L’altra faccia del cinema e delle serie tv, quella più “oscura”: in questa rubrica vogliamo proporvi perle (nere), titoli seriali e cinematografici controversi, con tematiche e ambientazioni conturbanti. Piccoli gioielli di serie B solo di nome: il genere di film e serie tv da non vedere con i genitori.
Nel lontano 1845 due navi della marina britannica, la Erebus e la Terror di stanza nel Mare Artico, sparirono nel nulla. Accadde nel tentativo di compiere il difficile passaggio a nord-ovest, la rotta che collega gli oceani Atlantico e Pacifico passando per l’arcipelago artico del Canada. Uno dei viaggi più difficili della storia, che infatti fu completato con successo solo nel 1906 da Roald Amundsen. Nel 1845 le due navi e i componenti dell’equipaggio scomparvero e non se ne seppe più nulla fino al 2014, quando furono ritrovati i resti.
Cosa accadde a bordo di quelle navi è un mistero che cerca di raccontarci The Terror. La serie prodotta, tra gli altri, da Ridley Scott, e divisa in due stagioni, ognuna delle quali formata da dieci angoscianti episodi.
The Terror è la storia di una lotta senza possibilità di vittoria dell’uomo contro le forze spietate e indifferenti della natura. Una tematica che ritroviamo anche nella produzione del regista islandese Baltasar Kormàkur, autore di Trapped e Katla.
Ma è anche una delle rappresentazioni più atroci della massima latina “homo homini lupus”, “l’uomo è lupo per l’uomo”: Una considerazione cinica eppure inequivocabile. Questo dal momento che una delle tematiche di The Terror è proprio la follia. Una follia che si fa strada nella mente umana sottoposta a isolamento, fame, paura e consapevolezza della propria fine imminente.
Bloccati dal gelo nel bel mezzo del Mare Artico, i marinai della Erebus e della Terror scopriranno presto quando la presenza umana, ai confini della civiltà, sia a dir poco mal tollerata dall’unica entità capace di dettare legge in una landa ghiacciata e desolata. I nativi la chiamano Tuunbaq ma si tratta, a una lettura superiore, di una personificazione della Natura Matrigna. Quella che bracca continuamente i sopravvissuti, decimandoli fino all’ultimo uomo.
The Terror (640×427)
Ogni tentativo di sopravvivere, almeno fino all’inizio dell’estate, per tirarsi fuori da quell’inferno di ghiaccio (un inferno tanto inospitale quanto quello che inghiotte i protagonisti de La società della neve), è destinato a fallire. Non solo per l’inesorabile mannaia della natura, che sferza continuamente i superstiti. Questo accade anche a causa della follia che comincerà a instillarsi nella mente degli uomini, portandoli ad atti di disumanità inaudita.
The Terror si apre come un racconto d’avventura dal respiro estremo, nella tradizione dei grandi classici dell’Ottocento come Moby Dick. Salvo poi deviare dal tracciato e mescolarsi con titoli horror moderni come La Cosa di John Carpenter o Alien di Ridley Scott.
In effetti, c’è un filo conduttore che lega il classico di Herman Melville alle saghe fantascientifiche di Carpenter e Scott. Si tratta della presenza di una creatura misteriosa e dirompente, che fa paura proprio perché sceglie di nascondersi anziché mostrarsi.
The Terror si ispira naturalmente al dato storico della scomparsa delle navi pioniere Erebus e Terror. Ma anche all’omonimo romanzo del 2007 di Dan Simmons, che sceglie però, ripreso dallo showrunner David Kajganich, di creare un vero e proprio dramma horror corale. Un tracciato in cui ogni personaggio è caratterizzato in maniera differente e certosina, per rispecchiare ognuno una sfaccettatura differente dell’animo umano.
