La risposta breve e concisa è: in una valle di lacrime. Era il lontano 2003 quando sono andati in onda gli ultimi due episodi di Dawson’s Creek, nominati in modo molto poco fantasioso nella versione italiana Per sempre parte 1 e parte 2. Io avevo otto anni e una tv con un tubo catodico grande quanto una casa, ma non avrei rinunciato per nulla al mondo alla prima visione. Ok, magari la mia giovane età non mi permetteva all’epoca di cogliere tante sfumature e tanti significati dei quali mi sono accorta solo con il rewatch una quindicina di anni dopo. Fatto sta però che la sensazione di incredulità e, diciamolo, di vero e proprio dolore, dopo la visione del finale di serie è arrivata forte e chiara anche alla me bambina, che ne risente ancora. Ma forse è arrivato il momento di dare la risposta un po’ meno breve e un po’ meno concisa.
Jen: il centro della narrazione
Per sempre (parte 1) riprende le storie dei protagonisti di Dawson’s Creek a cinque anni dagli avvenimenti dell’episodio precedente, che era stato un enorme richiamo agli eventi delle sei stagioni della serie. Sul finale avevamo visto Joey partire per Parigi e Jen per New York con Jack e la nonna, ma all’inizio di Per sempre siamo di nuovo – noi e loro – tutti insieme a Capeside, per il matrimonio della madre di Dawson. Il giovane Leery ha raggiunto il suo sogno e sta realizzando una serie ispirata alle vicende della sua adolescenza, tremendamente simile proprio a Dawson’s Creek. Jen è madre di una bambina piccola e cura una galleria d’arte, Joey lavora nell’editoria e Pacey ha un ristorante (e non smette di fare casini con le donne). È tutto bellissimo fino a quando, durante il ricevimento di nozze, Jen si sente male. Non si tratta di un banale calo di pressione, ma di una malattia cardiaca in fase ormai avanzata, che non le dà speranza di vivere ancora a lungo.
Da questo momento in poi la stanza d’ospedale di Jen è il set privilegiato di un finale di serie che si fa più struggente ogni minuto che passa. La malattia scatena una serie di riflessioni sulla morte ma soprattutto sulla vita, e sulle scelte che hanno portato i giovani protagonisti di Dawson’s Creek a essere proprio lì con il loro bagaglio di esperienze e consapevolezze. La stanza diventa il crocevia dei personaggi: tutti passano di lì, in un susseguirsi di racconti nei quali i ricordi del passato si fondono con le speranze e le paure per il futuro. Joey parla a Jen dell’eterno triangolo amoroso con Dawson e Pacey, raccontandole che in realtà ha sempre saputo chi scegliere ma non è mai riuscita a smettere di scappare. E Jen ricorda a Pacey, un attimo prima di avere il suo unico vero momento di crisi per il destino al quale sta andando incontro, l’importanza della vera amicizia.
La stanza di Jen è un viavai continuo, ma in realtà anche lei riesce a uscirne per un po’, quel tanto che basta per dare vita a una delle scene più commoventi non solo di Dawson’s Creek ma di tutta la serialità televisiva: la registrazione del messaggio per sua figlia Amy. Una scena che, presa da quello che non posso che definire un attacco di masochismo, ho rivisto durante la stesura di questo articolo. E sì, ho pianto di nuovo. Jen guarda dritto verso l’obiettivo della camera, dietro la quale c’è un emozionato Dawson, per parlare a sua figlia, o meglio alla donna che diventerà. Le racconta le speranze che ha per lei e le descrive i valori con i quali vorrebbe che crescesse. È una madre piena d’amore e di tristezza, una donna che sa che non potrà vedere la sua bambina diventare grande, che non potrà accompagnarla nel suo percorso di vita. Soffre, ma allo stesso tempo è piena di speranza per un futuro che non potrà vivere. E il consiglio che dà ad Amy è un vero e proprio consiglio da Jen Lindley.
Cerca di fare degli errori. Fa molti errori, perché non c’è modo migliore di imparare e crescere.
Per sempre
La morte di Jen è la conclusione inaspettata dell’arco narrativo che ha vissuto la maggiore evoluzione nel corso di Dawson’s Creek. Ma ha un ruolo importante nella storia perché indica un prima e un dopo per i personaggi, rappresentando un punto di arrivo per le esperienze di gioventù dei ragazzi di Capeside e un punto di partenza per una vita adulta e sicuramente più consapevole. La serie si conclude con uno sguardo a qualche tempo dopo, mostrando gli obiettivi che i protagonisti sono riusciti a raggiungere. Jack sta con Doug, il fratello di Pacey che ha finalmente accettato la sua sessualità, e insieme hanno adottato la piccola Amy, che pur non potendo crescere con sua madre ha a disposizione tutto l’amore della sua anima gemella. L’eterna indecisa Joey finalmente smette di scappare da se stessa e dai suoi sentimenti, scegliendo l’unica persona con la quale avrebbe sempre dovuto stare: Pacey. I due guardano insieme l’ultimo episodio della serie di Dawson, che riesce anche a far cacciare una lacrima al sempre sarcastico Pacey. Come sperato da Jen, i due sono ancora buoni amici di Dawson, che è ormai affermato sul lavoro ed è pronto a realizzare il sogno della sua vita: incontrare Steven Spielberg.
Le scene finali di Per sempre (parte 2), parlano da sé. Scorrono i momenti principali della storia d’amore che ci ha tenuti incollati allo schermo per sei stagioni, quella per la quale abbiamo sempre – chi silenziosamente, chi meno – fatto il tifo. Ma soprattutto, siamo di nuovo sulla spiaggia della prima stagione con Dawson, Joey, Pacey e Jen felici e spensierati. Abbiamo vissuto le loro avventure e li lasciamo esattamente come ci ha emozionato di più vederli. Ma, questo dobbiamo ricordarlo, non è un vero e proprio addio: come dice la colonna sonora che ci accompagna sul finale, say goodnight not goodbye.