Non sarò certo l’unico ad averla vista, eppure fa parte di quella lunga lista di serie tv finite nel dimenticatoio. Chi è un divoratore seriale come me, forse, sa bene di cosa sto parlando. Dal 2009 al 2010, infatti, sul network americano TNT, è andata in onda, per due stagioni, un’interessante serie poliziesca: Dark Blue. Lo show, prodotto dal massimo esperto dei procedurali e dei polizieschi Jerry Bruckheimer (CSI, Cold Case), vede protagonista il tenente Carter Shaw interpretato da un intrigante Dylan McDermott e la sua squadra di agenti speciali sotto copertura tra le strade di Los Angeles.
Poliziotti esperti, con personalità tormentate alla ricerca di se stessi, che si ritrovano ad affrontare i propri demoni e i problemi col passato, che aggiungono quella profondità ad una trama poco originale, rendendola più viva e coinvolgente, anche grazie alle atmosfere dark. Questa è la sottovalutatissima Dark Blue.
Shaw è un poliziotto duro e cinico, uno dei migliori della sezione omicidi, che ha passato la sua intera vita ad inseguire e catturare i criminali, motivo per cui si ritrova solo, senza più una moglie su cui contare, un percorso che l’ha fatto diventare un agente spietato che non ha più niente da perdere. Tra i membri del suo team fanno parte: Dean Bendis (Logan Marshall-Green), un poliziotto losco, testardo e molto abile con la pistola, esperto di operazioni sotto copertura a tal punto da confondere i suoi stessi compagni durante le missioni, mettendo in dubbio la propria lealtà. Ty Curtis, (Omari Hardwick) agente esperto, ambizioso, ma che fatica a trovare un equilibrio tra il lavoro e la sua nuova vita da uomo sposato, assiduamente in conflitto con la moglie che vorrebbe una vita diversa, una stabilità per il bene di entrambi. Infine, la giovane poliziotta ed ex criminale Jaimie Allen (Nicki Aycox, la Meg di Supernatural per intederci), una donna dal passato enigmatico e molto brava nel mentire, motivo per cui viene reclutata proprio da Shaw che la ritiene un elemento valido e prezioso. Insomma un bel mix di caratteri forti e determinati, agenti promettenti che proveranno a fermare più criminali possibili unendo tutte le loro abilità, sotto la guida di Carter.
La qualità del prodotto è sicuramente buona, le basi ci sono e soprattutto i ruoli sono davvero ben riusciti. Tralasciando gli stereotipi e i vari cliché sul genere, che troviamo sicuramente nel corso delle puntate, Dark Blue prova, almeno, sin dall’inizio a distinguersi dalle solite serie poliziesche, puntando sulle storie dei personaggi principali in primo piano e le varie missioni di copertura sullo sfondo. Inganni, menzogne e colpi di scena in una Los Angeles buia e cupa, dove i protagonisti amano confrontarsi e mettersi in discussione, ma sono anche costretti ad immergersi in una realtà criminale che li porta a trasformarsi in ciò che combattono pur di portare a termine il proprio lavoro, usando spesso anche metodi a dir poco rischiosi oltre che pericolosi. Gli agenti si sentono costantemente in bilico tra ciò che giusto e ciò che è sbagliato, sacrificano le proprie vite private, si dedicano a tempo pieno al proprio lavoro, facendo, quindi, fatica a distaccarsi da quella realtà cruda e violenta, finendo col mettere in dubbio se stessi. Interessanti quindi i rapporti che si creano all’interno del team, soprattutto quello instaurato tra Allen e Bendis, molto simili tra loro, entrambi un po’ ambigui e misteriosi, ma che si avvicineranno nel corso delle puntate. Ovviamente non mancano gli scontri, i conflitti, i sospetti e soprattutto l’alta tensione. Toccherà sempre a Shaw mantenere il controllo della situazione e gestire la squadra evitando problemi, uno che pur essendo determinato e severo coi suoi, farebbe di tutto pur di proteggerli e salvaguardare il bene del gruppo.
A fare la differenza sono le interpretazioni, il vero valore aggiunto dello show.
La parte fondamentale dello show è senz’altro l’approfondimento di ogni singolo agente, in ogni episodio. Quindi, il vero punto di forza è sicuramente la presenza di un cast davvero importante, carismatico, che presenta attori esperti e già noti nel panorama televisivo americano. La scelta dei produttori, a mio parere, si è rivelata azzeccata poichè tutti interpretano i propri ruoli in maniera soddisfacente, in particolare spicca proprio Logan Marshall Green (che di serie ne ha girate), che si cala perfettamente nel personaggio tirando fuori tutto il suo talento. Non da meno Dylan McDermott, l’attore vincitore di un golden globe (The Practice) dimostra il suo valore per l’ennesima volta. Un cast che viene, successivamente, arricchito nella seconda stagione con l’aggiunta della bellissima attrice ed ex modella Tricia Helfer (Battlestar Galactica, Lucifer) che interpreta l’agente dell’FBI Alex Rice, una donna decisa che inizierà una relazione extra lavoro proprio con Shaw. Con il suo ingresso si puntava a dare qualcosa in più alla serie in termini di trama, ma la storyline cambia in maniera prevedibile, la show intraprende una strada vista e rivista, trascurando ciò che c’era stato di buono negli episodi precedenti.
Tutto sommato, dopo una prima stagione abbastanza coinvolgente e con ottimi numeri, nella seconda la serie cala un po’ di ritmo, diventando più monotona, scontata e di conseguenza calano anche gli ascolti. D’altronde serie di questo genere ne è pieno nel mondo televisivo e sono pochi quelli che riescono ad avere una certa continuità e sopravvivere alla concorrenza. Quindi, dopo tante voci via web, l’emittente americana TNT decide ufficialmente di cancellare e terminare lo show con la seconda stagione, per un totale di soli 20 episodi. In Italia è andata in onda sul canale AXN. Un vero peccato, per chi come me, si era appassionato ad una serie che era partita sicuramente bene, con ottime premesse, ma che non è mai riuscita a decollare definitivamente e convincere fino in fondo lo spettatore. Al contrario spero che almeno io, abbia convinto qualche lettore a dargli una possibilità.
Vale la pena recuperarla?
Tra le cose positive però posso dire che almeno Dark Blue resta, in fin dei conti, una buonissima serie con un “finale” e quindi senza un vero e proprio cliffhanger. Per gli amanti dell’azione, del crime e dei polizieschi con trama orizzontale è una chicca, una serie che si lascia guardare piacevolmente. Merita di essere ripescata, vista con attenzione e appunto senza troppe aspettative, perché sì, a mio parere ne vale assolutamente la pena.