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Daredevil ed il triangolo di Matt Murdock

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Matt Murdock nella seconda stagione di Daredevil viene sottoposto ad un’indagine psicologica persino maggiore rispetto a quella a cui abbiamo assistito già nella prima stagione. Ne conosciamo aspetti nuovi e più intensi, ne conosciamo il passato, e ne conosciamo le debolezze (che già ci erano state fatte intravedere nella stagione precedente). Ed è soprattutto grazie alle due principali figure femminili fra cui il protagonista è “incastrato” che riusciamo a comprendere sfaccettature che ne delineano la complessità: parliamo di Elektra Natchios e Karen Page.

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Partendo da Elektra, sappiamo che rappresenta il primo (e unico?) amore di Matt, amore apparentemente terminato a causa di una violenta proposta della donna 10 anni prima dello svolgimento della serie. Comunque, Elektra è la massima espressione del rischio, dell’imprevedibilità e soprattutto della vita notturna di Daredevil: in una prima fase infatti, condividono missioni nei loro rispettivi costumi (lei è un’abile lottatrice, indottrinata fin da bambina dallo stesso maestro di Matt, Stick), privi dunque della loro identità giornaliera. Possiamo inoltre asserire senza dubbio che Elektra, per quanto Matt all’inizio sia restio, riesce a tirar fuori da quest’ultimo la sua parte più incontrollata: riesce, in pratica, a farlo sentire adeguato sotto quel costume; riesce a farlo sentire come realmente è. La loro anormalità è il motivo di unione, ma anche di allontanamento: non può esistere futuro in questo senso, non c’è speranza di una relazione a quelle condizioni.

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Dall’altro lato c’è Karen Page; l’assistente dello studio legale di Matt e Foggy non può sicuramente essere definita come l’emblema della normalità ma, paragonata ad Elektra, sembra proprio che per Matt rappresenti una possibilità concreta nella vita “giornaliera”. C’è senza dubbio un’attrazione reciproca (forse inizialmente maggiormente proveniente dalla ragazza) che però non riesce a sbocciare: Matt ha paura di rovinare tutto con il suo carattere complicato, Karen si sente inadeguata ma soprattutto è tormentata dalle domande che il suo inconscio le pone sull’eticità delle azioni di The Punisher; tutto questo porta ad una serie di appuntamenti senza successo, il cui culmine è la scena in cui Karen vede Elektra nel letto di Matt, immaginando ovviamente tutto tranne quella che era la realtà. Il punto è che Karen rappresenta per Matt quella potenziale relazione “normale”, che gli permetterebbe di vivere stabilmente la sua vita giornaliera: non la ritiene tuttavia pronta a sapere che lui è Daredevil.

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Questo equilibrio si rompe in due momenti molto precisi: Matt, ormai certo di affrontare la morte nel prossimo combattimento con Elektra contro i ninja, le rivela la sua intenzione di voler scappare con lei in caso di sopravvivenza di entrambi, perchè lei è l’unica che riesce a farlo sentire accettato per come è realmente: dunque viene rotto il primo equilibrio (almeno nelle intenzioni) in cui Elektra rappresenta solo la vita notturna di Matt. Il secondo momento è la morte di Elektra: questo porta Matt a elaborare il lutto attraverso la consapevolezza che Karen è all’altezza di comprenderlo, accettando dunque sia la sua vita notturna che diurna; infatti, rivelandole nell’ultima scena della stagione che lui è Daredevil, la eleva al livello di Elektra, con la certezza che lei potrebbe dargli quello che Elektra non poteva: la stabilità di una relazione che includa l’avvocato Matt Murdock e il supereroe Daredevil.

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