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Cosa non ha funzionato nella prima stagione di Dark

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Una produzione tedesca sforna una Serie Tv per Netflix che, per musiche, scenografia e soprattutto fotografia, vince a mani basse sulla stragrande maggioranza delle Serie Tv esistenti. Una cura nei dettagli e nelle atmosfere in Dark che non può altro che farci rimanere a bocca aperta. Purtroppo, ci sono pochi subito visibili aspetti che frenano pesantemente ogni entusiasmo e che ci impediscono di dire di aver visto un prodotto veramente buono.

Già visto

Si cade ormai pesantemente nel già visto, è di fatto impossibile che non succeda. Qualcuno dice che è stata ormai raccontate ogni storia possibile e suonata ogni musica possibile. Che siamo in una fase di eterno ritorno di quello che è già avvenuto. Basti vedere cosa avviene al cinema, dove spopolano i remake live action di classici Disney o i reboot di Guerre Stellari spacciati per seguiti. Cosa bisogna fare, da autori? Le scelte sono due: tentare di fare qualcosa di nuovo o mostrare cose già viste con una forma nuova. Dark prende questa seconda strada mai il problema è che nemmeno ci prova un po’ a mostrare qualcosa di nuovo. Una cittadina vicino alla foresta in cui dietro al perbenismo delle persone si celano segreti: abbiamo già visto Twin Peaks, lo sappiamo che la gente ha i segreti.

Il wormhole, la spiegazione sul fatto che piega lo spazio e il tempo, con tanto di esempio del buco sul foglio di carta: abbiamo visto tutti Interstellar. Il triangolo amoroso tra i protagonisti adolescenti, ossia lui sta con lei ma sparisce un periodo e dopo lei sta col suo migliore amico: non ha senso elencare in quante storie questo sia già avvenuto.

I Personaggi

Mi sono accorto che è praticamente impossibile affezionarsi ai personaggi di Dark. Questo per due motivi. Il primo è che non ce n’è uno abbastanza approfondito da essere interessante. Il secondo è che nessuno di loro, anche se fosse stato approfondito, sarebbe comunque stato interessante. C’è un totale disinteresse di fondo per questi personaggi, come se fossero solo ingranaggi utili a far andare avanti la storia. Forse l’unico che spicca leggermente rispetto agli altri è Hannah, la madre di Jonas, ossessionata da Ulrich fin dall’adolescenza al punto da architettare complesse strategie per legarlo a sé. Ma comunque anche su di lei c’è veramente poco approfondimento e la sua storyline non è affatto centrale, ma risulta del tutto accessoria nell’ottica della trama.

Poco ritmo e poco mistero

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La storia si prende i suoi tempi, che sono estremamente lenti. Veramente una Serie dove l’azione è ridotta al minimo sindacale e, quando ce n’è, non te ne accorgi quasi. Bisogna arrivare alla quarta puntata perché la trama inizi ad appassionare e, anche qui, è veramente dura,  perché manca del tutto la suspense, non si è mai veramente in sospeso. Si capisce subito, dalle situazioni create in sceneggiatura, dove si andrà a parare. Non c’è nemmeno il tentativo di rendere il tutto misterioso: viene detto in pratica subito che c’è un wormhole nelle grotte, e subito capiamo che la gente andrà di epoca in epoca.

C’erano mille modi diversi per raccontare questa storia ed è stato scelto quello più semplice e privo di ogni emozione.

Non solo dalla prima puntata capisci già come andrà a finire, ma nemmeno c’è lo sforzo di cambiare le carte in tavola per farti credere che le cose andranno diversamente.

Fortunatamente le puntate non sono molto lunghe, siamo sui quaranta minuti, cosa consente di non arrendersi fino al finale, sperando che prima o poi qualcosa di veramente memorabile succeda. Ma non succede e anche il finale appare abbastanza scontato e crea anche una profonda incoerenza nella trama. Ossia: viene detto e ripetuto che il wormhole permette di arrivare in tre epoche diverse… ma perché allora poi ce n’è una quarta?

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L’unica spiegazione è che il nuovo accesso al wormhole dovrebbe averlo creato uno strano macchinario ad orologeria… ma non risulta lo stesso convincente e sembra anzi una sorta di scappatoia per giocarsi il colpo di scena del finale.

In conclusione, se non ti affezioni ai personaggi, non c’è suspense e tutto sa di già visto, di Dark rimane solo un riuscito esercizio di stile che ci permette di concludere che anche in Germania sanno fare Serie Tv di ottimo livello tecnico.

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