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La spiegazione del geniale finale di Dark

Dark
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Come finisce Dark? Che fine fanno Martha, Jonas e gli altri? Perché non è possibile uscire dal ciclo? Cosa significa che il nodo si trova fuori dalle due realtà? Come riesce Claudia a rompere l’eterno ripetersi? Come sono connesse tutte le famiglie? Chi è escluso dal paradosso? E soprattutto: c’è una possibilità che Jonas e Martha esistano ancora? Le risposte potrebbero sorprendervi.

Dark si è concluso con un finale (qui la recensione) che ritesse insieme le diverse prospettive di una trama intricata ma estremamente coerente e strutturata in tutte le sue parti. La complessità della visione, non solo per intreccio ma anche per simbologia ci ha lasciato diverse domande che è arrivato il momento di sciogliere ripercorrendo la trama alla luce della meravigliosa conclusione.

Finale

Per farlo, bisogna procedere con ordine partendo da quella che è la struttura portante dei diversi mondi, o realtà, che abbiamo incontrato nel corso della visione di Dark. La seconda stagione si era conclusa con l’apparizione di una Martha proveniente da un altro “universo”. Si tratta di un mondo in cui Jonas non esiste e alcuni personaggi hanno subito evoluzioni e stretto rapporti amorosi diversi da quelli visti nella realtà di Jonas.

Tanto in un mondo, comunque, quanto nell’altro, le tensioni e i desideri che muovono i protagonisti non differiscono così tanto e ognuno tende intimamente verso un percorso non dissimile da quello del suo “doppio”. In questo secondo universo Martha non muore. Anzi, fa da contraltare al Jonas-Adam della prima realtà. Scopo dell’una è preservare il loop, l’eterno ritorno di tutti gli accadimenti, obiettivo dell’altro è spezzare il cerchio.

Ma perché Martha vuole che tutto si ripeta?

Ciò che la muove è qualcosa che in profondità costituisce la spinta all’azione di quasi tutti i personaggi di Dark: l’amore. In questa seconda realtà, infatti, Martha ha un rapporto con lo Jonas dell’altro mondo: dalla relazione viene concepito il personaggio senza nome che appare contemporaneamente nelle tre versioni (giovane, adulta, vecchia) e compie diversi omicidi allo scopo di preservare il loop. Questa Martha, perciò, vuole che tutto si ripeta, così che il figlio possa nascere e il suo amore trovare soddisfazione.

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Molto diverso l’obiettivo di Jonas-Adam che, nel corso della sua vita, si rende progressivamente conto che l’unico modo per spezzare l’eterno ripetersi è cancellare il nodo. Di cosa si tratta? Il nodo è il punto in cui lo spazio-tempo si è piegato, ingarbugliandosi su sé stesso e causando il loop dal quale nessuno riesce a uscire. Per Adam questo nodo è uno solo: suo figlio.

Ucciderlo significa porre fine non solo ai cicli ma all’intera esistenza: il “senza-nome” nei suoi viaggi nel tempo ha condizionato gran parte degli avvenimenti narrati in Dark: tra le altre cose è il padre di Tronte Nielsen a sua volta genitore di Ulrich e Mads. Dal figlio di Jonas e Martha, insomma, dipende tutto il ramo dei Nielsen fino a Martha e quello dei Kahnwald (dal momento che Mikkel, figlio di Ulrich, è anche padre di Jonas).

Adam uccide allora il figlio ancora portato in grembo dalla Martha della seconda realtà aspettandosi così che tutto scompaia, lui compreso.

Se infatti il figlio non è mai nato si verrebbe a creare un paradosso capace di far collassare entrambi i mondi e dissolverli. Il nodo però non è il “senza nome” che, invece, è destinato a esistere perché parte del loop: Adam uccide la giovane Martha con il bimbo nel grembo ma parallelamente la vecchia Martha ne ha inviata un’altra che darà alla luce suo figlio e invecchierà continuando a preservare il loop.

Jonas e Martha

Il paradosso non può, insomma, trovare scioglimento al suo interno. L’origine (e il rimedio) deve necessariamente essere esterna al loop. Di questo si rende conto la Claudia Tiedemann della realtà di Jonas che non solo viaggia nel tempo ma anche tra le realtà. Finisce così nel mondo di Martha (quella in cui Jonas non esiste) e uccide la sua controparte spacciandosi per lei.

Perché lo fa? Per poter capire tutti gli intrecci tra i due universi e avere un quadro generale delle cose. Ma se siamo in un loop come mai alcune cose accadono solo una volta? Per esempio lo Jonas adulto non ricorda di aver mai incontrato la Martha della seconda realtà. Lo stesso accade ad Adam quando, dopo aver inutilmente tentato di uccidere il figlio, si trova davanti Claudia. Bisogna tenere presente, oltre alle diverse linee temporali e alle due realtà, anche i cicli.

I cicli rappresentano il riattualizzarsi delle rinascite.

In ogni nuovo ciclo tutto ricomincia di nuovo e non è detto vada esattamente come nel precedente sebbene, trattandosi di un loop, alla fine l’esito sia invariato. In un ciclo precedente Claudia non comprende la realtà dei due mondi, mentre nel successivo riesce a cambiare il suo percorso e accedere alla seconda realtà.

