Avevamo lasciato Jonas morto, ucciso dalla Martha dell’Evaverse, tra le braccia della Martha dell’universo alternativo che non può accettare di trasformarsi in colei che ha organizzato ed eseguito la sua uccisione. Dark 3×06 alza l’asticella di difficoltà, confermando ciò che dall’inizio della terza stagione sospettavamo: che non esistano solo i salti temporali e gli universi paralleli, ma che da ogni cambiamento scaturiscano altre realtà alternative. In questo episodio contiamo sei diverse linee temporali, due realtà alternative e due diversi mondi, in comunicazione forsennata e disperata tra loro in vista dell’apocalisse sempre più vicina.
Ma Dark 3×06 osa ancora di più, richiamando sul campo uno dei personaggi secondari più misteriosi e allo stesso tempo indispensabili: il vecchio orologiaio Tannhaus, discendente del vecchio cieco, il primo ad aver tentato di costruire una macchina del tempo per riportare in vita la moglie.
Due fazioni si scontrano in questa lotta che non è più per il predominio del tempo ma per la salvaguardia o la distruzione del nodo che tiene legati gli universi di Adam ed Eva. Attraverso le loro intenzioni abbiamo modo di riflettere su come l’essere umano sia schiavo della dualità, rappresentata molto bene dal titolo dell’episodio, Luce e oscurità. Erit lux di Eva e Sic Mundus di Adam rappresentano due facce della stessa medaglia di egoismo. Da un lato la preservazione a tutti i costi del nodo temporale, con la finalità di tenere in vita l’Origine, suo figlio: dall’altro la disperata ricerca dell’annichilimento totale, l’unica soluzione per spezzare la catena di cause ed effetto.
Ancora una volta, una lettera è l’arma per innescare il cambiamento: questa volta impugnata da Eva, che costringe la sua versione più giovane a scrivere quelle righe che trasformeranno lo Straniero, sempre più frustrato dal fallimento dei suoi esperimenti, in Adam. Perché creare il proprio nemico? I personaggi sono indissolubilmente legati al loro destino, che si trovano a percorrere in un labirinto di consequenzialità senza fine, proprio per avere un nemico da combattere.
Dark 3×06 rischia molto alzando il livello di difficoltà a soli due episodi dalla fine, richiamando a sé tutte le forze in vista del round finale, lasciandoci però dei momenti meravigliosamente lirici in cui contemplare la bellezza dello scontro tra idealismo (Eva) e nichilismo (Adam).
Ho finalmente capito cos’è davvero il paradiso: è l’eterna oscurità dove non esiste niente. È per questo che l’apocalisse deve avvenire, nel tuo mondo e nel mio. Nulla di tutto questo esisterà più, i due mondi si distruggeranno a vicenda. Un annientamento assoluto. Non c’è alcuna speranza. Né salvezza. Né paradiso. Siamo sbagliati. Tu e io. Tu nel tuo mondo e io nel mio.
Rimane da chiarire il ruolo di Tannhaus, discendente di una famiglia che già aveva osato sfidare le leggi del tempo, finendo vittima dell’Origine per aver voluto rivelare la verità sull’esistenza del viaggio nel tempo. Il suo dramma familiare, scoperto nella quinta puntata, lo rende drammaticamente affine al suo antenato. Lo stesso Tannhaus è protagonista del paradosso di Bootstrap, che gli consentiva di scrivere il libro che avrebbe portato alla costruzione della macchina del tempo dal suo io più giovane.
Il suo coinvolgimento nella costruzione della macchina utilizzata da Claudia per il viaggio nel tempo, le sue teorie contenute nel libro sui buchi neri, le sue apparizioni e i suoi continui contatti con i Viaggiatori lo rendono un candidato ideale per sbrogliare la matassa. D’altronde, la sua voce è la prima a guidarci nell’universo di Dark, all’inizio della prima stagione e via via nel prosieguo degli episodi.
In Dark 3×06 nessun personaggio è secondario: una sola pedina spostata può far crollare un meccanismo perfetto, messo in piedi con coraggio e rigore e mostrato da una sceneggiatura e una regia perfetti, che non lasciano spazio a errori. Paradossalmente, questa terza stagione di Dark si sta rivelando la più chiara e semplice da seguire, nonostante la difficoltà di mantenere la concentrazione non più su diverse epoche, ma anche diverse dimensioni e mondi paralleli.
Di questo possiamo già rendere atto a Baran Bo Odar e Jantje Friese, anche se mancano ancora due episodi all’addio definitivo a Dark. Hanno saputo mantenere una freddezza teutonica sugli aspetti più tecnici della storia, riuscendo allo stesso tempo a sciogliere il cuore degli spettatori mostrando tutto il dramma contenuto nella serie. Un plauso va anche agli interpreti di Martha e Jonas, veramente molto cresciuti dal punto di vista recitativo rispetto alle prime stagioni e capaci di veicolare tutta la disperazione per una storia d’amore che sappiamo essere impossibile.