine. Entrambi elementi che non ci aspetteremmo di vedere in un mockumentary (o almeno non ci aspetteremmo che siano centrali), fanno di Cunk on Earth un prodotto unico e godibile in un modo molto diverso dal solito. Non si ride e basta, si ride con intelligenza e autoironia e allo stesso tempo si riflette su molti temi importanti, sempre con uno stile che non ci permette di cogliere subito cosa sta succedendo ma che piano piano ci fa entrare in un mood particolare. Come ogni documentario che si rispetti, Cunk on Earth ha una bellissima fotografia e segue rigidamente ogni regola del genere.
Dalla scrittura alla conformazione, dicevamo, Cunk on Earth è a tutti gli effetti un vero documentario che ha la prerogativa di prendersi in giro. Ma così come non manca occasione di deridere lo spettatore e l’essere umano in generale, non mancano nemmeno momenti di vera e propria divulgazione che, attraverso commenti sagaci e domande irriverenti, arriva allo spettatore in modo inaspettato. Insomma, Philomena Cunk, nel rendere un sagace omaggio a presentatori storici come David Attenborough, si innalza a vera e propria divulgatrice; più diretta e spontanea, ma comunque credibile. Il gioco di opposti che conduce quando intervista i suoi ospiti è allo stesso tempo esilarante e interessante. Non perde occasione di mettere a disagio il proprio interlocutore, senza mai fare una smorfia o un sorriso che facciano trasparire ironia. Il suo è un personaggio completamente duale: da una parte l’ironia, dall’altra la serietà. Questa commistione rende il tutto esilarante per noi, ma anche unico. I suoi interlocutori appaiono, in questo gioco di forze, assolutamente inadeguati a parlare con lei, in un modo in cui arrivano spesso anche a farci pena. In fondo chi riuscirebbe mai a mantenere una conversazione con una simile forza della natura?
Cunk on Earth, fatte queste premesse, si conferma assolutamente un prodotto unico nel suo genere, che sa essere un ottimo mix tra un divertente passatempo e un interessante documentario divulgativo. Mentre ridiamo, infatti, capiamo molto dell’uomo e del genere umano e di conseguenza anche molto di noi stessi. Philomena Cunk, nel suo modo, analizza gli individui attraverso la loro evoluzione e attraverso le loro abitudini e credenze, fino ad arrivare alla conclusione più semplice: l’uomo è l’unico animale in grado di distruggere l’uomo. Ironicamente, infatti, ci racconta come i social media e la tecnologia più avanzata siano il risultato finale di un’autodistruzione di massa. Philomena Cunk, per spiegare come l’uomo sia un animale fondamentalmente stupido, ci dice che ha fatto molta fatica per costruire, inventare, evolversi e poi ha messo fine a tutto semplicemente con Facebook. Non sappiamo se l’intento fosse questo fin dal principio, ma di certo Cunk on Earth, usando l’ironia come arma, ci fa comprendere molte più cose di quelle che vorrebbe o che avrebbe mai pensato. E soprattutto ci dice molte più verità di quello che farebbe un documentario classico.
Provando a tirare le somme, Cunk on Earth non è solo un prodotto divertente che può farci passare del piacevolissimo tempo davanti alla televisione, è soprattutto un ottimo esperimento di come si possa fare divulgazione in un modo diverso da come siamo abituati. È un modo per farci capire quanto sia facile comprendere temi anche molto complessi, ridendo. O almeno, senza prenderli troppo sul serio e senza una drammatizzazione forzata. Ma più di tutto Cunk on Earth è un prodotto importante perché è uno dei pochi che coglie la fragilità dell’uomo in quanto tale, ne deride i difetti e ne esalta i lati più negativi, per abbassarlo alla stregua di tutti gli altri esseri viventi, senza eleggerlo mai come capo branco di qualcosa che non esiste. L’uomo, secondo Cunk on Earth, è un animale come un altro e, anzi, a differenza degli altri animali, è l’unico che ha trovato il modo per autodistruggersi e per rallentare la sua evoluzione. Secondo Philomena Cunk, tutto questo è geniale e anche paradossale. E secondo noi, Cunk on Earth è geniale (e molto paradossale) perché riesce a cogliere con spirito umoristico il problema più grande di chi sta guardando quella stessa serie, quello stesso documentario.
Cunk on Earth parla di tutti e parla di nessuno. Con un gioco abilissimo di intrecci imprevedibile, ci spinge a chiederci cosa dovremmo fare: dovremmo riderne o riflettere su quello che vediamo? La risposta non c’è e la genialità di Cunk on Earth sta proprio in questo.
Non ci sono risposte, non c’è una sola strada, Philomena Cunk non ne ha nemmeno mezza di risposta da darci, non sa quasi nulla. Lo chiede agli esperti, ma anche in quelle occasioni si diletta più a farsi valere che ad interessarsi veramente alla risposta. Perché in fondo, forse, la risposta non ce l’abbiamo. E, forse, non dovremmo nemmeno cercarla. Dovremmo solo imparare, da Cunk on Earth, a ridere di noi stessi, a prenderci meno sul serio, a capire che siamo un minuscolo frammento di una cosa enorme e che non possiamo sempre distinguerci dalla massa e cambiare il mondo. Philomena Cunk, con leggerezza e pochissima serietà, ci spiega quanto è facile essere semplicemente umani, senza troppe pretese. In fondo siamo solo uomini e donne e, semplicemente, siamo sulla Terra. Proprio come lei, che è Philomena Cunk e sta sulla Terra. Cunk-on-Earth, letteralmente, niente di più.