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Claudia capisce così che qualunque cosa faccia tanto in una realtà quanto nell’altra l’esito sarà lo stesso: l’Apocalisse e l’origine di un nuovo ciclo. Può esserci allora solo una spiegazione: se il nodo non può far parte del loop (perché ne è origine) e se le due realtà sono entrambe già dentro a questo ripetersi continuo, il nodo deve trovarsi in una terza realtà, esterna.

Questa terza realtà è la realtà originaria, quella che ha prodotto le due a noi note. In questa realtà il nodo è stato causato dall’orologiaio Tannhaus che, per amore, voleva creare il viaggio nel tempo per riportare in vita il figlio e la famiglia, morti in un incidente d’auto. Cosa fare allora? Claudia capisce che se l’incidente d’auto non avviene, Tannhaus non avvierà mai i suoi esperimenti e non scinderà la sua realtà in due diversi mondi paralleli e avvolti su sé stessi.

Ma come impedire che questo avvenga?

L’unico momento in cui è possibile passare da una realtà all’altra, come sanno bene Claudia e Martha, è durante l’Apocalisse. In questo istante il tempo si ferma e le realtà si “sfiorano”. È questo il momento in cui, per esempio, Claudia riesce ad accedere al mondo di Martha e in cui la Martha anziana invia le sue due controparti da Jonas: come detto, una finirà uccisa da lui, l’altra genererà il figlio e invecchierà.

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Claudia quindi mette a conoscenza dei fatti Jonas che, insieme alla Martha giovane della seconda realtà, sfrutta il “varco” dell’Apocalisse per passare alla terza realtà, quella più “autentica” dalla quale provengono le altre due. Riuscendo a impedire l’incidente, evitano così che Tannhaus avvii gli esperimenti: il loop non si origina e i due mondi derivati non esistono più. Jonas e Martha scompaiono.

Perché? Perché sono entrambi un prodotto del loop: Martha perché figlia di Ulrich Nielsen, nipote del “Senza nome”, figlio di Jonas e della stessa Martha. Jonas stesso, poi, è figlio di Mikkel, pronipote del “Senza nome”. Tutti sono un paradosso vivente. Un paradosso che viene annullato dalla cancellazione dei due mondi.

Chi altro è un prodotto dei cicli e chi, invece, ne è esterno e quindi sopravvive nella realtà originaria?

Come detto, tutto il ramo dei Nielsen non può esistere. Derivano tutti dall’unione di Agnes e del “Senza nome”. Stesso discorso per i Kahnwald. Diversa la situazione per i Tiedemann che non hanno paradossi dal ramo originato dall’unione di Egon e Doris (Claudia, Regina, Helge, Peter). Anche Bartosz tecnicamente potrebbe esistere se non fosse che l’incontro tra Regina e Aleksander avviene come conseguenza di un atto di bullismo di Ulrich e Katharina: ma Ulrich non esiste e quindi non può aver provocato la fuga di Regina e l’incontro con Aleksander.

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Non possiamo, però, escludere che alla fine i due si siano incontrati in un altro modo e abbiano dato alla luce un figlio: ma sarà il Bartosz che abbiamo conosciuto? Impossibile dirlo. Fuori dal loop è anche Katharina mentre sono un paradosso Elisabeth e Charlotte, contemporaneamente figlie l’una dell’altra. Non può esistere perciò neanche Franziska, nata da Charlotte.

A completare il quadro Silja, nata da Hannah che ha viaggiato nel tempo e suo figlio Noah (Hanno), padre tra l’altro di Charlotte: per entrambi, risultato di un paradosso (Hannah che torna indietro nel tempo e ha un figlio da Egon), non c’è possibilità di esistere. Nella scena finale di Dark perciò ritroviamo alcuni personaggi la cui esistenza è legittima: Hannah insieme a Wöller (il membro della polizia locale con un problema all’occhio), Peter con la fidanzata trangender Bernadette (quella con cui tradiva la moglie nella realtà di Jonas) e infine Katharina.

“Credi che qualcosa di noi rimarrà o siamo solo questo, un sogno? Non siamo mai esistiti?”

Questa domanda di Martha continua, però, a tormentarci mentre li vediamo scomparire come ricordi di qualcosa che non c’è mai stato. E quando la nostra speranza sembra essere svanita, Dark per bocca di Hannah pronuncia quel nome: Jonas. E non possiamo fare a meno di domandarci come (e chi) sarà questo futuro nascituro.

Dark finale

Non ci è dato sapere se quel nome, quel Jonas che sa tanto di déjà vu sia solo il ricordo di un’altra vita mai vissuta o un’essenza più profonda che ci dà speranza sul fatto che non tutto è andato perduto. A noi piace credere che Jonas sia nella sua anima il nostro Jonas e che da qualche parte ci sia anche la sua Martha. Che davvero siano entrambi “Fatti per stare insieme: non credere mai che non sia così“. Lasciatecelo credere. Lasciateci credere nell’amore.

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