Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sul finale di Dark. Sempre che Dark si possa spoilerare.
Bei tempi quelli del Commissario Rex e l’Ispettore Derrick, eh? Erano tempi tranquilli di sicurezze inscalfibili che passavano al volo tra un omicidio televisivo e l’altro, trame in cui si beccava il colpevole tra una girata alla zuppa e una rosolata al soffritto e le velleità artistiche non erano tante. La concretezza tedesca al servizio della serialità accompagnava i pomeriggi dei nostri nonni e nessuno se ne lamentava, manco si parlasse di una Wolkswagen granitica anche dopo 300.000 chilometri.
A un certo punto, però, i teutonici sono cambiati. Nonni contenti, tutti contenti, ma la serialità tedesca voleva di più. Ci hanno provato con Come vendere droga online (in fretta), e due risate tutto sommato ce le siamo fatte. Ma non era sufficiente: a una certa i tedeschi si sono ricordati di avere una cinematografia d’altissimo livello e hanno fatto il salto di qualità. Sono cambiati, i tedeschi. E il risultato è stato uno, solo uno.
Non ci abbiamo più capito niente.
Dove sono finite le nostre sicurezze confortanti? Perché non interviene più la Squadra Speciale Cobra 11? Dove si nasconde Rex, signora mia? Disperso a casa dei Tiedemann nel 1920 di un universo parallelo, probabilmente. Perché sì, stiamo parlando di Dark, un piacevolissimo drammone che non strappa mezzo sorriso per 25 ore di fila, commuove come poche altre ed è comico quanto un film cecoslovacco del ’32 sottotitolato in swahili.
Ah, che bella Dark. Ah, che macello Dark.
Siano benedetti Netflix e quel genio di Baran bo Odar per averci regalato questo capolavoro. Ma pure un bel po’ maledetti, perché ci hanno fatto sentire una manica di scemi e fatto rimpiangere i giorni in cui preparavamo la formazione del fantacalcio invece di seguire il prof di fisica. Trasformandoci allo stesso tempo in un esercito sterminato di vecchiette di paese che non fanno altro che domandare: “E tu, figlia di chi sei?”.
“Di mia madre, mia figlia”.
Insomma, Dark è stata un’esperienza meravigliosa ed è senza il minimo dubbio una delle migliori serie tv di tutti i tempi, ma che fatica ragazzi. Che fatica memorizzare i nomi, cogliere gli intrecci, stare dietro gli spiegoni di fisica quantistica, in sostanza capirci qualcosa. E sentirci allo stesso tempo bene quanto uno che cerca di far fuori a sassate un bambino indifeso per salvare la vita al proprio figlioletto sparito nel nulla.
Dark, in sintesi, è disagio. Disagio vero. E solo chi l’ha vista dall’inizio alla fine è capace di coglierlo fino in fondo. Quindi…
30 disagi che solo un vero fan di Dark può capire
1) “Sono madre di mia madre” è il miglior colpo di scena dai tempi della resurrezione di Taylor in Beautiful.
2) Nella Winden del 2020 non c’è l’obbligo di mascherina: sono congiunti dal primo all’ultimo…
3) … ma la indossano nel 2053. Confidiamo nello scarso realismo di Dark, con tutto il cuore.
4) I viaggi nel tempo sono fortemente incentivati dalle aziende cosmetiche che producono creme per il viso.
5) A un certo punto è stato menzionato Nino D’Angelo.
6) Dark è il peggior spot di sempre per i ragazzi che non vogliono lasciare il proprio paese d’origine…
7) … e il migliore per l’incentivazione all’uso dei contraccettivi. Usarne qualcuno in più avrebbe risparmiato diversi problemi.
8) L’intera linea comica di Dark è costituita da un unico momento di pochi secondi in cui il Peter e la Charlotte dell’universo parallelo litigano davanti a Elizabeth (udente, a differenza dell’altro multiverso) e a un certo punto il primo, intenzionato a non regalare un triste spettacolo alla figlia, dice alla seconda: “Guarda che non è sorda”. Da sbellicarsi, ma anche no.
9) Capire solo dopo mille puntate che l’Ulrich adulto e quello anziano sono interpretati da due attori diversi.
10) Se il nuovo standard di amore tormentato nelle serie tv dovesse passare da Ross e Rachel a Jonas e Martha avremmo un problema serissimo.
11) Dark aveva profetizzato un 2020 apocalittico. Nel 2017.
12) Tutto ‘sto trip per poi chiamare la serie Dark? Dark e basta? Non c’era niente di meglio? Niente niente?
13) È la versione più contorta di sempre del solito “è stato tutto un sogno di”.
14) L’unica costante di Dark non è il legame che unisce i due protagonisti. L’unica vera costante è la “voglia di affetto” di Hannah.
15) A Winden piove continuamente, ma quasi nessuno ha la geniale idea di andare in giro con un ombrello.
16) Adrian è ambientata palesemente in un universo parallelo contrapposto a Dark: in Dark è tutta colpa dell’orologiaio, in Adrian l’orologiaio è l’eroe salvifico. Dark è quindi, a tutti gli effetti, la Adrian tedesca.
17) Se l’orologiaio si fosse limitato a cambiare cinturini e batterie, Dark sarebbe finita dopo dieci minuti e saremmo tornati subito a risolvere gli omicidi con Rex.
18) Jonas è l’eroe indiscusso di una storia in cui tutti gli chiedono continuamente di fare qualcosa, lui non ha idea di cosa debba fare davvero, muore, resuscita e a un certo punto si innamora di sua zia.
Jonas Rain?
19) Quale assurda legge della fisica impedisce a Winden di avere un bar?
20) Il vero disagio di guardare Dark lo vive chi deve ricostruire ogni volta un albero genealogico per capire cosa diavolo sia una “nuora”…
21) … ma in compenso il sottoscritto ha finalmente compreso che rapporto di parentela abbia con lo “zio” Franco, lo “zio” beone e inappropriato che non è un vero zio e rovina i pranzi di Natale a ognuno di noi.
22) A un certo punto Martha si offende perché Jonas non la uccide.
23) Hannah riesce a farsi un nuovo amante pure negli ultimi minuti dell’ultima puntata.
24) Dal mostro nell’armadio al principe azzurro nell’armadio è un attimo.
25) Ma quindi che diamine si è fatto all’occhio Woller?
26) Jonas è finalmente uscito dal labirinto di Dark, e ora lo attende un’impresa ancora più complessa: regalare uno scudetto alla Roma.
27) Dark è una delle poche serie tv della storia che necessiterebbe di un test d’ingresso per la visione.
28) Lo spin-off dovrebbe intitolarsi “You, me and Winden”, avrebbe come protagonisti Hannah con Woller e parlerebbe di un triangolo amoroso che vedrebbe coinvolto l’80% della popolazione paesana. Ottima anche la soluzione con Ulrich e Katarina.
29) Ma alla fine la delegazione francese è riuscita a incontrare Claudia?
30) Quel bel momento in cui capisci di essere allo stesso tempo trisavolo e pronipote del tuo migliore amico.
Siamo tutti un po’ Bartosz. Più o meno.
Antonio Casu