L’altra faccia del cinema e delle serie tv, quella più “oscura”: in questa rubrica vogliamo proporvi perle (nere), titoli seriali e cinematografici controversi, con tematiche e ambientazioni conturbanti. Piccoli gioielli di serie B solo di nome: il genere di film e serie tv da non vedere con i genitori.
O lo ami o lo odi: con Madre! di Darren Aronofsky non esistono mezze misure. Il film forse più indecifrabile del regista newyorkese è anche quello che, prevedibilmente, ha suscitato le reazioni più contrapposte. C’è chi lo ha fischiato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2017, dove il regista è andato a presentare il suo settimo film (candidato come miglior film). C’è chi lo ha difeso strenuamente, e infine c’è chi non ci ha capito niente.
Pochi cineasti riescono a dividere come Aronofsky che, però, nella sua carriera vanta anche capolavori senza se e senza ma come Il cigno nero e The Wrestler, che certo non ci si aspetta che vengano fischiati ai festival cinematografici. Con The Whale del 2022 ci si è andati vicino ma, alla fine, il film ha fruttato l’Oscar come miglior attore protagonista a Brendan Fraser.
Parlare di Madre! senza inciampare nel rischio di spoiler è impossibile eppure, allo stesso tempo, è possibile farlo senza che il lettore ignaro abbia la minima idea di cosa si sta dicendo. Perciò sta a voi decidere se continuare la lettura rischiando di rovinarvi la visione o proseguire, consapevoli del fatto che potreste crearvi ancora più confusione in testa di quanto questo film già di per sé riesca a creare.
Come riassumere la trama di Madre!? Potremmo dire che si tratta di un horror, ma non saremmo del tutto accurati.
Madre!
Per essere precisi, dovremmo dire che appartiene al sottogenere dell’home invasion. Di questa categoria fanno parte altre pellicole altrettanto disturbanti come Funny Games di Michael Haneke, Us di Jordan Peele e il recentissimo Saltburn di Emerald Fennel. Film in cui il guscio sacro e tranquillo della casa viene violato improvvisamente e irrimediabilmente da qualcuno (o qualcosa) che arriva a distruggere la quiete. Sollevando interrogativi e, solitamente, lasciando cumuli di macerie al suo passaggio.
Jennifer Lawrence e Javier Bardem sono due personaggi senza nome che vivono in una casa in campagna idilliaca, un vero paradiso terrestre. Lui e Lei bastano a loro stessi, si amano e hanno il loro bel da fare. Lui è uno scrittore in cerca di ispirazione, Lei è una moglie e casalinga devota che si dedica a ristrutturare la casa. Una casa precedentemente distrutta da un incendio. Tutto sembra procedere per il verso giusto, fino a quando non irrompe una coppia litigiosa, grandi ammiratori dell’opera di Lui, con i loro ancora più litigiosi figli, che si stabiliscono in casa loro e cominciano a minare la quiete della coppia. Tutto precipita quando il figlio maggiore, per una disputa familiare, uccide il fratello.
Nonostante lo shock, dopo aver cacciato di casa i fastidiosi ospiti tutto sembra tornato idilliaco, al punto che Lei scopre di essere incinta.
Ma la fama che Lui ha acquisito grazie ai suoi scritti è tale da attirare nuovamente in casa loro ospiti indesiderati. Questi invadono nuovamente la dimora che Lei ha tanto faticato per ricostruire. Gli ospiti indesiderati danno il peggio di loro, causando allagamenti, guerre, violenze e persino il sacrificio del loro primogenito, immolato alla folla adorante nel totale disinteresse di Lui.
Ogni violenza, ogni dramma che si consuma in quella casa è immotivatamente sventrata, erosa, allagata, violentata dall’orda di subumani che la invadono. Tale violenza sembra riflettersi anche nel corpo e nella psiche di Lei. Alla fine, stanca di combattere, cede alla distruzione dando fuoco a tutto. Dalle ceneri nascerà un’altra dimora e un’altra Lei e il ciclo, intuiamo, avrà nuovamente inizio.
Visto con un occhio superficiale, quello che probabilmente avevano gli spettatori di Venezia che hanno fischiato Madre! alla sua prima proiezione, questo film sembrerà solo un’accozzaglia di avvenimenti deliranti. Uno zabaione impazzito che monta fino a strabordare dai limiti dell’accettabile, ricordato come un’opera decisamente disturbante ma soprattutto incomprensibile.
Ma, riflettendoci un po’ su, è chiaro che quello che Aronofsky mette in scena, con il suo tocco magniloquente e barocco, è un’allegoria biblica della storia dell’uomo.
Madre!