Abbiamo la saggezza, la prudenza e la consapevolezza della situazione disperata, incarnate dal capitano Francis Crozier (Jared Harris, che conosciamo per The Crown e Mad Men). Nulla può la sua saggezza, però, contro la spregiudicatezza del suo superiore John Franklin (Ciaràn Hinds), supportato dall’untuoso James Fitzjames (Game of Thrones, The Crown). Nella fitta umanità di The Terror c’è spazio anche per l’opportunismo di Cornelius Hickey, interpretato da Adam Nagaitis. Ma anche per l’altruismo e la curiosità del dottor Henry Goodsir, interpretato da Paul Ready. Quest’ultimo è l’unico personaggio che sembra capace di provare empatia e pietà per Lady Silence, la Inuit fatta prigioniera dall’equipaggio dopo l’uccisione di suo padre. La donna è per giunta considerata capace di governare la misteriosa belva che assedia i sopravvissuti intrappolati nelle navi al gelo.
Nelle pieghe di The Terror, oltre alla tematica dello scontro tra uomo e natura, c’è anche il tema del colonialismo che si fa sentire. Nella sua accezione più brutale e disumanizzante. L’atteggiamento dell’equipaggio nei confronti degli altri sparuti rappresentanti di umanità dispersi come loro tra i ghiacci, oscilla tra l’opportunismo e il più plateale disprezzo. Sembra che proprio a causa di questo peccato la natura decida di scagliarsi ripetutamente contro i sopravvissuti, in un gioco al massacro di proporzioni bibliche.
Una tematica, quella del colonialismo, indagata anche dalla seconda (ma decisamente più fiacca) stagione, The Terror – Infamy, ambientata durante la seconda guerra mondiale. Qui un giovane dovrà combattere le misteriose morti che flagellano la comunità nippo-americana, apparentemente causate da un’entità sovrannaturale.
Oltre alle minacce esterne che dovranno fronteggiare i protagonisti di The Terror, si apre un altro fronte, più subdolo, tra i sopravvissuti e la sorte. Si tratta della follia che inizia a serpeggiare tra l’equipaggio a causa della fame, del freddo e della paura. The Terror diventa non solo un nome ma un’allegoria del sentimento più ancestrale e totalizzante dello spettro dell’animo umano: la paura. Quella che rende il compagno un nemico, fa percepire pericoli ovunque, spingendo ad atti di autolesionismo e, infine, a infrangere il tabù supremo del cannibalismo.
The Terror (640×360)
Anche dal punto di vista narrativo e visivo, The Terror alza progressivamente il livello, cominciando come una sorta di saga epica di sopravvivenza tra i ghiacci. Alla fine, però, terminerà con scene e snodi narrativi che vanno ad attingere a piene mani all’immaginario survival horror.
Il terrore viene centellinato e servito fino all’ultima goccia a uno spettatore inerme, che viene stritolato progressivamente da una narrazione lenta ma inesorabile. Proprio come la morsa del ghiaccio sui corpi.
Una serie che si potrebbe tranquillamente definire “claustrofobica”. Nonostante l’apparente contraddizione dell’ambientazione in uno spazio che più aperto non si può: una landa ghiacciata a perdita d’occhio. Eppure, a rendere claustrofobica The Terror è proprio la sensazione ansiogena di nulla che attanaglia l’animo dei protagonisti, colti da un irrefrenabile horror vacui suscitato proprio da quella asettica, crudele e cinica distesa infinita di bianco.
Non c’è da aspettarsi una narrazione ricca di colpi di scena e cliffhanger narrativi, dunque. The Terror è una serie raffinata che sa farsi apprezzare da un pubblico che predilige i ritmi lenti a quelli incalzanti più propri dell’horror moderno. Ma, allo stesso tempo, è un esperimento di visione da consigliare assolutamente a chi vuole approcciarsi a una serie tv horror non convenzionale, che agisce sulla psiche dello spettatore, inducendogli quella stessa subdola follia che stritola la mente dei poveri marinai.
Giulia Vanda Zennaro