Lui è un Dio narcisista e compiaciuto di se stesso, pago dell’adorazione estremista dei suoi seguaci. Lei incarna una Natura simbiotica col suo creatore che non si rassegna a dover dividere il suo amore con qualche miliardo di creature rozze, violente ed egoiste.
Javier Bardem si cala alla perfezione nei panni del Dio creatore biblico, soddisfatto del suo operato e desideroso di farsi adorare dai suoi fan. Jennifer Lawrence è assolutamente divina come Natura botticelliana, generosa e devota verso il suo sposo. Ma è capace di trasformarsi in Natura matrigna (sullo stesso tema, qui vi abbiamo parlato di Trapped) quando si tratterà di difendere il suo primogenito.
Aronofsky allestisce un’opera claustrofobica, interamente ambientata in un unico luogo che diventa un’estensione del personaggio della Madre/Natura. Le ferite della casa echeggiano le ferite del corpo e della psiche di Lei. Una psiche che si consuma e si autodistrugge mano a mano che acquisisce la consapevolezza di non essere più l’unica destinataria dell’amore di Lui. Ferite che evocano le catastrofi dell’Antico testamento ma anche apocalissi più recenti. Con i “fan” adoranti che, dopo essersi impossessati di pezzi di casa e averli venerati come reliquie, si fanno la guerra per litigarsi l’attenzione di Lui.
Estremismo che raggiunge il parossismo quando gli ospiti indesiderati, approfittando della stanchezza della Madre, ormai esausta dopo il parto e i tentativi vani di riprendersi la sua casa, le sottraggono il bambino per sacrificarlo e divorarlo.
Un’allegoria evangelica grottesca e disturbante.
Madre! è una dichiarazione d’amore di Aronofsky al potere rigenerativo della natura. Una pellicola che contiene tutto il disgusto di un artista decisamente “snob” nei confronti del genere umano nel suo complesso.
A cominciare dalla prima coppia di ospiti, un Adamo ed Eva invadenti, litigiosi e arroganti, che non mostrano la minima riconoscenza per il fatto di essere ospitati in un vero paradiso terrestre. Poi i loro figli, i primi a insozzare la purezza della casa con il sangue. Per arrivare poi alla vera catastrofe, l’orda barbarica di fan che si abbatte sulla casa, tra lo sgomento di Lei e la sconcertante compiacenza di Lui. Un’umanità che rovescia sull’ex paradiso terrestre tutta la sua carica di orrore e violenza, spingendo la Madre a una purga totale. Un’apocalisse purificatrice che spazza finalmente via gli ospiti indesiderati e ristabilisce una quiete da cui rinascerà un’altra Madre, anch’essa purificata e innocente e con gli occhi di nuovo pieni d’amore per Lui.
Oltre a essere una potente e disturbante allegoria biblica, Madre! può essere letto anche come una metafora della violenza di genere.
Madre!
L’incrollabile fiducia di Lei nel suo Lui, nonostante le delusioni, la violenza e la noncuranza. L’amore che Lei riserva per quella casa, insieme prigione e nido d’amore, la catarsi che arriva quando a essere toccato dal male è il figlio. Il film affronta queste tematiche con un linguaggio così altamente metaforico da essere declinabile da ogni persona, a prescindere dalle esperienze personali.
In una scena, forse ancora più disturbante di quella del sacrificio del bambino, la Madre è oggetto di un tentativo di violenza di gruppo. Il tutto da parte dei “fan” del marito. Un richiamo piuttosto chiaro allo “stupro” della Madre Terra da parte del genere umano. Ma non solo. Anche alla violenza di genere e, nello specifico, allo scandalo del revenge porn di cui era stata vittima Jennifer Lawrence proprio in quegli anni.
Oltre all’esperienza lisergica in cui Aronofsky ci trascina, Madre! si fa ricordare anche per un solido impatto visivo. Effetti speciali e fotografia contribuiscono a creare un’impalcatura visiva e sensoriale opprimente e fortemente simbolica, nonostante i piani stretti. La totale assenza di musica è compensata da effetti sonori e la fotografia è estremamente basica, al limite dell’artigianalità. E poi gli attori: Javier Bardem disinvolto e tronfio nel ruolo del dio falsamente caritatevole. Jennifer Lawrence santa, Madonna e donna, capace di passare da icona da proteggere a carne da violare (e vendetta biblica che si riversa sui poveri, idioti e gretti mortali).
Madre! è un film che può ingannare. Sembra girato “di testa”, con i suoi rimandi alla religione e alla violenza sulle donne, ma è invece un film altamente “di pancia” che va visto e accettato per quello che è: una prova contorta e spontanea di un regista scostante e geniale.
Giulia Vanda Zennaro